La serie: Waco, del 2018. Creata da: John Erick Dowdle, Drew Dowdle. Cast: Michael Shannon, Melissa Benoist, Taylor Kitsch Genere: Drammatico, Storico. Durata: 50 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Paramount+.
Trama: A causa dell’incompetenza delle forze dell’ordine, il tentativo di arresto del carismatico David Koresh, leader religioso di una piccola setta apocalittica texana, si trasforma in un assedio di 51 giorni. Il negoziatore Gary Noesner cerca in ogni modo di scongiurare un bagno di sangue.
Di norma, lo chiamiamo “effetto farfalla”: come ben noto, infatti, anche dalle azioni più piccole e insignificanti, come un piccolo battito di ali, possono derivare conseguenze di portata immensa. Pochi episodi della storia recente riflettono così bene questo concetto come il folle assedio di Waco del 1993, culminato in una strage assurda, con decine di uomini, donne e bambini divorati dalle fiamme. La storia è quella di un atto di forza del tutto evitabile, e di uno stallo di 51 giorni esacerbato da continui cambi di rotta. Il “battito d’ali”, il 28 febbraio 1993, fu l’operazione Showtime, un maldestro tentativo delle forze dell’ordine americane di arrestare in grande stile il predicatore David Koresh.
Sul fronte opposto c’erano i davidiani, una piccola comunità religiosa plagiata dal narcisismo e dal carisma naturale di un aspirante Messia, che aveva saputo far leva sulla profonda sete di spiritualità della propria generazione per circondarsi di decine di seguaci adoranti. Tra armi e religione, fanatismo e profezia, tentativi di mediazione e svolte integraliste, con la nostra recensione di Waco esploriamo il volto oscuro della società americana. L’occasione è l’approdo su Paramount+ di una miniserie del 2018 che a novembre proseguirà con un secondo atto, intitolato Waco: Il Processo.
La trama: il costo dell’incompetenza
Texas, febbraio 1993. L’agenzia federale ATF, reduce da alcune pessime vicende mediatiche, è alla ricerca di una facile vittoria che permetta di riportare in alto il suo buon nome. La scoperta che la piccola setta religiosa dei davidiani, a Waco, ha appena acquistato decine di armi da fuoco pesanti sembra essere l’occasione giusta, e i responsabili pianificano un arresto in grande stile. Infiltratosi nel gruppo, però, l’agente Jacob Vasquez scopre una realtà molto diversa dal previsto. Certo, il carismatico leader della setta David Koresh è senz’altro un folle convinto di essere il nuovo Messia, e pratica la poligamia affermando di farsi carico delle tentazioni degli altri membri della comunità, ma nella sua dottrina non c’è proprio nulla di violento o pericoloso. Non c’è traccia di abusi, o di sottomissione: nella setta dei cosiddetti “davidiani” si gioca, si ride e si vive spensieratamente in compagnia, meditando sulla radicale interpretazione del libro dell’Apocalisse proposta da Koresh.
Quando però l’ATF ignora le segnalazioni di Vasquez e fa comunque scattare l’operazione Showtime per arrestare Koresh, i membri della setta rispondono al fuoco e si barricano nel complesso residenziale di Waco, facendo precipitare la situazione. Ad aggravare la situazione sarà l’arrivo dell’FBI, che trasformerà quello di Waco in un vero e proprio assedio. Mentre le provocazioni si moltiplicano e la situazione pare sempre più fuori controllo, l’esperto negoziatore Gary Noesner intuisce che la via della mediazione è l’unico modo per evitare un bagno di sangue. Il responsabile tattico Mitch Decker e l’agente speciale Tony Prince, però, non vogliono perdere tempo, e cercano un qualsiasi pretesto per ricorrere alle maniere forti. Ben presto, il tentativo di Gary di instaurare un dialogo con il braccio destro di Koresh, Steve Schneider, si trasforma in una disperata corsa contro il tempo…
Un cast formidabile
A fare la fortuna di Waco è anzitutto il suo cast stellare: tra i membri della setta dei davidiani ritroviamo la solare Melissa Benoist, che per sei anni ha vestito il manto di Supergirl, mentre a vestire i panni dell’infiltrato dell’ATF c’è l’empatico John Leguizamo. Da parte loro, Rory Culkin (David Thibodeau) e Julia Garner (Michelle Jones) sono invece i credibili protagonisti di una tragica storia d’amore che aggiunge un pizzico di umana intimità a una vicenda fortemente politica. Tra i membri della setta spicca però anche e soprattutto l’eccellente prova di Taylor Kitsch nei panni del predicatore David Koresh, che sotto le apparenze benevole di un “novello Bob Dylan” cela un’anima narcisista, meschina e insicura.
Come se non bastasse, da Boardwalk Empire ritroviamo Paul Sparks nei panni del suo braccio destro Steve Schneider, combattuto tra la lealtà nei confronti di David e la ragionevolezza, mentre sul fronte opposto della barricata c’è pure il solido Shea Wigham, chiamato a vestire panni del fanatico e incompetente responsabile tattico dell’FBI Mitch Decker. Il risultato è una prova corale di ottimo livello, che plasma una ricca galleria di punti di vista.
Michael Shannon superstar
La vera star della serie è però il superlativo Michael Shannon (L’Uomo d’Acciaio, La Forma dell’Acqua), chiamato a dare il volto al negoziatore federale Gary Noesner. È attraverso i suoi occhi che seguiremo l’evolversi del dramma di Waco, tra tentativi di accordo, trattative estenuanti, piccoli passi avanti e clamorose battute d’arresto.
Grazie a una prova monumentale, Shannon riesce a rendere attuale e autentica una vicenda di 30 anni fa, dando vita un personaggio con cui è davvero impossibile non empatizzare. La sua è la voce della ragione che lotta per emergere tra le urla dell’estremismo, nel disperato tentativo di raggiungere a ogni costo un accordo che potrebbe salvare decine di vite innocenti.
Una lucidità corrosiva
Oltre all’indubbio talento del suo cast, Waco si distingue anche per uno sguardo registico solido e ispirato, per una fotografia molto curata e, più in generale, per una grande cura del linguaggio visivo. I fratelli Dowdle firmano un vivace racconto per immagini che non scade mai nella semplice prosa cronachistica, ma riesce a cogliere la dimensione tragica e universale delle vicende narrate.
Alla cura della forma si accompagna, però, anche tantissima sostanza: a partire dai fatti di Waco – rielaborati dagli autori in un’autentica tragedia in sei atti, che si divora tutta di un fiato – il lucido e corrosivo sguardo della miniserie passa in rassegna l’intera società americana, mettendone a nudo le mille contraddizioni.
Tra i molti temi messi a fuoco nel corso delle sei puntate incontriamo la proliferazione incontrollata delle armi da fuoco, la crisi spirituale che porta all’avvento di sedicenti “messia fai-da-te” come David Koresh, la pericolosa ascesa di gruppi sociali del tutto isolati dal resto della società, l’irresponsabilità delle agenzie federali dal grilletto facile, la complicità dei media e la leggerezza delle autorità giudiziarie.
Attuale come non mai è anche la dialettica tra due mondi agli antipodi, che parlano linguaggi completamente diversi tra loro: l’assedio di Waco è una perfetta metafora dell’America di oggi, divisa tra conservatori e democratici, integralisti e moderati, periferia rurale e metropoli.
In un groviglio di irresponsabilità e infantilismi, egoismi e incomunicabilità, la serie traccia un ritratto desolante dell’Occidente contemporaneo, ormai sempre più diviso e lacerato.
La recensione in breve
Grazie a un cast formidabile e a una regia nitida e ispirata, Waco traccia un ritratto impietoso delle mille contraddizioni della società americana.
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Voto CinemaSerieTv