La serie : Willow – La serie (Willow), 2022. Creata da : Jonathan Kasdan. Cast: Warwick Davis, Ellie Bamber, Erin Kellyman, Ruby Cruz, Tony Revolori, Amar Chadha-Patel, Dempsey Bryk.
Genere: fantasy, avventura. Durata: 50 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ in anteprima stampa in lingua originale.
Trama: Due decenni dopo aver sconfitto la perfida Bavmorda, il mago Willow si ritrova nuovamente coinvolto in un viaggio intriso di pericoli per fermare le forze del male.
C’è la galassia lontana lontana. C’è un simpatico archeologo a caccia di oggetti mistici. Ma nella storia della Lucasfilm c’è anche un film che non ha avuto lo stesso successo dei due franchise appena menzionati, ma col passare degli anni è divenuto un fenomeno di culto e ora, complice Disney+, ha la possibilità di tornare sugli schermi in una nuova veste. Di questo vi parleremo nella nostra recensione di Willow – La serie. N.B. Abbiamo visto in anteprima sette episodi su otto.
La trama: a volte ritornano
Avevamo lasciato la piccola Elora Danan nelle cure di Sorsha e Madmartigan, mentre Willow tornava a casa dopo la sconfitta di Bavmorda. Ma le forze del male rimanevano in agguato, e così la bambina è stata nascosta in un posto sicuro. Circa due decenni dopo, Madmartigan è misteriosamente scomparso, e una nuova minaccia si presenta a corte, rapendo il principe Airk. La sorella gemella Kit decide di salvarlo e parte insieme ad amici e volontari, ai quali si unisce Willow che nel frattempo ha coltivato una reputazione come formidabile stregone. Ma la sua magia non sarà sufficiente, e di conseguenza per salvare Airk e il regno sarà necessario ritrovare Elora Danan, ovunque ella sia.
Il cast: gruppo di avventurieri
Ovviamente ritorna Warwick Davis, protagonista del film originale e da diversi anni uno degli attori-feticcio della Lucasfilm (è apparso in un film ciascuno delle prime due trilogie di Star Wars, e poi in tutti i lungometraggi del franchise dal 2015 in poi). Al suo fianco, un giovane cast principale composto da Ellie Bamber, Erin Kellyman, Ruby Cruz, Tony Revolori e Dempsey Bryk, quest’ultimo nei panni del principe che gli altri devono salvare. Completa il gruppo Amar Chadha-Patel nei panni di Boorman, un ladro a cui è stata offerta la libertà in cambio della sua partecipazione. Come presenze occasionali tornano altri volti del film: Joanne Whalley (la regina Sorsha) e Kevin Pollak e Rick Overton (i folletti Rool e Franjean). Christian Slater è Allagash, un amico di Madmartigan, con quest’ultimo presente – per ora – solo tramite allusioni, dato che per ben note questioni di salute Val Kilmer non poteva recarsi nel Galles per le riprese durante la pandemia.
Un mondo “minore”
Quello di Willow è sempre stato l’universo da considerare la “pecora nera” all’interno della famiglia Lucasfilm, dato che il film all’epoca non ottenne il successo sperato e, nonostante le vendite discrete in home video negli anni successivi, non bastava l’entusiasmo di Warwick Davis o del regista Ron Howard per convincere i piani alti a dare una seconda chance al mondo fantasy popolato da incantesimi e grandi avventure. Poi, nel 2017, durante le riprese di Solo: A Star Wars Story, lo sceneggiatore Jonathan Kasdan – fan della prima ora e membro della famiglia lucasiana in quanto figlio di Lawrence Kasdan – ha separatamente convinto prima Davis e poi Howard a perorare la causa per una prosecuzione seriale, sfruttando il già annunciato lancio della piattaforma Disney+ (con annessa possibilità di far scoprire il lungometraggio originale a una nuova generazione di spettatori). Una prosecuzione dall’iter produttivo non facile, tra passaggi di consegne dietro le quinte – John M. Chu, che doveva firmare i primi episodi, ha dato forfait per motivi personali – e le complicazioni legate alla pandemia, inclusa la partecipazione di Val Kilmer (che dovrebbe avere un ruolo più importante qualora ci fosse il rinnovo per una seconda stagione).
Un altro “legacyquel”
Lo show rientra perfettamente nella tradizione del “legacyquel”, al punto da essere parzialmente strutturato come la terza trilogia di Star Wars: il male che ritorna, una giovane promessa da addestrare, gli eroi di un tempo che o non ci sono o col passare del tempo si sono fatti più cinici. È giusto un po’ meno presente la componente fan service, frutto forse del fatto che, rispetto a una certa galassia arrivata sullo schermo nel 1977, Willow e compagnia bella non sono mai stati gli idoli delle folle e di conseguenza non c’è bisogno di ricordare al grande pubblico perché questa storia gli piace.
Per questo stranisce un po’ il tono dello show che, come la trilogia di Abrams e Rian Johnson, tratta il materiale di partenza come una sorta di oggetto sacro e non l’avventura ad altezza bambino che Lucas aveva concepito ai tempi (e, proprio come nell’Episodio VIII, ci sono dei momenti in cui si cerca di riassestare ciò che lo spettatore dovrebbe aspettarsi da questi personaggi). C’era un certo fascino ingenuo nel prototipo del 1988 che, al netto della saggia decisione di girare in esterni senza usare troppa CGI per creare gli ambienti, qui ha ceduto il posto a un’operazione più seriosa che però non può compensare del tutto l’assenza di veri guizzi creativi che nasconderebbero in parte la struttura narrativa a tratti fin troppo schematica.
La recensione in breve
La tradizione del "legacyquel" continua con il ritorno di Willow - La serie, coinvolgente ma anche un po' squilibrato nel tentativo di dare complessità seriosa a una storia molto semplice e ingenua.
- Voto CinemaSerieTV