La serie: Zootropolis+ (Zootopia+), 2022. Creata da: Trent Correy, Josie Trinidad. Cast: Don Lake, Bonnie Hunt, Alan Tudyk, Maurice LaMarche, Idris Elba, Raymond S. Persi, Kristen Bell, Leah Latham, Nate Torrence, Shakira, Charlotte Nicdao, John Lavelle, Katie Lowes.
Genere: animazione, commedia. Durata: 7 minuti ca./6 episodi Dove l’abbiamo visto: su Disney+ (screener), in lingua originale.
Trama: Sei racconti brevi, incentrati su personaggi secondari del film Zootropolis, che si svolgono durante gli eventi del lungometraggio.
Proprio come i Marvel Studios, che con l’avvento di Disney+ si sono messi a produrre in proprio le serie televisive del Marvel Cinematic Universe, anche i Walt Disney Animation Studios, ragionando in termini di streaming, hanno cominciato a fare in casa, senza avvalersi della Walt Disney Television Animation, le espansioni seriali dei classici d’animazione. La prima di queste l’abbiamo vista durante l’estate, con la raccolta di corti incentrati su Baymax, l’adorabile assistente artificiale di Big Hero 6. La seconda è quella di cui parliamo nella nostra recensione di Zootropolis+.
La trama: oltre l’indagine
I sei episodi approfondiscono passaggi e personaggi che nel lungometraggio principale avevano uno spazio minore, raccontando eventi “minori” che si svolgono in contemporanea con la trama del film. Hopp on Board parla dei genitori di Judy Hopps, alle prese con un piccolo problema di famiglia; The Real Rodents of Little Rodentia mette alla berlina il format del reality con i retroscena del matrimonio di Fru Fru, la figlia del gangster Mr. Big; Duke the Musical mette in scena le aspirazioni del criminale da strapazzo Duke Weaselton; The Godfather of the Bride si rifà simpaticamente a Il padrino per raccontare le origini di Mr. Big; So You Think You Can Prance scimmiotta programmi come X Factor per approfondire la passione del poliziotto Clawhauser per la cantante Gazelle; e infine, Dinner Rush è la storia di Sam, cameriera che ha quasi finito il turno quando all’improvviso si presentano i bradipi Flash e Priscilla.
Il cast: voci confermate
Praticamente tutti i personaggi che ritornano dal film originale hanno, in inglese, le stesse voci: Don Lake e Bonnie Hunt (i coniugi Hopps), Nate Torrence (Clawhauser), Idris Elba (Bogo), Shakira (Gazelle), Alan Tudyk (Duke), Maurice LaMarche (che ripropone la sua meravigliosa imitazione di Marlon Brando in formato “ridotto” per Mr. Big), Leah Latham (Fru Fru), Raymond S. Persi (Flash), Kristen Bell (Priscilla). Katie Lowes e John Lavelle, che avevano ruoli diversi nel film, forniscono varie voci aggiuntive in ciascuno degli episodi, e tramite materiale d’archivio ci sono dei camei di Ginnifer Goodwin (Judy) e Jason Bateman (Nick Wilde). La principale aggiunta, nei panni di Sam, è l’attrice australiana Charlotte Nicdao, protagonista femminile della serie Mythic Quest su Apple TV+.
In nome della gag
Laddove il film aveva un’anima più seria e cupa, con una riflessione non banale sulla paura del diverso, i sei corti di Zootropolis+, per loro natura, puntano tutto sul fattore umoristico, parodiando i film d’azione, le commedie romantiche, i gangster movies e altro. Eppure, è tutto molto coerente con lo spirito del prototipo, dove varie specie coesistono in qualche sorta di armonia, ragionamento che dagli animali si può estendere ai vari toni cinematografici e televisivi. E, come per i corti incentrati su Baymax, questo approccio dimostra una maggiore comprensione di certe logiche da franchise: non è più necessario fare a tutti i costi un lungometraggio sequel, o una serie televisiva a lungo termine, se le idee forti scarseggiano per quei formati. Si può anche ragionare più in piccolo, sfruttando la cifra stilistica iniziale della Disney – il cortometraggio – e riallacciandosi a una certa tradizione del brand ormai quasi centenario.
Salto di qualità
Se sul versante della scrittura e dei tempi comici delle voci c’erano pochi dubbi (soprattutto nell’episodio dedicato a Flash e Priscilla, dove i ritmi lenti sono un gioiello di recitazione), a colpire maggiormente è la qualità dell’animazione, indice del passo in avanti fatto con il passaggio di consegne da un reparto all’altro, relegando al passato la parziale involuzione visiva che si era palesata con i sequel e spin-off dei vari Aladdin, La sirenetta, Il re leone e compagnia bella, i quali si presentavano nel migliore dei casi come simpatiche ma pallide fotocopie degli originali. E così, con il secolo di vita della Disney Animation dietro l’angolo, si apre una nuova era per il marchio originale della major, dove la nozione di franchise e la cura tecnica non sono più in diretta contraddizione fra di loro.
La recensione in breve
Uno dei più popolari classici d'animazione Disney degli ultimi anni torna in formato ridotto con sei esilaranti racconti che approfondiscono sottotrame del film con brio e creatività.
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