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Home » Streaming » Prime Video » Island, la recensione della serie fantasy coreana di Amazon Prime

Island, la recensione della serie fantasy coreana di Amazon Prime

La recensione di Island, nuovo telefilm coreano tratto da un popolare webtoon con antiche profezie, demoni infernali e coreografie mozzafiato.
Paolo RiberiDi Paolo Riberi1 Marzo 20236 min lettura
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Island
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La serie: Island, del 2022 Creata da: Oh Bo Hyun, Yoon-Mi Jang. Cast: Kim Nam-gil, Lee Da-hee, Cha Eun-Woo. Genere: Fantasy, soprannaturale. Durata: 50 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.

Trama: Un giovane esorcista del Vaticano di origini coreane, una ricca ereditiera in esilio e un misterioso cacciatore di demoni dai poteri soprannaturali si ritrovano sull’isola di Jeju, dove un male ancestrale si sta risvegliando. A bloccare i passaggi verso il reame oscuro ci sono 46 sigilli di pietra, ma la barriera sta iniziando a cedere…


Fino a qualche tempo fa, l’immaginario fumettistico dell’Estremo Oriente era dominio quasi esclusivo delle serie d’animazione.
Il panorama, tuttavia, sta cambiando rapidamente: la computer grafica è ormai in grado di raggiungere traguardi impensabili, ai manga si stanno affiancando i webtoon digitali e, oltre al Giappone, si è recentemente affacciata sulla scena la Corea del Sud.
E così, inevitabilmente, negli ultimi anni un gran numero di fumetti stanno iniziando ad approdare sul piccolo schermo con attori in carne e ossa e budget sempre più considerevoli.
Un progetto particolarmente interessante e ambizioso è rappresentato da Island, adattamento live action di un celebre webtoon a tinte fantasy nato dalla penna di Yoon In-wan e Yang Kyung-il.
Dopo oltre due anni di attesa, la prima stagione (uscita a fine 2022 in Corea) è finalmente approdata su Prime Video lo scorso 27 febbraio, e vanta nel suo cast Cha Eun-Woo, star della band k-pop degli Astro. Non è tutto: il secondo ciclo di episodi è già in corso di distribuzione in patria, e potrebbe già uscire tra poche settimane.
Tra profezie ancestrali, creature demoniache e atmosfere degne di Dark Souls, la serie ambisce a uscire dalla nicchia del k-drama, e punta coraggiosamente al grande pubblico: ecco la recensione di Island su Prime Video.

La trama: un male millenario si risveglia a Jeju

Island
L’isola che dà il titolo è alla serie è Jeju, in passato chiamata Tamra: una terra dove la storia si fonde con il mito, dove, all’origine dei tempi, una divinità aveva posto fine al caos primordiale erigendo 46 sigilli di pietra, i dol hareubang.
La leggenda, però, non finisce qui: qualche secolo fa Wonjeong, una giovane fanciulla in bianco dotata di poteri soprannaturali, avrebbe eretto una barriera mistica a difesa di questo fragile confine.
Prima di partire per la sua missione, la giovane salvatrice si era lasciata alle spalle due bambini, che un ordine zen aveva addestrato per combattere il male dopo averli sottoposti a un oscuro rituale.
L’impresa di Wonjeong, tuttavia, sarebbe stata sabotata dall’improvvisa aggressione di un maligno “uomo in nero”.

Centinaia di anni dopo, il ricordo di questi eventi si è ormai smarrito nelle nebbie di un remoto passato. Su Jeju, tuttavia, il male sta cominciando a risvegliarsi: alcuni mostruosi demoni della lussuria emergono dai sigilli di pietra infranti, si impossessano degli esseri umani e li trasformano in entità malefiche e inarrestabili.
Una serie di fortuite concomitanze porterà però sull’isola tre individui, che dovranno unire le forze fare i conti con l’apocalisse imminente: il giovane e spavaldo esorcista coreano Yohan, la ricca ereditiera in esilio Won Miho e il misterioso cacciatore di demoni Van.
Il sacerdote adolescente Yohan – alias padre Giovanni – dopo dieci anni di servizio in Vaticano viene reclutato da Jang, il maggiordomo di Won Miho, per proteggere la ragazza. La giovane, nel frattempo, è costretta a lasciare Seul a causa delle macchinazioni della zia, che mira a impossessarsi dell’impresa di famiglia. Giunta su Jeju, verrà assalita dalle forze del male e incontrerà il misterioso Van, che per qualche strano motivo sembra già conoscerla molto bene…

Una sceneggiatura originale e avvincente

Island
La serie funziona e intrattiene nel migliore dei modi, portando una ventata d’aria fresca nel catalogo Prime Video: l’accattivante sceneggiatura di Island rimane alquanto fedele al materiale di partenza e agli stilemi tipici del webtoon coreano, senza snaturare le origini.
Al tempo stesso, però, il telefilm ne stempera le idiosincrasie e gli elementi più estremi per far breccia anche nel pubblico meno avvezzo all’immaginario dell’estremo Oriente, dando vita a un’oscura epica fantasy che risulterà particolarmente evocativa per gli amanti di The Witcher e Dark Souls.
Nel plasmare le origini della propria saga, peraltro, Island fa leva sulla vera mitologia coreana: l’isola di Jeju-Tamra esiste davvero, così come i sigilli dol hareubang.

La visione richiede una netta sospensione dell’incredulità: nel secondo episodio, ad esempio, la disavventura aeroportuale di Miho non brilla certo per plausibilità, e fin dai primi minuti le persone muoiono e svaniscono senza che media e autorità se ne preoccupino.
Come se non bastasse, risultano decisamente improbabili – per quanto iconiche – sia la figura del cacciatore errante che quella del giovane esorcista ultra-cool, con cuffie al collo e sneakers all’ultima moda sotto gli abiti talari. Se si accettano le regole del gioco, tuttavia, è difficile non innamorarsi di un universo originale e coinvolgente, di gran lunga più ispirato di molti fantasy nostrani.

Particolarmente curato, in particolare, è il retroterra mitologico del telefilm, esplorato mediante il costante ricorso a due piani temporali ambientati a vari secoli di distanza.
Una scelta davvero encomiabile, memore del fatto che il compito di una serie dovrebbe sempre essere quello di mostrare, e mai raccontare.
Al tempo stesso, Island non si prende mai troppo sul serio: tra gag e sequenze grottesche tipiche della comicità orientale, la serie stempera adeguatamente l’austera solennità della narrazione, conferendo la giusta leggerezza alle avventure dei nostri eroi.

Il potere delle immagini: regia e coreografie mozzafiato

Island
Il motivo per cui più ci sentiamo di consigliare la visione della serie tv, tuttavia, è la qualità registica e coreografica che contraddistingue le sue maestose scene d’azione, che riscattano in pieno le occasionali incertezze sul versante recitativo e le imperfezioni della CGI.
Dinamiche e coraggiose, le riprese delle battaglie all’ultimo sangue tra i nostri eroi e i mostruosi demoni della lussuria rappresentano qualcosa di decisamente inusuale nel panorama seriale nostrano, e ci ricordano come troppo spesso la serialità di intrattenimento occidentale stia finendo per trascurare la componente più adrenalinica ed emozionale delle sue sequenze d’azione.

Le battaglie di Island sono davvero mozzafiato, e ci trasmettono una grande carica di epicità, adattando fedelmente le roboanti acrobazie che abitualmente contraddistinguono gli anime, i manga e i webtoon.
Fin dai primi episodi, ogni volta che Van entra in azione va in scena un’autentica festa per gli occhi, accompagnata da una colonna sonora indubbiamente sopra le righe, ma genuinamente emozionante.
Al netto di qualsiasi ingenuità di sorta, Island ci consegna una grande lezione di cui fare tesoro: il successo sullo schermo dell’epica fantasy non dovrebbe soltanto passare da grandi discorsi e dialoghi evocativi, ma anche e soprattutto dalla forza delle immagini.

La recensione in breve

8.0 Epico

Island fa incontrare l’immaginario fantasy sudcoreano di un popolare webtoon con la serialità live action contemporanea: il risultato è un prodotto di puro intrattenimento, vivace e accattivante, che costruisce accuratamente il proprio background mitologico e ci ricorda il potere dell’immagine e della coreografia.

  • Voto CinemaSerieTv 8
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