Il film: Licantropus (Werewolf by Night), 2022. Regia: Michael Giacchino. Cast: Gael García Bernal, Laura Donnelly, Harriet Sansom Harris.
Genere: azione, horror. Durata: 52 minuti. Dove l’abbiamo visto: screener di Disney+, in lingua originale.
Trama: Dopo la morte di Ulysses Bloodstone, noto cacciatore di mostri, vari individui attivi nel campo sono convocati a casa sua per una competizione legata a un oggetto che potrebbe aiutarli nelle loro missioni.
Dopo i film, i cortometraggi One-Shot e i progetti seriali per Disney+, per i Marvel Studios è arrivato il passo successivo: gli speciali televisivi (i credits recitano “Special Presentation”), racconti brevi, sotto un’ora, con una storia a sé stante, per lo più autoconclusiva. È in arrivo il cosiddetto Holiday Speciali dedicato ai Guardiani della Galassia (il titolo rimanda a quello, famigerato, di Star Wars andato in onda nel 1978), ma prima c’è un altro tassello, che anticipa il periodo di Halloween e di cui parliamo nella nostra recensione di Licantropus (in originale Werewolf by Night).
La trama: all’ultimo sangue
Come ci spiega la voce narrante iniziale, esistono quelli che, nel Marvel Cinematic Universe, agiscono nell’ombra, lontani dalle minacce cosmiche a cui sono abituati gli Avengers e compagnia bella, e si imbattono in eventi e villain più vicini a territori horror. Uno di questi è il da poco morto Ulysses Bloodstone, leader di un’apposita organizzazione, e a casa sua vengono riuniti vari cacciatori di mostri. Lo scopo di questa notte particolare è designare il successore di Ulysses, degno di impugnare l’oggetto mistico noto appunto come Bloodstone, la pietra di sangue. Le regole sono semplici: vince chi riuscirà a sconfiggere una misteriosa creatura che per l’occasione si aggira nei pressi della dimora del defunto. Ma non tutto è come sembra, e la gara si annuncia ricca di sorprese, a volte letali…
Il cast: pochi ma buoni
Anche per motivi legati alla struttura e durata dello speciale (52 minuti, credits inclusi), il cast è ridotto all’essenziale, e per preservare gli elementi più sorprendenti di questo mediometraggio ci limitiamo a segnalare quelli che, ufficialmente, sono i tre interpreti principali: il ruolo di Jack Russell, alias Licantropus (il nome italiano di Werewolf by Night, personaggio introdotto nei fumetti nel 1972), è stato affidato a Gael García Bernal, il quale per l’occasione infonde nel personaggio parte del suo vero retaggio messicano.
Nella parte di Elsa Bloodstone, figlia di Ulysses, c’è Laura Donnelly, attrice nordirlandese che si è fatta notare di recente nella serie HBO The Nevers. Infine, nei panni della vedova Bloodstone, Verusa, c’è la grande caratterista Harriet Sansom Harris, che in ambito televisivo è ricordata soprattutto per la sua presenza ricorrente in Frasier e Desperate Housewives.
Dalla musica alla regia
L’aspetto più notevole dello speciale è la firma in cabina di regia: Michael Giacchino, noto compositore che collabora regolarmente con cineasti come J.J. Abrams e Matt Reeves e ha musicato anche diversi film Marvel (la trilogia di Spider-Man di Jon Watts, il primo Doctor Strange e Thor: Love and Thunder), oltre a ideare il motivetto che dal 2016 accompagna il logo della Casa delle Idee all’inizio dei film del MCU.
Qui passa dietro la macchina da presa, avendo già firmato due cortometraggi, e sfoga la sua verve creativa esplorando un territorio genuinamente nuovo all’interno del mondo cinematografico Marvel, inaugurando quello che sarà l’angolo paranormale/horror del franchise negli anni a venire (e che al cinema dovremmo vedere a partire dal ritorno in scena di Blade). E, così facendo, dimostra di essere portato anche per l’elemento visivo, e non solo quello uditivo.
Uno speciale vecchia maniera
Inizialmente girato a colori, lo speciale è stato poi convertito in bianco e nero in post-produzione, dopo che Giacchino ha convinto la Marvel ad abbracciare pienamente lo spirito vintage del progetto, che si rifà ai monster movies della Universal degli anni Trenta, dalla caratterizzazione dei personaggi (Jack Russell è chiaramente un omaggio al licantropo cinematografico per eccellenza, Lawrence Talbot) all’uso predominante di effetti speciali artigianali (insolitamente per un titolo MCU, la CGI è ridotta al minimo indispensabile), ma con l’aggiunta di qualche litro di sangue che, complice il monocromo, fa sì che l’operazione rimanga comunque fuori dalla cerchia esplicita dei titoli vietati ai minori. Un esercizio di stile che diverte non solo per la sua componente filologica, ma anche per come Giacchino riesce ad applicarla in modo coerente a una storia che, per quanto a sé, funziona nell’ambito più vasto del franchise.
Un nuovo angolo del MCU
Forse non è un caso che, insieme al debutto sullo schermo di Russell e soci, la nuova formula dello speciale catodico Marvel inizi con un’avventura dei Guardiani della Galassia. Nel 2014, infatti, James Gunn si servì di quei personaggi per fare qualcosa di autenticamente nuovo con il MCU, proponendo un’avventura che, al netto di un obbligatorio rimando alla trama orizzontale delle Gemme dell’Infinito, funzionava come storia autoconclusiva e non si avvaleva particolarmente della struttura condivisa dei film precedenti della Infinity Saga.
Era la dimostrazione della forza del marchio Marvel, capace di attirare spettatori anche senza mettere in scena gli Avengers. E in tal senso Licantropus è la più grande ventata di aria fresca in casa MCU proprio dai tempi del debutto dei Guardiani: non serve alcuna conoscenza pregressa, basta gustarsi questi 52 minuti di sangue e mistero senza preoccuparsi di come il tutto si incastri nel grande disegno di Kevin Feige (ipotizziamo che gli eventi si svolgano più o meno nell’attuale “presente” del franchise). La conferma che, anche se a prima vista non sembrerebbe con quanto successo finora nella Fase Quattro, la Casa delle Idee ha ancora voglia di andare oltre le aspettative dei fan e puntare su elementi nuovi.
La recensione in breve
La dimensione horror del Marvel Cinematic Universe esordisce in modo promettente e divertente con l'esordio di Jack Russell alias Licantropus, segnalando anche il talento registico del compositore Michael Giacchino.
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