La serie: Jodie – Il Prescelto, del 2023 Creata da: Everardo Gout, Leopoldo Gout. Cast: Bobby Luhnow, Dianna Agron, Lilith Amelie Siorda Mejia, Tenoch Huerta. Genere: Drammatico. Durata: 50 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Il 12enne Jodie è un adolescente dalle origini misteriose che vive a Baja California Sur insieme alla madre Sarah. Dopo essere sopravvissuto a un incidente mortale, il ragazzo scopre di avere gli stessi poteri di Gesù Cristo…
Ad agosto 2017, Netflix annunciò di aver acquistato la casa di fumetti Millarworld, creata dal geniale Mark Millar, (padre di Kick Ass e Kingsmen, nonché, sotto i vessilli DC Comics, del ciclo Superman: Red Son).
Una mossa a sorpresa che determinò la rottura dell’iniziale partnership con Marvel (alleanza da cui avevano visto la luce le serie dedicate a Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e Punisher) nonché la diversificazione del marchio Netflix, il quale oltre a rimanere sinonimo di streaming e telefilm iniziò pure a campeggiare sui fumetti indipendenti firmati da Millar.
Una mossa senz’altro vincente nel panorama cartaceo, dove l’eccellente The Magic Order ha inaugurato una nuova, variopinta linea editoriale, ma assai meno sul piano cinematografico e seriale, dove l’unico adattamento live action di un fumetto Millarworld per Netflix rimane ad oggi il tremendo Jupiter’s Legacy del 2021.
A due anni di distanza da quel primo, disastroso flop, Netflix stavolta ci riprova con il ciclo cult American Jesus, dedicato alle avventure di un adolescente contemporaneo che scopre di essere il nuovo Messia.
D’intesa con lo stesso Millar – che ha lodato questa scelta – il racconto trasloca però dagli USA al Messico, arricchendo le proprie atmosfere con il misticismo cattolico e il sincretismo paganeggiante del mondo mesoamericano. Il titolo diventa così The Chosen One e, in Italia, Jodie – il Prescelto: eccovi la nostra recensione.
La trama: l’ascesa di un Messia adolescente
Sarah, una giovane donna americana in fuga dalla giustizia e braccata senza pietà da alcuni misteriosi aggressori, attraversa il confine nel cuore della notte e giunge nell’anonima cittadina messicana di Baja California Sur insieme al suo neonato Jodie.
Dodici anni dopo, Jodie ha fatto amicizia con alcuni ragazzi del paese – Tuka, Hipólito e Wagner – e condivide con loro le emozioni e i piccoli dilemmi dell’adolescenza, tra le continue minacce di alcuni bulli e l’incapacità di confessare alla bella Magda i forti sentimenti che prova per lei. Introverso, timido e taciturno, il ragazzo deve però anche convivere con voci, sogni e visioni che lo esortano a portare a compimento il suo destino.
Un giorno, al termine di un lungo e sconclusionato viaggio nel deserto in compagnia dei suoi amici, Jodie viene coinvolto in un incidente mortale, da cui, tuttavia, esce miracolosamente illeso.
Dopo quell’episodio, i suoi amici cercheranno di sfruttare la sua notorietà per racimolare qualche soldo dai loro coetanei, e lo convinceranno a esibirsi in un ciclo di apparizioni pubbliche nelle quali Jodie si cimenterà con alcuni finti miracoli, riscuotendo un successo e una notorietà sempre maggiori.
L’affiorare di autentici poteri soprannaturali, però, cambierà ogni cosa, e riporterà Jodie e sua madre nell’occhio del ciclone, tra la crescente adorazione della comunità e il risvegliarsi di una vecchia minaccia. E se il giovane ragazzo di origini americane fosse davvero Gesù Cristo redivivo?
Se Stranger Things incontra i vangeli apocrifi
Iniziamo subito dalla proverbiale “patata bollente”: la controversa scelta di mutare l’ambientazione del fumetto dagli Stati Uniti al Messico, compiuta da Netflix con il benestare dello stesso Mark Millar nell’ottica di internazionalizzare la propria offerta televisiva, in effetti funziona e convince anche sul piano contenutistico.
I caldi colori del deserto e la tradizione mitologica messicana, tra zelante devozione cattolica popolare e antiche suggestioni precolombiane, offrono ai registi delle 6 puntate di Jodie – Il Prescelto una ghiotta occasione di conferire un ulteriore alone di misticismo e spiritualità al racconto, per il resto alquanto fedele alla graphic novel originaria.
Dal punto di vista tematico, la serie propone un suggestivo e inedito mix tra le avventure adolescenziali a tinte fantasy di Stranger Things e la controversa “spiritualità immatura” degli antichi vangeli apocrifi dedicati all’infanzia di Gesù, che a detta dello stesso creatore Mark Millar hanno rappresentato la fonte di ispirazione primaria per American Jesus.
L’idea, duemila anni fa come oggi, è quella di un drastico squilibrio tra grandi poteri, grandi responsabilità e giovane età, con tutto il carico di paure e incertezze che ieri come oggi contraddistinguono la delicata stagione dell’adolescenza.
A dar vita al nostro “Messia riluttante” sullo schermo è un eccellente Bobby Luhnow, che riesce a far trasparire tutta l’autenticità di un adolescente insicuro e innamorato, facendone al tempo stesso affiorare anche il carisma e la tormentata spiritualità che contribuiscono a renderlo un ragazzo davvero diverso da tutti gli altri.
Ottima regia, ritmi da rivedere
Jodie – Il Prescelto si distingue nel vasto catalogo seriale di Netflix per l’adozione di alcune scelte registiche assai anticonvenzionali, tra cui spiccano l’insolito formato 4:3, una fotografia insolitamente opaca e la presenza di un gran numero di evocative allusioni visive, lasciate saggiamente prive di commento verbale da parte dei personaggi.
Dietro la macchina da presa, Everardo Gout e gli altri registi della serie danno prova di possedere un’identità ben precisa: tratto, questo, che rappresenta il vero punto di forza della serie, capace di sperimentare con successo forme e linguaggi atipici. Brilla anche il cast dei comprimari, a cui va il merito di conferire credibilità ai personaggi e di delinearli in maniera adeguata e convincente.
Qualche nota dolente, che però per fortuna non pregiudica affatto la bontà complessiva del risultato finale, giunge invece dalla sceneggiatura e dai ritmi della narrazione, che stentano a trovare il giusto equilibrio.
Trattandosi di una stagione articolata in soli 6 episodi, le prime 2 puntate risultano troppo dilatate e rarefatte sul piano contenutistico: la storia impiega un tempo eccessivamente lungo per arrivare al dunque, per poi decollare con un drastico cambio di passo che, dopo un arco centrale solido e avvincente, conduce a due episodi conclusivi – il quinto e il sesto – davvero stracolmi di evoluzioni, svolte e colpi di scena.
Peccati di gioventù che, ci auguriamo, ci sarà tempo e modo di correggere in un’eventuale seconda stagione: il finale sembra presupporla in maniera più che esplicita, e il materiale di partenza a cui ispirarsi non manca affatto, dal momento che, sulla carta stampata, ad American Jesus (2004) fanno seguito i più recenti The New Messiah (2019) e Revelation (2022).
Ora la palla passa a Netflix.
La recensione in breve
A metà strada tra teen drama e moderno vangelo apocrifo, Jodie - Il Prescelto brilla per le doti recitative del proprio giovane protagonista e per una regia insolita, originale e molto curata. Incerto il ritmo narrativo, che parte con il freno a mano tirato per poi accelerare eccessivamente. Ad ogni modo, il disastro di Jupiter's Legacy può dirsi ampiamente riscattato.
- Voto CinemaSerieTv