Il film: The Swimmers, 2022. Regia: Sally El Hosaini. Cast: Nathalie Issa, Manal Issa, Ahmed Malek, Matthias Schweighöfer, James Krishna Floyd, Ali Suliman, Kinda Alloush.
Genere: Drammatico. Durata: 134 minuti. Dove l’abbiamo visto: allo Zurich Film Festival, in lingua originale.
Trama: La vera storia delle sorelle Mardini, fuggite dalla Siria e arrivate in Germania per diventare nuotatrici a livello olimpionico.
Nel 2015, quando la Mostra di Venezia selezionò in concorso Beasts of No Nation, l’idea di avere in programma ai festival di cinema dei film destinati alla fruizione in streaming via Netflix (e successivamente anche Amazon Prime Video e Apple TV+) era qualcosa di insolito, persino strano. Sette anni dopo è praticamente la norma, come dimostra il fatto che il film di cui parliamo nella nostra recensione di The Swimmers ha inaugurato ben due eventi consecutivi, il festival di Toronto e quello di Zurigo (che è dove chi scrive ha avuto modo di vedere l’opera terza di Sally El Hosaini sul grande schermo).
La trama: sorelle per la vita
The Swimmers trae ispirazione dalla storia vera di Yusra e Sara Mardini, due sorelle siriane fuggite dalla patria nel 2015 a causa della guerra civile. Arrivate in Europa quasi per miracolo (dovettero spingere e tirare a nuoto la barca che le trasportava insieme ad altri rifugiati, causa guasto al motore), dalla Grecia si recarono a piedi in Germania, dove Yusra, aspirante campionessa olimpionica, riuscì a farsi accettare per le gare del 2016 come membro della neonata squadra creata appositamente per atleti che, per ovvi motivi, non possono rappresentare il paese d’origine. Un parziale svantaggio, poiché Yusra ha dovuto dimostrare di essere lì per merito e non, come sostenevano alcune illazioni sul campo, per pietà del Comitato Olimpico.
Il cast: gruppo di campioni
Le due protagoniste hanno i volti delle vere sorelle Nathalie e Manal Issa (la seconda, attrice professionista francese di origine libanese, ha recitato per Bertrand Bonello e appare in Memory Box, acclamato alla Berlinale nel 2021, mentre la prima è all’esordio come interprete principale dopo aver avuto un ruolo minore in Mon tissu préféré, presentato a Cannes nel 2018). La presenza più famosa nel film è senz’altro quella dell’attore scelto per interpretare l’allenatore del duo: il divo tedesco Matthias Schweighöfer, noto a livello internazionale, sempre tramite Netflix, per aver recitato in Army of the Dead di Zack Snyder e successivamente diretto il prequel Army of Thieves.
Nuotare per sopravvivere
Quella di Yusra e Sara è una storia appassionante, capace di ispirare, e non sorprende quindi che la si volesse portare sullo schermo. Eppure, nonostante il pedigree della casa di produzione (la Working Title, azienda britannica che ha collaborato, tra le altre cose, con i fratelli Coen) e della troupe (Jack Thorne come co-sceneggiatore insieme alla regista, la quale viene da ambienti prestigiosi come una collaborazione catodica con Danny Boyle e ha vinto premi come quello per il miglior lungometraggio europeo alla Berlinale nel 2012 con il suo primo lungometraggio), c’è quel sentore della presenza di Netflix che ha appiattito il tutto, riducendo quello che poteva essere qualcosa di epicamente edificante a un compitino a base di buoni sentimenti, dove tutto si ferma a livello drammatico appena ci si allontana dalle sequenze di nuoto, quelle veramente ben costruite e intrise di tensione narrativa, altrimenti assente.
La recensione in breve
Una formidabile storia vera è alla base dell'ennesimo biopic un po' anonimo che rischia di sprofondare nell'oceano algoritmico di Netflix, nonostante l'impegno delle due attrici e le scene di nuoto girate con cura.
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Voto CinemaSerieTV