La serie: Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi, del 2022. Creata da: Mark Lewis.
Genere: True Crime, Drammatico. Durata: 60 minuti ca./4 episodi. Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa su Netflix.
La trama: Il documentario ripercorre la scomparsa di Emanuela Orlandi, seguendo le piste e le ipotesi fatte nel corso degli anni su cosa le sia realmente accaduto.
Sono pochi i casi che, nella Storia della cronaca nera del nostro Paese, sono rimasti così impressi nella memoria collettiva tanto quanto la scomparsa di Emanuela Orlandi. A rendere “speciale”, e passateci il termine un po’ improprio visto il contesto, questa tragedia è l’identità della quindicenne che ne è la protagonista, ma soprattutto il contesto in cui viveva ed era cresciuta: Emanuela Orlandi era una ragazza del Vaticano, l’unica – ad oggi – mai scomparsa nello Stato Pontificio. Per cercare di dipanare la matassa di misteri che – dal 22 giugno 1983, giorno in cui Emanuela non ha fatto più ritorno a casa – hanno reso sempre più difficile la soluzione del suo caso, Netflix si serve della società di produzione televisiva inglese RAW, con Mark Lewis alla scrittura e alla regia.
Lo premettiamo, ma la sua storia è talmente conosciuta che non si tratta certo di uno “spoiler”, una soluzione a quanto accaduto ad Emanuela non è ancora stata trovata, ci sono tante ipotesi, alcune probabilmente si avvicinano molto alla verità, altre meno: come vedremo in questa recensione di Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi, a rendere però particolarmente intrigante questo documentario – e, ovviamente, la vicenda che vi viene narrata – è la narrazione delle congetture e delle ipotesi, delle testimonianze (alcune affidabili, altre tutto il contrario), delle prove (più o meno indiziarie) che si sono accumulate nel corso degli anni. Insieme vanno a comporre una storia che a tratti ha dell’incredibile e che, se non sapessimo che è realmente accaduta, ci chiederemmo se fosse il soggetto di un romanzo di finzione o di un film thriller.
A rendere poi il caso di Emanuela Orlandi assolutamente unico, come dicevamo, il fatto che sia accaduto nella roccaforte mondiale della cristianità, il Vaticano, e che molte delle piste venute alla luce puntino il dito proprio contro i rappresentanti della Chiesa, che potrebbero aver svolto un ruolo importante nel suo rapimento e nel suo (possibile, visto che il corpo non è mai stato trovato) omicidio. Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi è un viaggio negli oscuri meandri di un’istituzione, quella ecclesiastica, e nella Storia dell’Italia degli anni Ottanta, in cui le bande criminali si dividevano il potere a Roma.
La trama del documentario: dalla scomparsa ad oggi
Emanuela Orlandi è una quindicenne estremamente dotata dal punto di vista musicale, frequenta infatti la scuola di musica di piazza Sant’Apollinare, a Roma. La sua famiglia lavora da sempre per il Vaticano – suo padre è commesso della Prefettura della casa pontificia – e lei è nata e cresciuta tra le sue mura. Una sera, dopo essere uscita da scuola e aver avvisato a casa con una telefonata che un uomo l’aveva fermata, con la scusa di proporle un lavoro come promoter per la Avon, Emanuela scompare senza lasciare traccia. I genitori, allarmati quando non la vedono tornare, avvisano le autorità, che fin dai primi giorni delle indagini scoperchiano un vaso di Pandora fatto di indizi misteriosi, avvistamenti, false piste e testimoni inaffidabili.
È da subito chiaro che quello di Emanuela non è un caso come gli altri, la ragazzina non si è allontanata da casa di sua volontà e, quando una serie di inquietanti telefonate iniziano ad arrivare a casa degli Orlandi, gli inquirenti capiscono che dietro il rapimento potrebbe nascondersi qualcosa di veramente grosso. Tra le prime ipotesi c’è quella che sia sta presa come pegno nella liberazione di Mehmet Ali Ağca, l’uomo che aveva tentato di uccidere papa Giovanni Paolo II. Dietro il rapimento ci sarebbero state o delle organizzazioni terroristiche o addirittura il KGB.
Un’altra ipotesi è quella della partecipazione della Banda della Magliana, avvalorata poi dalla testimonianza di Sabrina Minardi, per anni amante del capo del gruppo criminale romano, Enrico De Pedis, detto Renatino. La banda criminale potrebbe aver preso la giovane sperando di ottenere la restituzione di un’ingente somma di denaro prestata al Vaticano, pare infatti che Giovanni Paolo II avesse finanziato il sindacato polacco Solidarność per cercare di riportare il cattolicesimo nella sua patria. Non manca poi la teoria che, dietro la scomparsa di Emanuela, ci fossero delle figure importanti del mondo ecclesiastico, che potrebbero averla adescata e fatta poi sparire. Dal 22 giugno 1983 ad oggi, le congetture sul destino di Emanuela si sono susseguite nella continua ricerca di una verità che continua a sfuggire, unica certezza, come finiscono per affermare tutti i testimoni che partecipano al documentario: la Chiesa c’entra sicuramente qualcosa.
Il valore delle testimonianze
L’ipotesi che punta il dito contro un membro importante dell’istituzione ecclesiastica, qualcuno che avrebbe avvicinato Emanuela spinto da un malsano interesse sessuale, è avvalorata dalla testimonianza di un’amica d’infanzia della ragazzina. La donna, a volto coperto, per la prima volta riporta una confessione fattale da Emanuela pochi giorni prima della scomparsa: qualcuno di molto vicino al Papa l’aveva infastidita e lei – spaventata che magari il padre potesse perdere il lavoro – non aveva il coraggio di dirlo a nessuno.
Sono le voci di chi aveva conosciuto Emanuela, soprattutto quelle dei suoi familiari – il fratello, le sorelle, e la madre che appare velocemente – ad arricchire questo documentario, che per la scansione dei fatti si affida alle voci di giornalisti, avvocati, e membri delle autorità che parteciparono in modi diversi al caso. La presenza costante del fratello di Emanuela, Pietro, ricorda allo spettatore quanto la speranza non si esaurisca mai, nemmeno dopo 39 anni di indagini inutili e presunte svolte. La sua famiglia è sempre lì a chiedere giustizia, a chiamare in causa i colpevoli e, anche se fino ad ora non ha ottenuto risultati, non si arrende. Perché, come ci viene ripetuto più e più volte nel corso del documentario, un segreto non può rimanere nascosto per sempre.
Quattro episodi per raccontare il Caso Orlandi
Vatican Girl, su questo non c’è dubbio, ha un forte impatto emotivo sullo spettatore, che viene trascinato nella vicenda e ne resta estremamente colpito. La narrazione, però, se ci soffermiamo sulle scelte fatte a monte per il suo sviluppo, risulta a tratti un po’ confusa, come se non si avesse un’idea chiara su come dipanare i fatti e raccontarli. Certi momenti in particolare, poi, ci sembra che fosse necessario scavare di più: un esempio tra tutti è la testimonianza di Sabrina Minardi, che viene interrogata senza veramente approfondire la sua partecipazione come sembrerebbe necessario. Sappiamo infatti che in altre occasioni la donna ha dichiarato altri possibili dettagli sulla scomparsa di Emanuela, affermando addirittura di essere presente quando gli uomini della Magliana fossero presenti. Non che sia mai stato provato, ma la mancanza di questo e altri elementi nel documentario, contando che la Minardi vi prende direttamente parte, ci lascia con una sensazione di superficialità e incompletezza.
Il documentario diretto da Mark Lewis – a parte la testimonianza dell’amica di infanzia di Emanuela – non aggiunge nulla di nuovo a quanto già stato detto in precedenti occasioni; fa sì ordine in gran parte della vicenda, ma sembra fermarsi sempre un po’ prima del vero – e necessario – approfondimento. Vatican Girl è un prodotto interessante, ben costruito (anche se, come dicevamo, a tratti un po’ confuso) e capace di colpire particolarmente chi guarda con le testimonianze di chi la vicenda l’ha vissuta davvero. Detto questo, però, quattro episodi finiscono per essere troppo pochi per narrare al meglio il caso Orlandi, e noi chiudiamo la visione con la sensazione che manchi qualcosa e che sarebbe stato necessario approfondire ancor di più la storia della giovane Emanuela.
La recensione in breve
Vatican Girl è un documentario che racconta un caso davvero sorprendente e misterioso, grazie alle molte testimonianze ricostruisce la vicenda toccando al cuore lo spettatore. Si chiude lasciando però il desiderio di un maggiore approfondimento.
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