Era il 1991 quando debuttò su Canale 5 la miniserie Fantaghirò. Si trattava del primo capitolo di una pentalogia che, nel corso degli anni, ha travalicato i propri confini, trasformandosi in un vero e proprio cult.
Nonostante la qualità del prodotto lasci ben vedere tutti i segni dei trent’anni passati dalla messa in onda della prima parte, la saga firmata da Lamberto Bava continua ad avere un seguito agguerrito, una schiera di fan e nostalgici che richiedono a gran voce la messa in onda della saga ogni Dicembre.
Sebbene le emittenti televisive ormai virino sempre alla tarda notte per mettere in scena la fiction che vede come protagonista Alessandra Martines e Kim Rossi Stuart, Fantaghirò continua ad essere un cult che vive una sua propria vita, senza curarsi delle novità e del progresso tecnologico che nel 2022 la fa sembrare quasi un prodotto nato dagli interpreti de Gli occhi del cuore di Boris.
La saga di Fantaghirò, tuttavia, è un prodotto che al di là dei suoi limiti ha moltissimi pregi: tra questi anche la capacità di riproporre fiabe e vecchie storie in una veste del tutto nuova. Ecco i riferimenti alle fiabe classiche in Fantaghirò, dai più evidenti a quelli più nascosti.
La Strega Nera: Il Lago dei Cigni
Nella seconda stagione di Fantaghirò i protagonisti della storia devono vedersela con la minaccia rappresentata dalla Strega Nera, la villain interpretata da Brigitte Nelsen che, nel corso della saga, si trasformerà in un’alleata per l’eroica protagonista.
Tuttavia, nella serie che segna la sua entrata in scena, la Strega Nera è una creatura malvagia che vuol distruggere il grande amore tra Fantaghirò e Romualdo e portare il caos nel regno. Per portare a termine il suo piano, la strega non solo rapisce il padre della protagonista, ma a un certo punto assume le sembianze di Fantaghirò e bacia Romualdo con l’inganno. Il principe sviene e al suo risveglio si accorgerà di aver perso i ricordi della sua amata.
Si tratta di un sotterfugio narrativo che sembra voler omaggiare la tradizione delle fiabe russe e tedesche che hanno dato origine a Il lago dei cigni. In esso, infatti, il destino dell’amore tra Odette e Sigfried passa attraverso l’inganno del principe, che viene spinto a riconoscere Odile, il cosiddetto Cigno Nero, come sua futura moglie. Fantaghirò, naturalmente, ha un finale decisamente più lieto e spensierato, ma è indubbio il richiamo tra la miniserie e il balletto di Čajkovskij.
La caccia di Romualdo: Cenerentola
Un’altra fiaba che viene omaggiata dalla miniserie di Lamberto Bava è Cenerentola. Durante il primo capitolo di Fantaghirò, infatti, si vede il personaggio di Romualdo inseguire una misteriosa fanciulla di cui, alla fine, riesce a vedere solo gli occhi.
Basta un proverbiale battito di ciglia per far sì che il principe si innamorati di una ragazza di cui non sa assolutamete nulla. Ritornato al suo castello, allora, Romualdo emana un proclama reale per cui tutte le donne del regno dovranno presentarsi al suo cospetto con la faccia coperta e solo gli occhi in mostra. La sua speranza è quella, naturalmente, di ritrovare la donna che gli aveva rubato il cuore.
In Cenerentola il principe si innamora allo stesso modo di una donna che non conosce, di cui non sa nulla, nemmeno il nome. E l’unico modo per rintracciarla, dopo che la mezzanotte l’ha costretta a fuggire, è richiamare l’attenzione di tutte le donne del regno affinché provino la scarpetta che la futura principessa ha perso.
Tarabas e Fiodor: La bella e la bestia
Forse, però, la fiaba che più di tutte ha ispirato la miniserie Fantaghirò è quella de La Bella e la Bestia, che rimane una delle favole più rimaneggiate di sempre.
Il primo richiamo a questo topos lo si trova in Fantaghirò 3, quando viene introdotto il personaggio di Tarabas, interpretato da Nicholas Rogers. Fantaghirò si mette sulle sue tracce per salvare la vita di Romualdo, che nel frattempo è stato tramutato in pietra.
Tarabas, però, è un uomo colpito da una maledizione lanciata da sua madre, la strega Xellesia (Ursula Andress), che lo costringe a diventare una Bestia ogni volta che bacia qualcuno che ama. Se nel classico diventato ancor più famoso grazie alla Disney l’amore era ciò che liberava la bestia dal sortilegio, in Fantaghirò l’amore diventa una condanna, quasi a voler sottolineare come l’amore sia in grado di tramutare anche il più potente degli uomini in un animale.
Ma anche nella quarta stagione si torna a parlare dello stereotipo de La Bella e la Bestia: non solo con il ritorno di Tarabas che forse è destinato a trovare il vero amore, ma soprattutto attraverso il personaggio di Fiodor, dietro le cui sembianze mostruose, si nasconde l’amato Romualdo.