E il terzo giorno, dopo le prime due serata segnate dal voto dei giornalisti in sala stampa, per il Festival di Sanremo arriva il giorno della giuria demoscopica, formata da 300 persone selezionate tra abituali consumatori di musica, e del televoto. La terza serata è stata praticamente infinita con tutti i 28 cantanti in gara, che al termine della loro esibizione hanno visto una nuova classifica, frutto della media tra la votazione di ieri e quelle delle due serate precedenti. Risultato? In testa c’è ancora Marco Mengoni, seguito da Ultimo e a sorpresa da Mr. Rain.
Durata sfidante a parte, è stato utile riascoltare i brani in lizza per la vittoria finale. Chi ha deluso nella prima uscita ha avuto modo di rifarsi e chi invece l’ha da subito azzeccata l’alchimia vincente, ha avuto un’altra opportunità per fissarsi nella mente del pubblico. Veniamo allo spettacolo vero e proprio. Amadeus e Gianni Morandi sono stati accompagnati sul palco dalla stella della nazionale di pallavolo Paola Egonu. Tra gli ospiti più apprezzati, i Måneskin, vincitori nel 2021 con Zitti e buoni, la canzone che li ha lanciati nell’empireo mondiale del rock (sì, Sanremo fa anche questo). Bello, ma breve e troppo in là nella serata, l’omaggio al grande Burt Bacharach, scomparso a 94 anni. Ecco allora le pagelle della terza serata del Festival di Sanremo 2023.
Amadeus, voto: 6,5
Via le ansie dei primi giorni, via i turbamenti, ammesso li abbia mai davvero avuti considerati gli ascolti altissimi, Amadeus gongola e a ragione. Durante la seconda serata aveva promesso tanto ritmo per questo terzo appuntamento denso come il nucleo solare e la promessa è stata mantenuta.
Restiamo convinte che se si tagliassero tutte le parti superflue del Festival di Sanremo, privilegiando solo musica e cantanti e qualche momento di sano spettacolo, saremmo tutte e tutti più pimpanti e senza borse sotto agli occhi. Tuttavia, il campo è suo ed è suo anche il pallone, quindi Ama fa ciò che vuole.
Gianni Morandi, voto: 7,5
Più passa il tempo, più il nostro Gianni nazionale prende le misure del palco, si diverte e si lancia senza rete. Gli è toccata infatti un’apertura in solitaria, gestita con grande disinvoltura. Tra i momenti più alti della serata il duetto con Sangiovanni sulle note immortali di Fatti mandare dalla mamma. Com’era l’amore quando i social non c’erano? Così, puro e tenero (almeno crediamo).
Paola Egonu, voto: 6,5
A Paola Egonu la grinta non manca mai. Così come non manca il coraggio di esprimersi (“Sì, l’Italia è un paese razzista” ha detto in conferenza stampa). Lo dimostra anche in questa occasione così nuova per lei. Ispirata da Mila e Shiro, la Egonu ha schiacciato più di una palla vincente. Ottima nei duetti con Gianni Morandi, più tesa nel momento riflessivo. “Non sono qui per dare lezioni” ha spiegato, in un monologo spesso interrotto dagli applausi. “Io sono io“, ha poi concluso parlando di diversità come unicità.
Con un pensiero finale alla Vita spericolata di Vasco Rossi, penultimo a Sanremo nel 1983, ma vittorioso nella Storia. Come a dire che il risultato sul campo non definisce la nostra vera riuscita.
Måneskin, voto: 7
Possono piacere o meno, ma negare la portata del fenomeno Måneskin sarebbe davvero controproducente. Damiano e soci portano a Sanremo il loro modo di concepire il rock, affiancati da un chitarrista leggendario come Tom Morello. Fa discutere il look di Victoria, comparsa sul palco con dei collant smagliati sul fondoschiena. Ormai siamo abituate a questi colpi di testa.
Classifiche, voto: 5
Il Festival di Sanremo è da sempre una creatura bifronte. Da un lato c’è lo spettacolo, con tutti i suoi riti chiassosi. Dall’altro c’è la musica che dovrebbe essere la protagonista assoluta e invece viene spesso e volentieri schiacciata tra polemiche e amenità di varia natura.
Così, capita che per giorni si parli di canzoni di un certo livello e la classifica dica altro. Anche questo, ovviamente, fa parte del gioco, ma lo squilibrio tra il giudizio degli addetti ai lavori e quello popolare talvolta è inaffrontabile. Siamo stati capaci di mandare in finale Emanuele Filiberto di Savoia al posto di interpreti davvero più blasonati, quindi non ci stupisce nulla. Ma l’ottavo posto di Colapesce e Dimartino è incomprensibile. Staremo a vedere. Ma la sensazione è che questo Festival di Sanremo 2023 stia per riservarci la più gigantesca delle supercazzole.
Di seguito tutti i cantanti in gara, con i relativi codici per votarli (fatelo se avete paura che possa succedere qualcosa di terribile).
Paola & Chiara, voto: 6,5
Paola e & Chiara, bellissime in nero, sanno il fatto loro e stanno sfruttando il palcoscenico del Festival di Sanremo come meglio non potrebbero, distillando nostalgia e uno spirito dance anni ’90, salvato un attimo prima dall’andare fuori tempo massimo. L’operazione è perfettamente riuscita.
Mara Sattei, voto: 6,5
Il pezzo di Mara Sattei, scritto da Damiano dei Måneskin, ha un impianto drammatico molto forte e l’interpretazione della Sattei, stavolta, è migliore rispetto alla prima serata. Duemilaminuti è un pezzo che può dire ancora molto.
Rosa Chemical, voto: 7
Rosa Chemical si diverte un sacco e si vede. Made in Italy scatena polemiche? E lui ci ride sopra, spingendo il piede sull’acceleratore di un motivo vagamente retrò, pieno zeppo di ritmo. Funziona.
Gianluca Grignani, voto: 6
Quando ti manca il fiato è una lettera aperta a un padre assente. Il pezzo è struggente e sicuramente farà bene, ma non ha quel mordente che lo rende unico e lo faccia emergere sugli altri. Bravissimo, però, Grignani a gestire in diretta una piccolo problema tecnico e a ricominciare. Blanco può prendere appunti per la prossima volta.
Levante, voto: 6
Ecco un’altra canzone che esce alla distanza dopo una prima esibizione penalizzante. Vivo può funzionare, ha una certa carica e un testo pieno di carattere. Può dire la sua, anche se nel complesso questa nuova Levante non ci convince appieno.
Tananai, voto: 6,5
Il romantico Tananai fa strage di cuori con Tango, ode a una relazione a distanza e ai Police. Pezzo accompagnato da un video struggente, diventato ben presto virale, in cui protagonista è una coppia separata dalla guerra. Furbo? Forse sì. E a giudicare dal risultato del voto popolare, al momento ha ragione lui.
Lazza, voto: 7
Bene aveva fatto al suo esordio, nonostante il mancato apprezzamento della sala stampa, e bene ha fatto nel secondo round Lazza. La sua Cenere parla di un amore disperato col piglio giusto. A noi è piaciuta tanto.
LDA, voto: 5
LDA, erede di Gigi D’Alessio, continua a non convincere con la sua Se poi domani. C’è poco mordente, poca originalità nella canzone del figlio di Gigi D’Alessio. Non può essere una bocciatura definitiva, ma certamente non finirà nelle prime posizioni.
Madame, voto: 8
Madame è una di quelle che subito ha azzeccato canzone ed esibizione. Il bene nel male, storia d’amore tra una prostituta e il suo cliente, è uno dei migliori pezzi in gara ed è sicuramente destinato a grandi cose a livello commerciale e di airplay radiofonico. La cantante vicentina ha fatto parlare di sé anche per una presunta lite con Anna Oxa, smentita poi dalla stessa Oxa che ha parlato di diffamazione. Chissà cos’è successo davvero.
Ultimo, voto: 6
Ultimo è riconoscibile e questa è la sua forza, oltre al grande bacino d’utenza di fan su cui può cantare e che sicuramente si faranno sentire in fase di televoto (il secondo posto in classifica si spiega così) . Il pezzo? Alba continua a essere piuttosto anonimo.
Elodie, voto: 8
Dopo ore di ascolto è la nostra favorita e per una serie di motivi validi. Due funziona sulla lunga distanza, entra in testa ed è un pezzo che esalta le doti vocali di questa artista, che sembra sempre sul punto di sbocciare. Forse per Elodie è arrivato il momento di splendere.
Mr. Rain, voto: 4,5
No, non approviamo Mr. Rain nemmeno al secondo ascolto (ma la giuria popolare non la pensa come noi, evidentemente). Certi dettagli continuano a risultare indigesti (“Siamo angeli con un’ala soltanto” solo in Così parlò Bellavista). E il coro di bambini è un accompagnamento straniante.
Giorgia, voto: 6
Lo ammettiamo senza mezzi termini. Giorgia è stata fino ad ora la delusione più grande. Ci aspettavamo grandi cose da lei, invece Parole dette male è una canzone che non sa emozionare, purtroppo. Ieri, però, l’esibizione è stata impeccabile, praticamente perfetta (a differenza della prima sera). Stasera il duetto con Elisa può risollevare questo Festival di Sanremo per la bravissima cantante romana.
Colla Zio, voto: 6,5
I Colla Zio si confermano con Non mi va un gruppo brioso e divertente. Anche in questo caso il brano non farà furore in classifica, ma avrà comunque la sua fetta successo commerciale. Difficile resistere al groove anni ’70. Difficile in assoluto resistere al ritmo.
Marco Mengoni, voto: 8
Difficile che qualcuno possa soffiargli la vittoria (e a giudicare la classifica lo speriamo), ma l’imponderabile è sempre da considerare, visto che Sanremo è un evento umano e come tale a volte è folle e incomprensibile. Due vite cresce a ogni ascolto, amplificando le caratteristiche canore di questo giovane artista che con quella voce può fare davvero ciò che vuole. Bravissimo.
Colapesce Dimartino, voto: 8
Sarà anche meno originale rispetto a Musica leggerissima, ma Splash di Colapesce e Dimartino ha una bellezza inscalfibile. A noi è piaciuta per il suo spirito scanzonato, intriso di ironia e l’intelligenza del testo. Andrà lontano.
Coma_Cose, voto: 8
Sono sempre bravissimi, Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli. Nella sua semplicità, la loro canzone tocca le corde più profonde dell’animo. Così, quando li sentiamo dire “L’addio non è una possibilità”, gli crediamo con tutto il cuore. Poi la presenza scenica è notevole, confermata anche in questa seconda esibizione.
Leo Gassmann, voto: 6
Il problema di Terzo cuore è che piano piano si insinua nella testa. Questo cambia le carte in tavola? Non proprio. Leo Gassmann è volenteroso. La canzone godibile, con qualche passaggio divertente (il testo è firmato anche da Francesco Bertuzzi dei Pinguini tattici nucleari), ma abbastanza scontata.
Cugini di campagna, voto: 6,5
I Cugini di campagna stanno facendo una bellissima figura in questo 73.mo Festival di Sanremo. Non puntano alla vittoria, anzi non ci pensano minimante, ma vogliono solo svecchiare un’immagine naif, che continuiamo però a vedere e ad apprezzare con affetto. Bravi, e brava La rappresentante di lista ad aver cucito su misura un pezzo ideale per il gruppo romano.
Olly, voto: 6
Polvere non graffia e Olly fa quello che può per conquistare una platea assonnata. Il risultato è tutto sommato gradevole, ma dimenticabile.
Anna Oxa, voto: 6
Come si fa a criticare un’artista come Anna Oxa? Sali è un pezzo coraggioso, vocalmente impossibile, ambizioso. Il problema è che una canzone del genere ha poco a che fare con Sanremo e l’apparizione della Oxa sul palco dell’Ariston finisce così per somigliare a quella di un’aliena.
Articolo 31, voto: 6,5
Sono stati penalizzati troppo dal voto della stampa e ieri sera J-AX e DJ Lad si sono presi una rivincita. Un bel viaggio è una canzone nostalgica che parla di amicizia in maniera non scontata. Evviva gli Articolo 31 e la loro ironia.
Ariete, voto: 6,5
Mare di guai avrebbe meritato un riconoscimento maggiore, ma il destino di Ariete non si consumerà certo al teatro Ariston, anzi. Pronostichiamo per lei un grande successo commerciale.
Sethu, voto: 6,5
Continua a piacerci, anche al secondo ascolto, il punk all’acqua di rose di Sethu e la sua Cause perse è un piacevole diversivo in un mare di melodia. Speriamo possa farsi valere.
Shari, voto: 5
Penalizzata da una prima esecuzione così così, Shari si rifà in questa terza serata, con una mise à la Eva Kant in rosso. Tutto sommato meglio della scorsa volta, ma il brano, Egoista, non riesce proprio a farsi ricordare, nonostante le ottime intenzioni.
gIANMARIA, voto: 6
gIANMARIA autore di Mostro è uno dei talenti di Sanremo giovani, uno di quelli che sceglie la melodia come cifra distintiva del suo stile. La canzone non brilla (proprio no), ma avrà comunque i suoi estimatori.
Modà, voto: 6
I Modà sanno indubbiamente il fatto loro. Lasciami è un pezzo in cui Kekko Silvestre si è messo a nudo coraggiosamente parlando di depressione, ma non funziona del tutto.
Will, voto: 5
Il nutrito gruppo di cantanti giovanissimi in gara al Festival di Sanremo 2023 non può che farci piacere, ma il pezzo di Will, Stupido, continua a non colpirci. Un pulcino sperduto.