Iniziano le danze o si scaldano i fornelli, fate voi. Ciò che conta è che la dodicesima edizione di MasterChef Italia è ufficialmente iniziata, con il suo carico di emozioni e risate. I tre giudici, Antonino Cannnavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli sono stati dei perfetti padroni di casa di quello che lo stesso Barbieri ha definito come “Il programma più importante della TV italiana“. Dimostrandosi severi, anzi molto severi, solo verso i colpevoli di oltraggio al risotto (non preparate mai un risotto alla barbabietola se volete partecipare a MasterChef).
Dichiarazioni a parte, questa prima puntata ci ha permesso di scoprire alcuni dei prossimi concorrenti e di individuare anche i temi portanti dello show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, disponibile su Sky e in streaming su Now TV. Primo fra tutti, la multiculturalità, ma anche la voglia di rivoluzionare la propria esistenza, lavorando al “progettone della vita“, per citare le parole di una concorrente.
Molte e molti di loro hanno stoffa da vendere, e si vede, altri sono poco più che un divertissement. Tutte e tutti però hanno una storia più o meno epica da raccontare. E ci hanno provato in questa fase di selezione. In palio c’era il grembiule bianco, che dava diritto alla Masterclass, e quello grigio, passaporto per la fase delle sfide. Ecco allora le pagelle della prima puntata di MasterChef Italia 12.
Antonino Cannavacciuolo: voto 10 e lode
Il gigante buono, il genio della lampada, l’entità benefica che ogni sera vorremmo nella nostra cucina per chiedere consiglio sul giusto punto di marinatura del tofu. Antonino Cannavacciuolo conferma ancora una volta il suo talento anche come conduttore. Merito della sua simpatia partenopea che a volte sfocia in una sana e consapevole “cazzimma“. Come quando ha ribadito con eleganza di aver conquistato due stelle Michelin grazie a un piatto, diventato poi d’ispirazione per una giovane concorrente romana. Da clonare.
Bruno Barbieri: voto 9
Coi suoi completi multicolore, equiparati da Cannavacciuolo alla macedonia, è come il Santa Claus della canzone di Natale: vi vede se dormite, vi vede se siete svegli. E soprattutto, al primo accenno di hybris vi colpisce con la forza travolgente del suo eloquio e l’aplomb bolognese. Ne sa qualcosa il povero Gennaro, aspirante chef partenopeo, ma cresciuto a Roma, che dopo aver strappato un grembiule grigio grazie al sì stiracchiato pronunciato da Barbieri, si becca dallo chef un commento molto diretto: “Daje un ca*zo, le sfide sono una cosa seria!“. Da idolatrare.
Giorgio Locatelli: Voto 9
Elegante e raffinato, chef Locatelli ha un sorriso per tutte e per tutti. E anche quando tira stoccate lo fa sempre con classe. Rispetto ai colleghi ruba meno l’occhio, ma è solo un’impressione. Darà tantissimo allo show in termini di empatia e bravura. Da stimare.
Hue: voto 8
Ricordate il nome, Hue, come la città in cui è ambientato Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. Questa minuscola ragazza vietnamita ha una personalità pazzesca. Un misto di serenità orientale e simpatia mediterranea. Timida, dolce, in Italia dal 2016 quando si è trasferita a Salerno per studiare all’università, Hue ha presentato dei ravioli con ripieno di maiale e lemongrass da tre sì. E con un nome come Imparare, praticare, sperare, sognare, non avrebbe potuto essere altrimenti. Il sogno da realizzare dopo la possibile vittoria? Comprare tutti i libri di cucina del mondo e tradurli nella sua lingua. Anche se somiglia a quella compagna di classe che spergiura di non aver studiato e poi prende 10, sarà una delle protagoniste di MasterChef 12. Ci scommettiamo.
Laura: voto 8
Architetta romana, Laura ha ammaliato giudici con le sue capesante con germogli, gocce di ribes e centrifugato di mela (piatto ispirato apertamente a un pezzo forte di Cannavacciuolo che l’ha comunque perdonata). E con una storia di rinascita personale, dopo un dramma familiare, che ha scatenato genuine emozioni nel trio di chef. Le parole di Cannavacciuolo valgono da sole un pezzo di vita: “Quando l’ho vista entrare mi è sembrato di vedere già un cuoco“. Brava, preparata e simpatica come il suo migliore amico Edoardo (voto: 10). Miglior accompagnatore di sempre.
Edoardo: voto 8
Divertente ed eclettico, Edoardo da Varese ha nobilitato la salopette e il taglio di capelli a casseruola allungata, completamente home made. E soprattutto ha incantato i giudici con il suo carattere naïf (ha mostrato con orgoglio il tatuaggio fatto da ragazzino per suggellare l’amicizia con un coetaneo turco) e con un piatto delicato e fresco. Un riso con zucchine marinate al limone che gli somiglia pochissimo. Ecco perché lo ha chiamato Ossimoro (alla faccia della sua erre moscia). Lo ameremo alla follia.
Antonio, detto Bubu: voto 7,5
Tecnicamente è uno studente di archeologia che vive a Roma con la sua ragazza. In realtà sogna di diventare un grande chef e ha approfittato della vetrina di MasterChef per fare outing davanti ai suoi genitori, che ne ignorano le attitudini gastronomiche. Ha presentato i culurgiones, un piatto della sua terra, la Sardegna, ben fatto ma un po’ acerbo, proprio come lui. Piace per la sua freschezza e la sua dolcezza. In effetti, il suo messaggio a mamma e papà è stato uno dei momenti più teneri della prima puntata.
Rachele: voto 7,5
Milanese, una vita passata nella moda, nonostante abbia ricevuto poco in cambio da un mondo patinato che la giudicava in maniera feroce solo per il suo aspetto fisico (era obesa prima di sottoporsi a un intervento per dimagrire), Rachele ha mostrato grinta da vendere nei suoi ravioli al branzino. Senza però rinnegare l’emozione del momento. Ha conquistato tre sì con bravura e personalità. Perché, come lei stessa ha sottolineato, quando si desidera vivere delle proprie passioni non ci si può fermare. E alle parole pronunciate da Cannavacciuolo durante la consegna del grembiule bianco – “Vaffa***lo le sfide” – abbiamo esultato (È stato lì che abbiamo pensato di clonare Cannavacciuolo).
Francesco: voto 7
Sembra il cattivo ragazzo di Roma Nord delle commedie anni ’80 dei fratelli Vanzina. Francesco, 1,94 di altezza, eloquio più che fluente, nasconde le sue fragilità dietro una personalità spumeggiante (a tratti eccessiva). Ma è simpatico e volenteroso. Figlio d’arte (suo padre ha prodotto i film di Renato Pozzetto), ha presentato dei paccheri gourmet ripieni di burrata. Semplici ma non banali, vero. Il grembiule bianco è stato suo. Un personaggio del genere può solo dare un contributo positivo a uno show come MasterChef. Nonostante le perplessità di Barbieri, palesate con il solito savoir faire (“Hai mai pensato di farti vedere?“).
Francesca: voto 6,5
Francesca è minuta, ma agguerrita. Ed è stata la prima ad affrontare i giudici con la sua indubbia energia. Studiosa di relazioni internazionali, disciplina che ha sperimentato in un lungo e tormentato soggiorno in Cina, ha conquistato il grembiule bianco con un piatto, Taijou Me Sou, di matrice orientale, con gamberi, mousse di anacardi e spuma di panna e limone. Tre sì e tanta commozione finale. Un pizzico agitata, ma tutto sommato brava.
Silvia: voto 6,5
Gli chef sostengono che l’emotività eccessiva possa essere la grande rovina di questa elegante signora romana, che ha preparato degli gnocchi perfetti. Eppure, ha conquistato subito il grembiule bianco, quasi senza sforzo. Personaggio da tenere sott’occhio sicuramente. Ci regalerà duetti imperdibili soprattutto con chef Barbieri di cui ama lo stile alla follia.
Sara: voto 6,5
Emozionatissima e con salivazione azzerata, già dall’entrata col carrello, Sara è di Bergamo ma ha origini marocchine, che ha esaltato appieno nel piatto presentato. Un hummus alla menta con chutney e tonno scottato che ha davvero esaltato i giudici. E per lasciare senza parole Barbieri ce ne vuole. Non ha fatto vedere al 100% di che pasta è fatta, ma si farà sicuramente valere.
Il personaggi di contorno: voto 6
Ogni edizione ci riserva, in fase di selezione, personaggi che ricorderemo più per la simpatia che per il talento culinario. Come Diego, che condivide casa con fidanzata e mamma, e che a MasterChef le ha portate tutt’e due. Con risultati disastrosi. Di Giuseppe da Bari (vaga somiglianza con Bradley Cooper), direttore di un laboratorio di analisi che si reinventa ogni 3-4 anni (il suo attuale boss è la simpatica compagna), ricorderemo la mini coreografia brutta e la sua salsa olandese (che almeno lo ha portato al grembiule grigio).
Così come al grembiule grigio è arrivato Andrea. Vorremmo avere nella vita la nonchalance di questo ragazzo barbuto quando risponde “sì” (pentendosene all’istante) alla domanda, “Hai messo un pesce grasso con un condimento grasso?“. Traduciamo dallo cheffese la domanda di Cannavacciolo: “Hai osato affiancare due ingredienti antitetici senza vergognartene, giusto?“.
Nota di merito finale per la deliziosa Ivana, arrivata alle sfide con un piatto che non ha convinto del tutto. Eppure, la sua lunga storia d’amore con un prete ha acceso di passione gli chef. E quando c’è la passione a MasterChef c’è (quasi) tutto.