Finisce con la vittoria meritatissima di Eleonora il lungo viaggio di MasterChef Italia 13. Antonio, Eleonora, Michela e Sara hanno dato davvero il meglio di sé al cospetto dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, ma a risultare decisiva è stata la creatività della cameriera livornese. Mai verdetto è stato più giusto (e più anticipato). L’incredula ventinovenne ha conquistato 100.000 euro in gettoni d’oro e la possibilità di pubblicare il primo libro di ricette per Baldini+Castoldi (oltre al corso di alta formazione presso ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana). Prima della presentazione del proprio menù, tutti e quattro hanno cucinato per lo chef Andreas Caminada, il re della cucina svizzera li ha giudicati sia nella Mistery Box che all’Invention Test, eliminando Sara. Il resto è storia. Ecco allora le pagelle della serata finale di MasterChef Italia 13 (stavolta è tutto).
Mistery Box, voto: 8
L’ultima Mistery Box ha incoronato Eleonora come prima finalista. Ispirati dal kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro, i fantastici quattro hanno dovuto fare i conti con le rispettive “ferite”. E se la sono cavata complessivamente molto bene, al cospetto di Andreas Caminada. Ispirandosi al lavoro dello chef svizzero, capace di trasformare lo stesso piatto in tanti modi diversi, ognuno di loro ha dovuto ricreare un piatto con gli ingredienti già fatali in svariate prove passate. In più, hanno ricevuto un regalo da Caminada.
Michela (voto 6), che ha ottenuto un’emulsione di aglio nero, ha preparato un carrè di cervo cotto quasi alla perfezione con funghi e gel alla mela.
Eleonora (voto 8), omaggiata con il confit di limone, ha cucinato una rapana al burro con melanzane al forno, dai sapori ben bilanciati (balconata per lei, meritatissima).
Sara (voto 6), con il supporto della vinaigrette speciale di Caminada, ha presentato il sugarello e asparagi in tre consistenze diverse. Bella l’idea, peccato per le lische del pesce e le squame non eliminate a dovere.
Antonio (voto 7), con il kimchi, ha cucinato delle capesante scottate su fondo di maiale e platano fritto. Un piatto che ha ben evidenziato la crescita del giovane cuoco siciliano.
Invention Test, voto: 8
Michela, Sara e Antonio hanno dovuto replicare tre piatti dello chef Caminada: una quaglia con barbabietole, un salmerino con spuma di latticello e un lucioperca con pomodori verdi. Le difficoltà variavano da pietanza a pietanza, ma non si può certo parlare di prova semplice in assoluto. Proprio Eleonora ha assegnato i piatti ai concorrenti, affidando il complesso salmerino ad Antonio. Il lucioperca è andato a Michela, mentre la quaglia se l’è “aggiudicata” Sara. Al di là delle dichiarazioni bellicose, nessuno dei tre è stato tranquillo.
Michela (voto 7) non è stata tradita dal sifone ma dal sale. Sara (voto 7) ha lavorato molto bene, pur con qualche piccola imperfezione, per esempio la cottura della quaglia. Antonio (voto 7), infine, ha fatto un ottimo lavoro come sempre, azzeccando la cottura del pesce, ma sbagliando come Michela la dose di sale.
Fuori dalla finalissima è andata Sara.
La prova finale, voto: 8
Mettiamola così, Michela (voto totale 8), Eleonora (voto totale 9) e Antonio (voto totale 8) sono stati effettivamente i concorrenti migliori di questa tredicesima edizione, con pregi, difetti, caratteristiche uniche. Ogni menù proposto ha mostrato le loro peculiarità.
Antonio, con mamma, papà e fratello, si è lasciato influenzare dall’amore di Goethe per la Sicilia per un menù (voto 7,5) fortemente connesso alle sue radici. Ha cucinato lumache di terra con pesto di tenerumi, bottoni con ricotta su fondo di agnello (bilanciatissimo nei sapori), astice blu e una semisfera di ricotta con cioccolata.
Michela, sostenuta dal marito Claudio e dai tre figli, ha presentato un menù (voto 8) legato alle sue origini montanare. È davvero impressionante il piglio di questa signora che sembra intinta nel titanio. Come antipasto ha proposto i filetti di salmerino al ginepro con maionese agli agrumi (non apprezzato dai giudici). Seguito da fiori di loto con finferli e tuorlo fritto (belli e gustosi), carrè di agnello in crosta di erbe e, dulcis in fundo, strudel con semifreddo alla mela.
Eleonora, con il tifo della sorella Elena e di mamma e papà (tutti imbarazzatissimi), ha preparato tre piatti ispirati all’ichigo-ichie giapponese, ovvero l’arte di godere del momento. Peccato per la mancanza di serenità (apparente almeno). Come antipasto ha realizzato delle chips di carta di riso, seguite da ravioli al vapore (bellissimi), anguilla in doppia cottura laccata e mochi ripieni di bavarese al cocco. Il menù per noi è stato da applausi (voto 8,5).