Ospite di Francesca Fagnani a Belve, Loredana Bertè si è confessata a 360° su carriera, amori e il rapporto problematico con la sorella Mia Martini,, morta tragicamente nel 1995. Una relazione simbiotica, difficile e condotta fino alla fine con molti non detti e dubbi irrisolti.
La tragica scomparsa di Mia è per Berté il più grande rimorso della vita: “Se potessi far rivivere qualcuno per due minuti, sceglierei Mimì e le direi ti voglio bene, ti amo: il mio rimpianto più grande è stato non essermi fermata, quando più aveva bisogno, a chiederle come stava, invece di continuare con i miei viaggi per il mondo. L’ha uccisa la cattiveria della gente, io se penso a lei ora mi metto a piangere, perché alla morte di una sorella non si può rimediare, è un fatto inaccettabile“. Bertè si riferisce anche al fatto che per un lungo periodo Mia Martini fu letteralmente cancellata dalla scena musicale italiana a causa di una presunta fama di iettatrice, dovuta a calunnie messe in giro da gente del mondo dello spettacolo. Questo la isolò e la tenne lontana dalla musica, per molto tempo.
Gli anni passati con Mimì e Renato Zero, a Roma, sono per Loredana Berté ancora oggi il ricordo migliore di tutta una vita: “Vivevamo alla giornata, facendo l’autostop; io in minigonna e Mimì e Renato nascosti dietro le pompe di benzina: si fermavano tutti, e poi tutti volevano il mio numero. Ma io davo il numero del cimitero, o della stazione dei pompieri“.
Renato Zero , Mia Martini e Loredana Berté #Belve
Avrei pagato oro per viverli pic.twitter.com/zkutWdnGcN
— Luca ⚓ (@LucaCaTe007) April 2, 2024
Col crescere della popolarità di entrambe, non arriva però, di pari passo l’invidia, sostituita dalla gratitudine: “Avere una sorella come lei per me era un privilegio. Se non l’avessi avuta, mi sarei sentita come mi sento ora che non c’è più: vuota. Perderla mi ha spezzato il cuore“.
Nell’intervista, la cantante rievoca con dolore il momento in cui venne a sapere della morte di Martini: “Vidi Mara Venier piangere in diretta; continuavano a passare immagini sue. Il telefono squillava da tutto il giorno, ma io non avevo risposto, perché credevo fossero i soliti scocciatori. Poi, la sera, mi chiama Renato e mi dice ‘Spegni tutto, sto arrivando’. Avrei voluto dirle più spesso ‘ti voglio bene’, ma non lo facevo mai, perché sapevo che lei mi avrebbe risposto: ‘Chetteserve?’ e allora lasciavo perdere”
“Ma da quando è morta Mimì, io con la vita ci litigo, non potrò mai più farci la pace”, l’amara riflessione della Berté.