In vista dell’uscita del film Familia, che racconta la sua storia, Luigi Celeste ha tenuto un monologo a Le Iene, in cui rievoca al pubblico del programma le circostanze che lo portarono ad unirsi ad un gruppo di naziskin e ad uccidere suo padre, nel 2008. Nel monologo, che potete rivedere in video su Mediaset Infinity, e di cui vi proponiamo il testo integrale, di seguito, Celeste parla anche della sua famiglia e del percorso fatto in carcere, a Bollate.
“Avevo 23 anni quando ho ucciso mio padre e solo 10 quando il tribunale l’ha allontanato da casa perché violento. Lui se ne fregò, costrinse a me e mio fratello a dire agli assistenti sociali che non lo vedevamo da settimane, anche se continuò a vivere in quella casa che era diventata una prigione. I continui pugni in faccia fecero cadere tutti i denti a mia madre, eppure nessuno si accorse di nulla, non le istituzioni a cui lei aveva chiesto aiuto, non chi lo doveva sorvegliare.
Poi, dopo l’ennesima denuncia, la polizia ci portò via tutti. Mia mamma in un centro anti-violenza, noi in comunità, e nostro padre? A piede libero, finché non si beccò 9 mesi per maltrattamenti, ma ai domiciliari. Dissero a mamma che ora poteva rifarsi una vita, che la nuova casa era un luogo protetto, che mio padre non l’avrebbe mai trovata, ma lui pagò un impiegato comunale per rivelargli dove fosse e la costrinse a riprenderselo.
Io feci 4 anni in comunità dimenticato da tutti. Vede, signor Giudice, questa è la ragione per cui le donne fanno fatica a denunciare. E questo è il disgusto che, a 16 anni, mi ha portato a diventare uno skinhead, a tatuarmi la parola vendetta sul collo e a viverla ogni giorno.
Quando ho sparato a mio padre, lui minacciava me, mia mamma e mio fratello con un coltello. I giudici scrissero che avrei dovuto andarmene, lasciandoli soli alla sua follia. La giustizia, dopo aver chiuso gli occhi per anni, guardandomi, non vide una vittima, ma un assassino.
In Carcere decisi che avrei raccontato la mia storia perché servisse da esempio. E oggi è un libro, che poi è diventato un film. Io oggi sono un esperto di sicurezza informatica conosciuto a livello europeo, ma il riscatto lo devo solamente a me stesso.
Non alle istituzioni che mi hanno abbandonato per poi rinfacciarmi a ogni occasione il mio passato. Credetemi, nessuno abbraccia l’odio volontariamente. La vita dipende dal contesto in cui nasci, dalla fortuna, da quella mano a cui vorresti aggrapparti quando stai per cadere.
E purtroppo, troppo spesso, nessuno ti dà”
Il libro di cui parla Celeste nel monologo è Non sarà sempre così, che potete acquistare anche su Amazon. Dal libro è stato tratto il film Familia, di Francesco Costabile, interpretato da Francesco Gheghi nel ruolo di Luigi e con Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Marco Cicalese, Francesco De Lucia, Tecla Insolia e Stefano Valentini. A Venezia 2024 il film è stato presentato nella sezione Orizzonti ed è stato premiato per l’interpretazione di Francesco Gheghi. Al link che segue, la nostra recensione di Familia.