Ironica e graffiante (“Sono una tigre, non pestatemi la coda”), Marcella Bella è sbarcata nel salotto di Belve per raccontarsi senza filtri, ma con il giusto distacco umoristico “Nessuno capisce le mie battute”, lamenta) soffermandosi in particolare sul ruolo avuto dal sesso e dalla sensualità per il suo successo. Dopo aver parlato a lungo de “Nell’aria”, hit anni ’80 condotta sul filo del doppio senso, Bella, che si definisce ‘gelosissima’, passa a raccontare un divertente aneddoto con protagonista il marito e Lory Del Santo. Ma nell’intervista, spazio anche a frecciatine sull’abuso di chirurgia estetica, da parte di alcune colleghe, diventate “quasi irriconoscibili”.
Come detto, Nell’aria, scritto nel 1983 dal fratello Gianni, con testo di Mogol, contribuì a fare della cantante un’icona di sensualità, un’etichetta che Bella rivendica ancor oggi: “Se mi sento sensuale? Sì, ma la carica erotica ce l’ha solo chi non dice di averla. Personalmente, poi, io spendo e spando in cosmetici”.
Senza, però, esagerare in ritocchini: “Quando mi dicono che sono rifatta, mi arrabbio. Conosco certe colleghe che hanno proprio esagerato; le incontro, e sono talmente cambiate che a momenti non le riconosco quando mi salutano. Poi capisco chi sono e mi invento una scusa: ‘Sai, era buio, non vedevo bene?“.
Proprio per questo motivo, commentando una vecchia vignetta satirica del 1973, Bella esclama senza pudore: “Quella non sono io, io non le voglio le tettone, serve il chirurgo per quello. Nessuno al naturale ha un seno così, il seno naturale è morbido!”. Ma, a proposito di gelosia, ecco il racconto di una classica “scenata” d’altri tempi!
![Marcella Bella a Belve [Raiplay]](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/un-sorriso-e-poi_edited-1024x505.jpg)
“Un giorno, io e mio marito eravamo a un concerto. A un certo punto vedo questa, Lory Del Santo, che sussurra all’orecchio di lui e poi torna al suo posto. Io gli chiedo se la conosceva, lui, terrorizzato, mi dice di no. Dopo una mezzoretta, questa ritorna e gli parla ancora all’orecchio. Allora io mi sfilo una scarpa e faccio per lanciargliela contro (lei era seduta di fronte a noi) con mio marito che cerca di fermarmi. Allora io mi avvicino a lei, le tocco la spalla due volte con la scarpa. ‘Sì?’, ‘Conosci quell’uomo?’, ‘No’, mi fa con una vocina stridula. ‘E allora girati e non guardare più nella nostra direzione’
E la gelosia persiste, inalterata, dopo anni di matrimonio: “Ho sempre controllato il telefono di mio marito, sempre. Adesso non posso più, perché ha messo doppio pin, ma anche io l’ho messo e lui non lo sa. A 40 anni, se scoprivo qualcosa era la fine, l’unica soluzione era la lupara. Adesso è diverso; ogni tanto mi accorgo di qualche quisquilia, fa un po’ il piacione“.
Spazio, in chiusura, anche per argomenti più seri, come il dolore per la malattia dell’amato sodale e fratello Gianni (“Che non possa più cantare o scrivere canzoni è un castigo troppo amaro”) e per la perdita dell’amata mamma (“Se potessi riaverla qui con me per due minuti, le direi di non andare via. Quando è morta, non ero con lei, non ho potuto stringerle la mano”). A Belve Marcella Bella ha anche parlato del suo status di icona gay, inciampando in una gaffe.