All’interno della sua rubrica Passaparola, all’interno della trasmissione Accordi e Disaccordi, su NOVE, Marco Travaglio dà la sua personale ricostruzione della vicenda della supposta censura ad Antonio Scurati per il 25 aprile, affermando come a suo modo di vedere, non si possa effettivamente parlare di bavaglio, ma piuttosto del “solito mix di viltà, servilismo e stupidità dell’Armata BrancaMeloni; nessun dirigente Rai ha mai detto che Scurati non doveva leggere il monologo sul 25 aprile.”
Con un lungo intervento, che vi riproponiamo sotto, Travaglio spiega per filo e per segno come sarebbero andate le cose, partendo dalla tanto dibattuta questione economica.
Il programma offre 1000 euro, gli agenti di Scurati ne chiedono 1800, si trova un accordo a 1500. Poi, il 19 aprile, Scurati invia il testo del monologo alla redazione, e la redazione lo gira ai dirigenti Rai. Questi saltano sulla sedia: ‘Oddio, chi la sente adesso, Giorgia?’. Ideona! Scurati legge il monologo, ma gratis, con la scusa che sono solo due minuti.
Ed è a questo punto che, secondo Travaglio, la vicenda si complica e nasce il pasticcio, a causa di incomprensioni e mancata comunicazione
In attesa della risposta [di Scurati] il contratto originario, quello a titolo oneroso [cioè quello che prevedeva un compenso allo scrittore, ndr] viene bloccato, annullato per motivi editoriali.
17.42 del 19 aprile; la produzione del programma manda ai vertici Rai la lista degli ospiti per il giorno successivo, e accanto al nome di Scurati appare la dicitura ‘titolo gratuito’, cioè ‘gratis’- Quelli, ben contenti, danno il via libera al comunicato con la lista degli ospiti. Ma a Scurati, la redazione non gliel’ha detto che andava gratis, tanto che la Bortone la sera chiama i vertici per dire che c’è un casino. Loro non le rispondono subito, perché fa fede la mail, e perché contano di risolvere tutto l’indomani. Ma il mattino dopo, si trovano il post su Instagram della Bortone. E lì parte la rumba: censura, fascismo, regime!
Travaglio chiude l’intervento con un ulteriore retroscena su Scurati: “Sabato lui aveva ancora con sé i biglietti del treno e l’hotel pgati dalla Rai, che poi infatti li ha annullati alle 13, visto che lui, comprensibilmente, non era partito. “In apertura, peraltro, il giornalista e opinionista del Fatto aveva confessato un suo errore: “Sabato l’avevo chiamata censura, perché mi ero basato sulla versione di Serena Bortone, di cui non avevo motivo di dubitare”.
Come detto, era stata proprio la conduttrice a sollevare il caso, venerdì 19 aprile, con un post Instagram dai toni polemici. In seguito, sarebbe stata proprio lei a leggere il monologo in trasmissione, prendendo le veci di Scurati, che, dal canto suo, avrebbe poi declamato il testo, pochi giorni dopo, ospite a “Repubblica delle Idee”