La Procura Trieste ha deciso di riaprire il caso di Unabomber, l’attentatore italiano che ha colpito nel Nord-Est del nostro paese dal, 1994 al 2006, senza mai essere identificato. La decisione è stata presa dopo un’istanza firmata dal giornalista Marco Maisano e da due vittime, Francesca Girardi e Greta Momesso.
Antonio De Nicolo, ha annunciato la sua decisione al quotidiano Il Piccolo: “Abbiamo deciso di riaprire il caso Unabomber perché pensiamo che qualcosa possa essere ancora fatto” ha detto il procuratore capo della Procura di Trieste. Antonio De Nicolo ha precisato che nel corso delle nuove indagini “Verificheremo se da tutto il materiale organico allora repertato è stato estratto o meno il DNA. È possibile che in alcuni casi, con i metodi utilizzati allora, non fosse ritenuto estraibile, mentre con quelle attuali magari sì. Quindi dobbiamo constatare se c’è del materiale utilmente sottoponibile a indagini genetiche“.
Antonio De Nicolo sarà affiancato dal pm Federico Frezza, ultimo magistrato ad occuparsi delle gesta dell’attentatore. Le azioni dinamitarde di Unabomber vanno dal 1994 al 2006. Nel maggio del 2004 l’ingegnere Elvo Zornitta fu posto sotto indagine, poi si scoprì che un agente aveva manomesso le prove contro di lui.
Il caso Unabomber è stato raccontato recentemente in un documentario televisivo andato in onda il 13 ottobre su Rai2, il programma comparava la storia del bombarolo americano con quella dell’italiano. Marco Maisano, il giornalista che ha presentato l’istanza, ha lavorato con Francesco Bozzi a OnePodcast, dedicato proprio a Unabomber. L’inchiesta ha portato alla scoperta di nuovi elementi, come un capello bianco su un uovo inesploso nel novembre del 2000, attribuito a Unabomber e acquistato in un supermercato di Azzano Decimo.