Wanna Marchi è stata la prima ospite di Belve, La televenditrice ha parlato della sua fulminante carriera, della sua caduta e del periodo passato in prigione. La Marchi, che ha rifiutato un’offerta televisiva di Silvio Berlusconi, si è commossa al ricordo di Francesco Campana, il compagno scomparso di recente, ma anche dell’ex marito Raimondo Nobile.
L’intervista a Wanna Marchi, prima ospite della nuova stagione di Belve, inizia con la domanda classica, quella che Francesca Fagnani fa a tutti gli ospiti del programma: “Che Belva si sente?”. La televenditrice si definisce una “tigre graffiante”. Un botta e risposta quello della giornalista e la sua ospite molto serrato “mi stupisce la sua dolcezza, mi hanno detto che è cattivissima, tutti mi hanno consigliato di disdire l’intervista”, dice la Marchi, tornata al centro dell’attenzione dopo il documentario Netflix di cui abbiamo parlato nella recensione di Wanna.
“Non ho paura del diavolo perché con tutto quello che ho subito dalla vita non mi spaventa, nella vita ne incontro ogni giorno”, afferma l’ospite del programma che puntualizza che non parlerà del marito Raimondo Nobile “perché grazie a dio è morto”. Un uomo che ha sposato a 17 anni “Il più grande errore della mia vita. È stato un matrimonio infelice, pieno di botte. Ho vissuto un periodo di terrore, mi chiudevo a chiave nella stanza, sperando che non tornasse a casa. Avevo paura di divorziare per il giudizio della gente. L’ho sopportato per i miei figli”, rivela la Marchi.
Si definisce poco cinica, sincera e poco bugiarda. “Dico sempre quello che penso se uno mi sta antipatico non lo frequento”, ma se riceve un torto non sa perdonare. La sua ossessione per il lavoro, soprattutto al tempo delle televendite, non era per accumulare soldi “Quelli non mi interessano, non sono mai stata ossessionata dai soldi. Io dovevo essere la prima, e infatti sono sempre stata la migliore”.
Francesca Fagnani le ha ricordato che Alessandro Garramone, il creatore della docuserie Wanna, ha detto che lei si accende solo quando va in video. A proposito Wanna ha rivelato che l’unica parte che non le è piaciuta è stata quella delle testimonianze, soprattutto quelle anonime “Mio padre mi ha insegnato sempre a metterci la faccia”.
Il successo di Wanna Marchi arrivò con il famoso scioglipancia, “Ne vendevamo per 300 milioni di lire al giorno“, il suo modo diretto, i suoi insulti sferzanti alle persone in sovrappeso cambiarono il mondo delle televendite. “Lei si rivolgeva alle donne nello stesso modo in cui la trattava suo marito, può essere un senso di rivalsa?”. Le chiede la giornalista e lei “Può essere, sa che non ci avevo pensato mai?”.
Bettino Craxi le offrì 500 milioni per uno spot pubblicitario a favore del Partito Socialista, Silvio Berlusconi le offrì la conduzione di Ok il prezzo è giusto, rifiutò entrambe le offerte: “È il primo no che ricevo in vita mia”, le avrebbe detto il Cavaliere.
Dopo il successo, arrivarono i primi guai finanziari di Wanna Marchi, che chiese aiuto a Milva Magliano, pregiudicata per camorra. Le bruciarono un negozio e ci furono tentativi di estorsione da parte di alcuni membri della malavita calabrese. “Erano ragazzini cresciuti a casa mia, amici dei miei figli, mai avrei immaginato che fossero loro i responsabili”
Wanna Marchi va in carcere per la prima volta, la sua azienda ha un buco di 4 miliardi, ma, finiti gli arresti domiciliari stringe amicizia con il Marchese Attilio Capra de Carrè, un affiliato alla P2. È lui a presentargli Berlusconi prima e dopo Mário Pacheco Do Nascimento, il cuoco che si trasformò in un Maestro di Vita. Da quel momento Wanna inizia a vendere numeri del lotto e oggetti contro il malocchio: “Non so perché ho iniziato, a volte nelle situazioni ci si ritrova. Ho fatto male perché mi ha fatto male” dice ribadendo “Non mi sento di aver usato le debolezze degli altri. Sono state dette un sacco di bugie. Provo tenerezza per gli anziani, non ne ho mai truffato uno. Hanno colpito solo me, i maghi continuano ad esserci in televisione”.
“Se la prigione mi ha cambiato? No, Sono uscita come sono entrata, non ho mai preso pillole per dormire, mai incontrato uno psicologo”. A proposito del periodo passato in carcere la Marchi ha detto alla Fagnani che in carcere “hanno fatto di tutto per farla suicidare“. Lei conferma e spiega: “Lo hanno fatto con il trattamento, il modo di apostrofarmi, non mi davano la possibilità di lavarmi quando volevo farlo, mi davano l’acqua fredda anche se era disponibile quella calda. Tante cose, tante. Se una persona è debole, non è difficile che si suicidi in carcere Ma non ci ho mai pensato”.
La televenditrice ammette che ci sono stati momenti difficili, legati alla malattia di sua figlia Stefania Nobile, anche lei in carcere: “Lei ha una malattia gravissima, che si chiama artrite reumatoide. Mia figlia pesava 40 chili. La portavano Con le manette attaccate alla barella e quattro persone che la scortavano, la portavano in ospedale per fare le trasfusioni, due, tre volte la settimana. Per me era una roba terrificante. Io per mia figlia sono disposta a uccidere” e “Se ho sbagliato Qualcosa? Certo, avrei potuto patteggiare”, conclude Wanna Marchi.
Belve nel finale di trasmissione manda in onda una sorta di backstage e ieri sera si è vista Wanna Marchi in lacrime, la donna si è commossa parlando di Francesco Campana, il compagno scomparso. “Era straordinario” ha detto alla Fagnani “Ho saputo che l’ha perso da poco” ha risposta la giornalista. Dietro le quinte c’era anche Stefania Nobile. La figlia di Wanna è intervenuta dicendo “L’unico uomo che Dio ha creato, l’ha avuto lei“.