La serie: His Dark Materials – Queste Oscure Materie 3, del 2022 Creata da: Jack Thorne Cast: Dafne Keen, Ruth Wilson, James McAvoy, Amir Wilson. Genere: Fantasy, steampunk. Durata: 55 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Sky Atlantic, in lingua originale.
Trama: Mentre Will vaga di mondo in mondo alla ricerca di Lyra, sua madre Marisa la tiene prigioniera in un remoto rifugio, per proteggerla dalle forze del Magisterium. Lord Asriel, nel frattempo, si prepara a scatenare una guerra cosmica contro il tirannico dominio dell’Autorità.
A quindici anni esatti dalla prima, sfortunata trasposizione cinematografica, e al termine di varie peripezie produttive, l’adattamento della trilogia letteraria Queste Oscure Materie di Philip Pullman raggiunge finalmente la sua epica conclusione.
Tutto era iniziato nel 2007, con l’uscita nelle sale di La Bussola d’Oro di Chris Weitz: la casa di produzione era la New Line Cinema, reduce dal successo mondiale del Signore degli Anelli, e il cast includeva una pletora di star, tra cui Nicole Kidman, Daniel Craig, Eva Green e Ian McKellen.
Eppure, pur essendo nato sotto i migliori auspici, il film non aveva raccolto l’accoglienza sperata, e il sogno di adattare l’intera trilogia era ben presto andato in frantumi.
La saga, però, era troppo attuale e avvincente per rimanere confinata nel dimenticatoio: e così, nel 2019, ci ha riprovato il regista inglese Jack Thorne, scegliendo questa volta di trasformarla in una serie tv per BBC e HBO.
Gli ostacoli, però non erano finiti: nel 2020 la pandemia ha messo a serio repentaglio le sorti della seconda stagione, che ha potuto vedere la luce soltanto dopo il taglio integrale di un episodio.
Ora, però, su Sky Atlantic e Now Tv possiamo finalmente gustarci il terzo e ultimo atto della serie: ecco, quindi, la nostra recensione di His Dark Materials – Queste Oscure Materie 3.
La trama: assalto finale contro il Regno dei Cieli
La terza e ultima stagione di His Dark Materials – Queste oscure Materie si apre con un antefatto dedicato all’origine del cosmo: all’inizio dei tempi, un angelo ha usurpato il trono celeste, e ha fatto credere a tutti i suoi pari di essere un dio.
Molti altri angeli si sono ribellati all’impostore, ma sono stati banditi nel multiverso, originando la Polvere.
È così che ha avuto inizio il dominio dell’Autorità, il falso dio venerato dal Magisterium e dalle altre istituzioni religiose dei vari mondi paralleli.
Ed è proprio contro quest’Autorità che ora lord Asriel si accinge a muovere guerra, raccogliendo in un’unica fazione gli angeli caduti e l’umanità ribelle dei vari mondi paralleli.
I suoi intenti sono nobili, ma i suoi metodi – come ormai già sappiamo – lo sono decisamente meno.
Nel frattempo, Lyra Belacqua è priva di sensi, prigioniera in una remota costruzione in pietra sulla costa dell’Atlantico: a mantenerla in quello stato è sua madre Marisa, decisa a tenerla celata al Magisterium anche contro la sua volontà.
Sulle sue tracce, però, c’è Will Parry, che, dopo aver assistito alla morte di suo padre, è deciso a utilizzare i poteri della lama sottile per raggiungerla e portarla in salvo.
Una volta riuniti, però, i due protagonisti dovranno scegliere con attenzione la prossima mossa: seguire i due angeli Baruch e Balthamos per unirsi alla grande guerra di Asriel, o scendere nel regno dei morti per incontrare un’ultima volta il povero Roger, che continua a tormentare i sogni di Lyra?
A quanto pare, il pugnale di Will è l’unica arma che può uccidere l’Autorità…
Un grande ritorno guida un cast di qualità
Malgrado le ottime prove dei giovanissimi Dafne Keen e Amir Wilson, bisogna riconoscere come la seconda stagione fosse stata fortemente penalizzata dalla totale assenza (causa pandemia) di James McAvoy, che dà il volto al cinico e spregiudicato lord Asriel.
Nell’ultimo atto della trilogia, il ritorno trionfale del suo personaggio – in un’inedita veste guerriera – contribuisce non soltanto a riannodare i fili del racconto, ma anche e soprattutto ad alzare l’asticella della qualità complessiva della serie, fornendo un perfetto contraltare alla prova della sempre ottima Ruth Wilson (Marisa Coulter).
A ogni apparizione, e soprattutto in occasione dell’animata resa dei conti del terzo episodio, i due antieroi rubano la scena e fanno emergere sullo schermo tutte le contraddizioni di una coppia di adulti animati da buone intenzioni, ma sempre spinti a fare la scelta sbagliata dai loro istinti più bassi e incorreggibili.
Sulle prime, invece, i giovanissimi Dafne Keen (Lyra) e Amir Wilson (Will) sembrano un po’ faticare a rientrare nei propri ruoli.
Con il trascorrere degli episodi, però, la loro recitazione diventa sempre più convincente e incisiva, permettendo anche agli spettatori di tornare gradualmente a emozionarsi e immedesimarsi nelle loro peripezie.
Nell’insieme, la loro performance risulta tutto sommato molto positiva, ed è destinata a culminare in un finale all’insegna delle forti emozioni.
Tra gli antagonisti, brilla invece ancora una volta l’astro di Will Keen (padre, nella vita reale, dell’attrice protagonista, e qui interprete del crudele Hugh MacPhail), che riesce a dar vita a un personaggio incredibilmente meschino e bigotto, forte con i deboli e debole con i forti.
All’inizio della terza stagione, lo spietato MacPhail è asceso dal rango di cardinale a quello di “padre presidente”, ossia di pontefice supremo del Magisterium, e darà filo da torcere agli eroi della saga.
Una trasposizione fedele e ben riuscita
La sfida più difficile, per lo showrunner Jack Thorne, consisteva nel realizzare una trasposizione capace di rendere davvero giustizia al materiale originario.
Come sicuramente già sapranno i lettori della saga, il ciclo della Bussola d’Oro di Philip Pullman non rappresenta soltanto un magistrale esempio di fantasy steampunk, ma è anche e soprattutto un’opera densa di metafisica, filosofia e religione che, per la sua esplicita ispirazione ai vangeli apocrifi, viene considerato spesso una perfetta antitesi delle Cronache di Narnia di C. S. Lewis.
Queste caratteristiche, inizialmente solo abbozzate, diventano particolarmente esplicite nel terzo e ultimo romanzo della saga, che abbandona ogni parvenza young adult per condurci dritti al cuore di un storia che parla di dogmi e libero arbitrio, ribellione e peccato originale.
Con il senno di poi, è probabilmente una fortuna che la trilogia cinematografica non sia andata oltre il primo film: i risicati tempi di un lungometraggio non avrebbero mai consentito di dare pieno sviluppo a tutti gli elementi della terzo atto, da Metatron all’Oltretomba, e dai minuscoli gallivespiani ai misteriosi mulefa.
Con ogni probabilità, i lettori avrebbero finito per scontrarsi con gli estimatori del film, lamentando il (sicuro) ricorso a tagli e cambiamenti per compattare le circa 450 pagine del libro in un solo lungometraggio.
Come tipico degli adattamenti letterari di marca BBC, invece, His Dark Materials utilizza appieno le otto ore a propria disposizione per riprodurre la fonte con la massima fedeltà, al netto soltanto di alcuni, minimi cambiamenti (la grotta himalayana dove Marisa nasconde Lyra, ad esempio, si trasforma in una casupola di pietra che si affaccia sull’oceano).
La terza stagione vince così la difficile sfida di trasporre su schermo un libro complesso e cinematograficamente ostico, regalandoci un ottimo finale di serie, capace di reggere al meglio il confronto con la sua controparte cartacea.
Delicati equilibri
In definitiva, His Dark Materials – Queste oscure Materie 3 deve il suo successo soprattutto alla capacità dello showrunner di trovare sempre un equilibrio tra polarità opposte, che, se non gestite adeguatamente, avrebbero comportato un grave sbilanciamento in seno all’identità del racconto.
Anzitutto c’era da fare i conti con il forte dualismo che contrappone il mondo degli adulti a quello degli adolescenti: il primo può essere affascinante perché denso di politica, oscurità e macchinazioni complesse, ma è il secondo a racchiudere il cuore più profondo della saga.
A livello televisivo, assistiamo a un buon bilanciamento, che riserva il giusto spazio sia alle vicende di lord Asriel e Marisa Coulter, che a quelle di Lyra e Will.
Al tempo stesso, la terza e ultima stagione della serie è chiamata a bilanciare la componente più narrativa e avventurosa della storia con il suo background filosofico e metafisico, che riesce comunque a trovare un adeguato approfondimento nel corso delle otto puntate, sia pure al netto della comprensibile esigenza di privilegiare l’intrattenimento.
L’equilibrio più delicato è però quello legato alla sfera visiva ed estetica, che inevitabilmente finisce per risentire del limitato budget a disposizione della serie tv, riuscendo però comunque a raggiungere il suo obiettivo in maniera efficace.
Nell’insieme, Jack Thorne fa del suo meglio per adattare al meglio il terzo romanzo del ciclo e ci riesce molto bene, plasmando un racconto solido, emozionante e ben proporzionato.
La recensione in breve
Con la terza stagione, His Dark Materials raggiunge un'epica conclusione raccontandoci la guerra cosmica dell'umanità ribelle contro un falso dio, nonché il conflitto tra una figlia e due genitori egoisti e irresponsabili.
- Voto CinemaSerieTv