La serie: LOL: Chi ride è fuori – Stagione 4, 2024. Creata da: Hitoshi Matsumoto. Cast: Fedez, Frank Matano, Lillo, Angela Finocchiaro, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica, Lucia Ocone, Aurora Leone, Maurizio Lastrico, Edoardo Ferrario, Loris Fabiani, Diego Abatantuono.
Genere: commedia. Durata: 30 minuti ca. /6 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video, in lingua originale.
Trama: La quarta edizione del popolare format umoristico di Prime Video, con dieci nuovi comici pronti a sfidarsi.
Premessa geniale in tempi pandemici, con tutti i partecipanti riuniti in un unico luogo da cui non potevano uscire (ma solo per sei ore), LOL si è rapidamente imposto come fenomeno globale su Prime Video, che dall’originale giapponese ha tratto un vero e proprio franchise internazionale, con diverse declinazioni del format basato sull’idea del non ridere. Per l’edizione italiana, giunta alla sua quarta incarnazione, c’è stata un’espansione, nei mesi che hanno preceduto la registrazione, con un talent show – giudicato da alcuni dei concorrenti delle annate precedenti – volto a trovare un comico emergente capace di affiancare i nove veterani convocati per questa nuova avventura, come sempre monitorata da Fedez. Un’avventura di cui parliamo nella recensione di LOL 4, di cui abbiamo visto quattro episodi su sei (con gli ultimi due, come da consuetudine, disponibili una settimana dopo gli altri).
Il potere dell’impassibilità
Passano gli anni, ma il principio di base è sempre lo stesso: dieci comici legati ad ambiti diversi (stand-up/cabaret, televisione, cinema, internet) sono riuniti in una stanza, dove per sei ore devono cercare di farsi ridere a vicenda, e alla fine ne rimarrà solo uno. Ad osservarli c’è Fedez con la spalla Frank Matano e l’arma segreta Lillo, tornato a dare una mano dopo aver ceduto il ruolo a Maccio Capatonda lo scorso anno. Vietato ridere, pena l’ammonizione o l’espulsione, e per l’occasione sono stati introdotti degli stratagemmi in più: quest’anno, ad esempio, può capitare che a uno dei concorrenti sia provvisoriamente concesso uno strappo alla regola principale, dando a quella persona un’arma umoristica in più rispetto ai colleghi. E nel corso di sei ore possono succedere tante cose, a cominciare dalla decisione, svelata alla conferenza stampa di presentazione, di ingannare Fedez e piazzarlo a tradimento come undicesimo partecipante all’inizio della trasmissione…
Quella scatenata decina
Come sottolineano gli stessi diretti interessati con fare autoironico, almeno un ingresso era scontato: Aurora Leone, l’ultimo membro dei The Jackal ancora non presente nel programma (dopo Ciro Priello e Fabio Balsamo, vincitori rispettivamente della prima e della terza stagione, e Gianluca Fru, che affiancava il primo nell’edizione inaugurale). Con lei anche Angela Finocchiaro, Lucia Ocone, Maurizio Lastrico, Giorgio Panariello, Edoardo Ferrario, Rocco Tanica. Sulla falsariga delle versioni internazionali, che hanno cominciato a usare anche persone non strettamente associate all’universo della comicità, a questo giro c’è anche l’attore Claudio Santamaria, mentre il vincitore del talent è Loris Fabiani, che ovviamente si è portato dietro il suo tormentone Lunanzio, un istrione dalla parlata brancaleonesca. E poi c’è Diego Abatantuono, che ovviamente è l’ultimo dei dieci a entrare nello studio e altrettanto ovviamente è accolto con dei “Porca troia” di puro terrore.
Questioni di sintonia
Come ogni anno, il fascino del programma sta nel vedere interagire persone con energie comiche diverse e scoprire come si rapportano al sistema del gioco: da un Santamaria che si dichiara subito pronto a rischiare, dimostrando di essere all’altezza di una convocazione che aveva fatto alzare qualche sopracciglio, a veterani dell’umorismo che invece sembrano un po’ spaesati in questo contesto specifico (con in mezzo Abatantuono che, fedele ai ruoli cinematografici degli ultimi anni, si presenta come poco interessato alla competizione, seduto in disparte ad ammirare – silenziosamente, pena la squalifica – i colleghi). L’esercizio di caos controllato strappa sorrisi, ma è evidente ormai una certa usura della formula, evidenziata dal tentativo talvolta maldestro di scompigliare le carte (anche se Fedez come concorrente ci regala almeno una chicca, quando Maurizio Lastrico, ricordandosi forse di Elio e Matano nella prima stagione, cerca di sfinirlo per strappargli una risata) e dalla scelta un po’ scontata di far tornare Lillo come arma segreta anziché chiamare uno dei concorrenti dell’annata precedente (ma è anche vero che basta la sua semplice entrata in scena per seminare il panico tra i partecipanti). Come il suo cast, il format è altalenante (l’unico che si mette pienamente in gioco è Fabiani, avendo partecipato apposta a un programma che lo avrebbe mandato nella fossa dei leoni), ma guadagna punti con la simpatia.
La recensione in breve
La formula comincia a denunciare segni di stanchezza, ma la simpatia generale del cast continua a strappare sorrisi.
- Voto CinemaSerieTV