MasterChef Italia, lo show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, continua a sorprendere con prove avvincenti e momenti indimenticabili, tenendo gli spettatori incollati allo schermo ogni giovedì in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. L’ottava puntata di questa quattordicesima stagione ha segnato un nuovo capitolo fatto di sfide in cucina, portando all’eliminazione di Samuele Uva e Alessia Scita. Tra i momenti più emozionanti di quest’ultimo episodio c’è stata la cucinata a villa Crespi, la “casa” di Antonino Cannavacciuolo, che ha visto proprio Samuele a capo di una delle due brigate (perdente per solo un punto!). Se Alessia, a causa di un’influenza, non ha potuto prendere parte all’intervista, Samuele ha raccontato la sua esperienza con entusiasmo, tra sogni, crescita personale e nuove consapevolezze.
Dai sogni ai fornelli: un trampolino per il futuro
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Samuele, il più giovane della Masterclass, ha vissuto il percorso a MasterChef con una grande voglia di imparare: “Io e Alessia eravamo gli unici a parlare di aprire un ristorante. Forse sognavamo un po’ più degli altri. Per me, MasterChef rappresenta l’inizio della mia carriera: prima ho basato tutto sullo studio, ora è il momento di costruire il mio futuro in cucina.”
Un viaggio fatto di sfide ma anche di momenti di ispirazione: “Guardavo gli altri con ammirazione, volevo imparare da loro. Ho capito che la libertà è fondamentale nel mio modo di cucinare: nella Golden Mystery Box, che ho vinto con una lasagnetta, mi sono lasciato andare e quello ha fatto la differenza.”
Un’esperienza tra emozioni e insicurezze
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MasterChef non è solo una gara culinaria, ma anche un banco di prova emotivo. Samuele racconta con sincerità: “Credo che il lato migliore che sia uscito di me siano state le fragilità. Ho sempre fatto fatica a esternarle, ma lì mi sono sentito capito. Essendo il più giovane, ero un po’ il bambino della casa e tutti si prendevano cura di me.”
Tuttavia, riconosce anche i suoi limiti: “Forse sono apparso troppo timido, senza la forza necessaria in certi momenti. Il momento più difficile? Essere capitano a Villa Crespi. La brigata era fortissima e ho faticato a farmi sentire.”
Riferimenti, ispirazioni e il futuro dopo MasterChef
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Samuele descrive la sua esperienza attraverso una metafora cinematografica: “Se dovessi scegliere un film per rappresentarmi direi Perfetti Sconosciuti. Come in quel film in cui i protagonisti sono costretti a mettersi a nudo io sono stato sempre trasparente, chiaro al cento per cento. È quello che ho voluto trasmettere.”
Anche la musica gioca un ruolo nella sua visione della vita: “‘Il mio canto libero’ di Battisti è la canzone che più a rappresentato il mio percorso a Masterchef. Associo sempre una canzone a un periodo della mia vita, e questa mi ha accompagnato qui. Mi ha fatto sentire libero.”
Per quanto riguarda il futuro, Samuele sa che il percorso sarà lungo: “Non voglio fare programmi troppo definiti, mi piace lasciarmi sorprendere. Sicuramente so che farò tantissima gavetta, perché questa è una strada difficile. MasterChef mi ha dato la consapevolezza di avere la grinta e la voglia di fare questo lavoro ogni giorno.”
E se dovesse scegliere uno chef in cui si rivede? “Cannavacciuolo. Il suo stile di cucina è quello in cui mi sento più vicino e sarebbe un sogno poter fare esperienza con lui.”
Chi vede sul podio di MasterChef 14?
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Anche se lascia il programma, Samuele ha già in mente i concorrenti più forti: “Ovviamente avrei voluto esserci io sul podio! Ma tra tutti, vedo Anna molto simile a me e credo che i più forti a livello di cucina siano lei o Claudio.”
Con la sua determinazione e il suo spirito di apprendimento, Samuele lascia MasterChef con la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza unica, pronto ad affrontare il mondo della cucina con passione e dedizione.