Dopo una maratona durata cinque serate, la 74.esima edizione del festival di Sanremo è arrivata al termine mettendo in evidenza alcuni elementi essenziali oltre, naturalmente, la musica. Il primo e, soprattutto, quello che aiuta ad amplificare e rendere più memorabile ogni singola esibizione, è il look scelto. Gli artisti, infatti, sono sempre più consapevoli che l’abito potrebbe anche non fare il monaco ma, sicuramente, aiuta a costruire l’estetica di una performance.
Una presa di coscienza che mai, come quest’anno, è sembrata essere particolarmente evidente sul palco dell’Ariston. La kermesse canora, infatti, ha assistito a diverse interpretazioni del look. Da quello scenografico, inteso proprio come costume di scena di cui BigMama e Dargen D’Amico sono dei perfetti rappresentati, a scelte genderless che traggono ispirazione direttamente dalle ultime passerelle. Per quanto riguarda le interpreti femminili, poi, sembrano aver riscoperto tutte una femminilità grintosa e sensuale che, ognuna a modo loro, hanno espresso sul palco. Scopriamo insieme, dunque, quali sono stati iprotagonisti più stilosi ed innovativi di questa edizione appena conclusa.
Sexy Lady ma con classe
Iniziamo proprio dalla compagine femminile che, per Sanremo 2024 sembra aver affilato con molta attenzione gli artigli dello stile per conquistare l’attenzione della platea. Un vero e proprio restyling che, in alcuni casi, ha coinvolto anche capelli e beauty per una rilettura in palette. Un esempio perfetto potrebbe essere Emma che, puntando su un castano più caldo che va ad ammorbidire il volto e a risaltare il colore della pelle, ha optato per uno stile total black, fatta un’unica eccezione per il rosa, con dei minidress dalla femminilità evidente.
Dopo cinque giorni di gara, comunque, la sua uscita migliore rimane il mini abito nero di Marc Jacobs, con scollo profondo e orlo cortissimo. A completare l’insieme di questa sexy lady anche calze velatissime ed i tacchi vertiginosi firmati Jimmy Choo. Un look, questo, scelto dallo stylist Lorenzo Posocco e che si abbina alla perfezione con il messaggio di rinascita contenuto nel suo brano Apnea.
Altrettanto sensuale anche Annalisa che, per tutta la durata del festival, ha deciso di affidare la sua immagina a Dolce e Gabbana. Anche in questo caso il nero è assolutamente dominante e riesce a creare un contrasto perfetto con il rosso dei lunghi capelli. Elementi essenziali dello suo stile, poi, sono state le gambe scoperte e, soprattutto, l’uso dell’immancabile reggicalze che, come da tradizione del brand, è diventato parte del vestiario passando dal sotto al sopra. Anche in questo caso, comunque, il look rappresenta un momento di rinascita personale per la cantante che, come ha dichiarato, si è riscoperta come donna decidendo di andare ad enfatizzare i suoi elementi di forza e puntare su di questi.
Due giovani donne ed artiste che, però, devono molto ad un altra che, dal punto di vista del costume, ha utilizzato il palco di Sanremo per dare vita ad una vera e propria rivoluzione. Loredana Bertè, infatti, ha osato ciò che non si poteva mai immaginare all’interno di quel teatro che, tra gli anni ottanta e novanta, veniva considerato quasi come un tempio. La sua performance più sconvolgente, nello specifico, è stata quella del 1986 in cui è salita sul palco con un mini dress in pelle ed una finta pancia per raccontare, attraverso l’esecuzione del brano Re, le fasi nella vita di una donna.
Bene, oggi quella stessa artista non ha perso certo la sua grinta. Anzi, l’ha convogliata nel brano Pazza, in cui si rispecchia, e in un nuovo stile reinterpretato dalla maison Valentino che riesce a modulare l’anima rock della cantante con lo stile del brano. Il risultato è straordinario. Il direttore artistico Pierpaolo Piccioli, infatti ha composto per lei uno stile femminile, puntando tutto sulle sue straordinarie gambe, e, al tempo stesso, rigoroso e senza sovraccarichi decorativi. D’altronde la personalità di Loredana ed i suoi capelli tra il celeste e il turchese sono più che sufficienti.
Il genderless arriva all’Ariston
Da Harry Styles al palco dell’Ariston la strada non è stata esattamente breve ma, alla fine, il genderless non solo è arrivato ma, soprattutto, si è imposto. In modo particolare tra gli interpreti maschili. Primo esponente è stato Marco Mengoni che, come co-conduttore della prima serata ha incantato per le sue bluse, quella trasparente e preziosa di Versace e quella cremisi ed intarsiata con motivi floreali di Valentino.
A raccogliere la sua eredità e a condurla verso strade inaspettate per classe ed eleganza, poi, è stato Mahmood. Nella seconda serata, in particolare, il cantante è arrivato sul palco dell’Ariston mostrando una blusa monospalla di grande sensualità con pantaloni a zampa e vita alta. Il tutto firmato da Rick Owens. Una strada che continua ad essere percorsa anche nelle serate successive con una tuta leather nera smanicata firmata Loewe e la camicia di seta nera fatta su misura da Dolce e Gabbana per la quarta serata. In sostanza, dunque, Mahmood può essere considerato come l’artista più elegante e stiloso della 74.esima edizione.
Altrettanto attenti a sfoggiare un look genderless, però, sono stati anche I Santi Francesi. In modo particolare a colpire è la gonna con frange indossata da Alessandro De Santis e firmata Dolce e Gabbana, cui è stata abbinata una blusa raffinatissima in tulle con ricami in perline sempre della stessa maison. Quello che, però, impreziosisce ulteriormente questa scelta, perfetta anche per una donna, sono i gioielli Bulgari. Nel corso delle diverse serate, infatti, questi hanno rappresentato un elemento essenziale dell’insieme come gli orecchini della collezione Serpenti, del valore di 35.000 euro. Altrettanto apprezzati, però, anche la collana Viper ed i pendenti.
L’abito costume
Tra tutte le opzioni scelte, poi, c’è una terza che interpreta il look come un vero e proprio costume di scena. In questo senso due rappresentanti perfetti sono stati Dargen D’Amico e BigMama. Nel primo caso, poi, ci si trova di fronte ad una interpretazione dello stile come elemento che va completare il percorso della canzone stessa. Nel corso delle cinque serate, infatti, D’Amico ha costruito un vero e proprio percorso narrativo insieme al brand Moschino per dare maggior forza alle parole cantate.
Così, andando a scegliere dei modelli storici del brand, si è costruita una performance completa che, dallo stupore degli orsetti fino alla poesia di un faro che illumina la notte, ha raccontato le sorti di un’infanzia in balia del mare, delle guerre e della ricerca di una speranza.
Altrettanto d’impatto, ma per motivi completamente diversi, BigMama può essere considerata un’interprete dello stile in senso teatrale. Attraverso le creazioni couture di Salvatore Vignola, infatti, è andata a definire il suo personaggio che, in molti aspetti, si fonde completamente con la persona al di fuori del palcoscenico. In questo senso sul palco dell’Ariston l’artista ha portato un tripudio di corsetti, lacci, balze e latex nero per dare voce ad una femminile che rivendica il diritto ad esprimersi oltre gli archetipi e le misure imposte. Perché, alla fine di tutto, riuscire ad esprime se stesso è pur sempre una prova di grande stile.