Evan Peters ha rivelato come ha fatto a trasformarsi in Jeffrey Dahmer: l’attore ha studiato per mesi le interviste rilasciate dal Cannibale di Milwaukee dopo il suo arresto, immergendosi nel suo personaggio più controverso. Il protagonista della serie Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, ha spiegato anche come si è “liberato” di Jeffrey, dopo le riprese.
L’interpretazione di Evan Peters ha contribuito all’inarrestabile successo della serie creata da Ryan Murphy, con cui l’attore ha lavorato in molti episodi di American Horror Story. The Hollywood Reporter ha riportato alcune delle dichiarazioni di Evan Peters ad un panel su Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, a cui hanno partecipato anche Ryan Murphy e gli attori Niecy Nash e Richard Jenkins. Nella serie Netflix interpreta la Nash interpreta Glenda Cleveland, la vicina del serial killer, mentre Jenkins veste i panni di Lionel, il padre dell’omicida. Evan Peters ha raccontato come si è calato nei panni del Cannibale di Milwaukee, un ruolo che ha accettato dopo numerosi tentennamenti. “Sapevo che sarebbe stata una sfida impegnativa, ero cosciente che mi sarei dovuto immergere nel suo mondo, affrontando tutte le sue oscurità“, ha detto l’attore. Dopotutto il profilo psicologico di Jeffrey Dahmer restituisce l’immagine di un uomo pesantemente segnato dal contesto familiare in cui è cresciuto.
Evan Peters ha studiato le interviste rilasciate da Jeffrey Dahmer, cogliendone la parlata e la postura. “Lui aveva la schiena dritta e le braccia quasi non le muoveva quando camminava. Per questo ho messo dei pesi alle braccia“. E ancora “Ho indossato le scarpe di Dahmer con i rialzi, ho messo i suoi jeans, i suoi occhiali, e ho tenuto sempre una sigaretta in mano per mesi“.
Grazie alle interviste, e all’aiuto di un vocal coach esperto di dialetti, Evan Peters è riuscito a riproporre il modo di parlare di Jeffrey Dahmer. “Interpretando quel ruolo volevo dargli il 120 percento per tutto il tempo, quindi ho portato dentro di me molta oscurità e negatività“, ha rivelato la star. Peters ha raccontato di avere avuto per tutto il tempo un solo scopo: “Avevo un obiettivo, sapere che quando avremmo finito finalmente sarei stato in grado di respirare e lasciar andare Jeffrey. A quel punto avrei detto ‘OK, ora è il momento di portare la gioia e la leggerezza dentro di me’, guardando commedie, leggendo romanzi e tornando a St. Louis e vedere la mia famiglia e i miei amici e a guardare il film Fratellastri a 40 anni“, ha concluso Evan Peters.