La serie: Waco – Il Processo, del 2023 Creata da: John Erick Dowdle, Drew Dowdle. Cast: Michael Shannon, Abbey Lee, David Costabile, Giovanni Ribisi Genere: Drammatico, Storico. Durata: 45 minuti/5 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Paramount Plus.
Trama: A un anno dal massacro di Waco, prende il via il processo a un gruppo di davidiani superstiti. Nel frattempo, il negoziatore Gary Noesner scopre una pista che conduce a una rete di gruppi armati di estrema destra.
Qualche settimana fa, su Paramount Plus è approdata l’ottima miniserie Waco del 2018 (qui la nostra recensione) dedicata all’assedio che contrappose per 51 giorni le forze di FBI e ATF ai membri della setta religiosa dei davidiani, culminato in un massacro in cui persero la vita anche molte donne e bambini.
La prospettiva adottata era quella di Gary Noesner, il negoziatore dell’FBI che, dopo aver quasi raggiunto un’intesa per evitare un bagno di sangue, si trovò costretto ad assistere impotente al precipitare della crisi, a causa dell’irresponsabilità delle forze dell’ordine americane e dell’atteggiamento narcisistico del predicatore David Koresh.
Ora Paramount Plus e i fratelli Dowdle rilanciano con un secondo atto in cinque puntate, dedicato alle conseguenze a lungo termine di quella catastrofe.
Conseguenze che, a ben vedere, si ramificano fino all’attualità, dal momento che a tutti gli effetti la serie racconta e esplora le origini delle brigate armate di estrema destra protagoniste dell’assalto al Campidoglio di Washington del 2021. Non fatevi ingannare dal titolo italiano (in inglese la serie si chiama Waco – The Aftermath, ovvero “Waco – Le Conseguenze”): in gioco non c’è soltanto il processo a un gruppo di davidiani scampati al rogo in Texas, ma anche un’indagine dalla portata quanto mai attuale. Scopriamo di più con la nostra recensione di Waco – Il Processo.
Una trama, tre storie
Nel 1994, a un anno di distanza dal massacro di Waco, prende il via il processo contro un piccolo gruppo di superstiti della setta dei davidiani.
A difenderli c’è un gruppo di legali guidati dall’avvocato Dan Cogdell, che, pur non credendo affatto nella loro causa, si trova costretto a ripercorrere le vicende dei fatidici 51 giorni in cui i seguaci di David Koresh hanno dovuto affrontare l’assedio delle agenzie federali FBI e ATF.
Quale fazione è stata la prima ad aprire il fuoco? Che ne è stato delle porte del complesso di Mount Carmel che potrebbero provare la dinamica degli spari? I testimoni sono davvero così attendibile? Nel tentativo di rispondere a queste domande, Cogdell finirà per imbattersi in quella che ha tutta l’aria di un’operazione di insabbiamento governativo.
A complicare le cose, però, contribuirà un giudice dichiaratamente ostile alla causa dei davidiani, che sceglierà personalmente una giuria molto sfavorevole.
Al racconto si intreccerà anche la storia del primo incontro tra gli imputati e il leader spirituale David Koresh, che risale a molti anni prima.
Fin da giovane, il predicatore americano si è sempre mosso sulla linea di confine tra profezia e plagio, carisma e manipolazione, finendo per prendere astutamente il sopravvento sulla leader spirituale Lois Roden ed entrare in rotta di collisione con suo figlio George. Nel frattempo il negoziatore Gary Noesner, a partire dall’arresto del fanatico White Bill, entra in contatto con una sotterranea rete antigovernativa sempre più fitta, che sembra decisa a vendicare l’eccidio di Waco.
Che la catastrofe di Waco abbia rappresentato un autentico catalizzatore per i vari gruppi di suprematisti di estrema destra degli Stati Uniti?
A quanto pare, la risposta si nasconde a New Elohim, una cittadina di fondamentalisti dove ferve il desiderio di colpire il governo per vendicare i fatti di Waco.
Quanta carne al fuoco!
A differenza della prima serie, solidamente incentrata sui 51 giorni di assedio del 1993, Waco – Il Processo è caratterizzata da una struttura narrativa disomogenea e asimmetrica: il racconto non si focalizza su una sola vicenda, ma segue l’intreccio di tre filoni narrativi, giocando su due piani temporali.
Scopriamo le origini del giovane David Koresh, seguiamo il processo a tre superstiti della setta dei davidiani ed esploriamo le ramificazioni politiche della tragedia di Waco, che ha avuto enorme risonanza tra i sostenitori del diritto alla difesa armata dal governo.
Tanta, tantissima carne al fuoco. Forse troppa per un titolo che, oltretutto, deve anche fare i conti con un minutaggio ridotto rispetto alla serie precedente e con un bacino di sole cinque puntate, in luogo delle sei di Waco.
Su questo punto – ne siamo certi – si giocherà il dibattito tra sostenitori e detrattori di una serie che, com’è evidente, non può certo tentare di reggersi sulle proprie gambe, ma nasce e si sviluppa come un fisiologico complemento e prosecuzione della serie madre.
Da parte nostra riteniamo tuttavia che i fratelli Dowdle siano comunque riusciti a plasmare un prodotto convincente e soddisfacente, riuscendo a giostrare abilmente tutti i filoni della storia.
La scelta di muoversi su un terreno accidentato, del resto, era obbligata, poiché a essere vasta e disorganica era la materia stessa raccontata dagli autori: quella di Waco è una vicenda che ha lasciato un segno indelebile nella coscienza del popolo americano, e le conseguenze si ramificano inevitabilmente in mille direzioni. Gli autori ci propongono un’analisi solida e matura del lato oscuro dell’America, sfruttando al massimo tutto il tempo a loro disposizione: la serie, avvincente e poliedrica, si divora tutta di un fiato, e riesce sempre a far riflettere. Tutto sommato, missione riuscita!
Un cast all’altezza del compito
Se già in Waco la bravura del cast era stata un fattore chiave per il successo della serie, in questa miniserie sequel il contributo attoriale risulta ancor più decisivo, dal momento che questa volta i due autori non hanno più a loro disposizione il lirismo dell’assedio e la suggestiva fotografia dei paesaggi texani.
A fronte di scelte registiche meno forti, spesso dettate dalla sola esigenza di mantenere sempre alto il ritmo della narrazione, interviene ancora una volta il talento dell’ottimo Michael Shannon, che torna a calarsi nei panni del tormentato Gary Noesner con un’intensità e una profondità davvero magistrali.
La star di L’Uomo d’Acciaio, Boardwalk Empire e La Forma dell’Acqua, tuttavia, non è affatto sola: nel filone processuale rubano la scena la solida prova di Giovanni Ribisi nei panni di Dan Cogdell e l’irresistibile bravura di David Costabile, che dopo Billions si conferma perfettamente a suo agio nell’interpretare personaggi ostili e indisponenti.
Si rivela molto bravo anche Keean Johnson, che raccoglie il testimone di Taylor Kitsch nei panni del subdolo David Koresh, qui in versione giovane e immatura.
L’attore non soltanto riesce a trasmetterci tutta la capacità manipolatoria e il narcisismo del leader spirituale della setta davidiani, ma stabilisce anche un convincente rapporto di continuità con la prova del suo predecessore, riuscendo a salvare al meglio quella che, altrimenti, sarebbe stata senz’altro la storyline più debole della serie.
La recensione in breve
Attraverso una struttura narrativa disomogenea quanto avvincente, Waco: Il Processo coniuga legal drama, thriller e biografia per raccontarci le radici più profonde dell'estrema destra americana, ma anche la colpevole incompetenza delle istituzioni USA.
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Voto CinemaSerieTv