I Marvel Studios hanno festeggiato San Valentino con la conferma ufficiale di quanto aleggiava nell’aria già da mesi, ossia il cast principale del prossimo film dedicato ai Fantastici Quattro, il primo prodotto in proprio dalla Marvel dopo i tre lungometraggi della 20th Century Fox (e la versione, mai ufficialmente distribuita, del 1994). Per l’esattezza, il quartetto sarà composto da Pedro Pascal (Reed Richards/Mr. Fantastic), Vanessa Kirby (Susan Storm/la Donna Invisibile), Joseph Quinn (Johnny Storm/la Torcia Umana) e Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/la Cosa).
Un annuncio fatto con un’illustrazione dallo stile molto vintage, che lascerebbe intendere l’altro elemento su cui si rumoreggiava da tempo: il film sarà ambientato negli anni Sessanta, decisione alquanto filologica (i personaggi, la celebre “prima famiglia” della Marvel, sono stati creati nel 1961). E forse il modo più interessante per reintrodurre il quartetto sullo schermo dopo gli esiti non proprio entusiasmanti dei film precedenti.
Il potenziale del passato
Non è la prima volta che i Marvel Studios realizzano film d’epoca, che si tratti di pellicole intere (Captain America – Il primo vendicatore, Captain Marvel) o di segmenti estesi di storie altrimenti ambientate nel presente (le avventure di Hank Pym da giovane nei vari Ant-Man). E nel caso dei Fantastici Quattro è un’idea che Peyton Reed, all’epoca in lizza per il film uscito nel 2005, aveva proposto alla Fox per distinguere Reed Richards e soci dagli altri personaggi Marvel allora in voga al cinema (gli X-Men e Spider-Man, principalmente).
Applicando la medesima logica al 2025 (il nuovo lungometraggio è previsto per il mese di luglio dell’anno prossimo, con le riprese che inizieranno alla fine dell’estate 2024), situare il quartetto negli anni Sessanta (forse nel 1964, anno importante nella storia editoriale del gruppo poiché è quello in cui hanno esordito Galactus e Silver Surfer) consentirebbe alla Casa delle Idee di dare ai personaggi lo spazio che meritano senza doversi preoccupare eccessivamente del loro collocamento all’interno del Marvel Cinematic Universe più vasto. Con l’altra, inevitabile conseguenza di questa premessa…
Un altro universo
Sappiamo già, tramite dichiarazioni del produttore Kevin Feige, che il film affidato al regista Matt Shakman non sarà una origin story, dato che l’abbiamo già vista due volte al cinema negli ultimi due decenni (stesso motivo per cui la formula è stata accantonata per le versioni MCU di Hulk e Spider-Man, e presumibilmente lo sarà anche per i mutanti). Qualora fosse confermata la collocazione cronologica negli anni Sessanta, viene spontaneo ipotizzare che il lungometraggio sia ambientato in un universo a sé, poiché difficilmente i protagonisti sarebbero stati attivi senza farsi notare da Peggy Carter e compagnia bella (e soprattutto non sarebbero anagraficamente compatibili con l’età degli attori per le storie situate nel presente).
Il loro nuovo debutto, pertanto, sarebbe un’avventura priva di nessi espliciti con il mondo Marvel che conosciamo noi, al netto di eventuali allusioni a ciò che verrà più tardi nella Fase Sei: la cosiddetta Multiverse Saga, infatti, prevede un film degli Avengers intitolato Secret Wars, come l’omonima storia nei fumetti dove vari universi si scontrano. La scusa ideale per far entrare i Fantastici Quattro nel nostro mondo, poiché Reed è una delle figure fondamentali nella versione cartacea.
Un nuovo inizio
Uno stratagemma simile è del tutto possibile, come già visto in altri film dove alcuni personaggi sono attivi in certi universi e non esistono ancora in altri (tra cui proprio Reed Richards, apparso in un cameo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia dove aveva il volto di John Krasinski), e porrebbe le basi per una nuova era, molto interessante, per il Marvel Cinematic Universe: tolta la zavorra dei racconti delle origini, eroi come i Fantastici Quattro e i mutanti, già noti al pubblico cinematografico, possono entrare nel MCU tramite il Multiverso (l’ipotesi prevalente è che, come nei fumetti, alcuni universi si consolidino per creare una nuova versione di quello principale, con gli esuli di altri mondi ora parte integrante del nostro), dando il via a un nuovo ciclo di storie che può dare spazio ad alcune delle più grandi icone Marvel mentre altri veterani si prendono una pausa più o meno permanente (è difficile immaginare, anche solo per ragioni anagrafiche, che Bruce Banner e Stephen Strange rimangano a lungo dopo la conclusione della Multiverse Saga).
Un futuro intrigante, le cui radici potrebbero trovarsi in una rilettura degli anni Sessanta, quel decennio che ha dato vita alla maggior parte dei personaggi che da una ventina d’anni sono anche grandi eroi dello schermo.