Come scrivevamo nella nostra recensione di Hanno clonato Tyrone, il nuovo film originale Netflix arrivato sulla piattaforma il 21 luglio è un oggetto cinematografico particolare. Un’opera in cui l’esordiente Juel Taylor ha cercato di inserire più generi, vari toni e dove l’equilibrio non sempre viene garantito. Ma parte del suo fascino risiede nella non semplice intelligibilità degli ultimi minuti. Chi è il Tyrone del titolo? Cosa possiamo aspettarci da possibili sequel? Scopriamolo nella spiegazione del finale di Hanno clonato Tyrone.
L’obiettivo degli esperimenti
Nel finale di Hanno clonato Tyrone Fontaine e Slick attuano un complesso piano per poter infiltrarsi nei laboratori sotterranei di Glen e salvare l’amica Yo-Yo. Durante quella che diventa presto una vera e propria rivolta popolare, il protagonista interpretato da John Boyega rimane ferito e portato via da un suo clone. Quando rinviene si ritrova in un ufficio. Davanti a lui un uomo anziano e vestito con un camice bianco. È il Fontaine originale che si scopre essere l’artefice degli esperimenti genetici e delle clonazioni. Secondo lo scienziato il problema alla base delle rivolte, della violenza e delle differenze sociali è legato alle caratteristiche estetiche proprie di ogni diversa etnia. Il suo obiettivo è quello di azzerarle e rendere, nel corso di varie generazioni, tutti uguali alle controparti dei quartieri ricchi. E quindi tutti caucasici.
Chi è Tyrone?
Una domanda si ripete lungo tutta la durata del film: chi è il Tyrone del titolo? Nel corso dei minuti il quesito si fa più insistente nelle nostre menti. Il protagonista interpretato da John Boyega si chiama Fontaine e così tutti i suoi cloni, a cui viene innestata la medesima memoria e quindi la stessa identità. Nessuno degli altri personaggi porta quel nome presente nel titolo. L’enigma viene risolto soltanto a film sostanzialmente concluso. Una volta terminata la narrazione principale compare il titolo del film su schermo nero. Sembra lil più classico degli inizi dei titoli di coda. E invece immediatamente vediamo Fontaine svegliarsi e ripetere la classica routine che gli abbiamo visto percorrere lungo tutto il film.
Qualcosa è diverso: ha le treccine, vive a Los Angeles. Mentre è sul divano con gli amici sulla tv passa un servizio che racconta le vicende di Glen e le teorie sui cloni. A schermo appare un altro Fontaine. Ed è lì che un amico seduto affianco a lui si volta e gli dice “Quello non sei tu, Tyrone?”, rivelando a noi tutti a chi faceva riferimento il titolo. In quel modo la narrazione si allarga, raccontando di come gli esperimenti non sono limitati solo al Glen ma a un territorio molto più ampio, aprendo così le strade a possibili sequel.
In arrivo un sequel di Hanno clonato Tyrone?
Il finale di Hanno clonato Tyrone lascia porte spalancate a dei sequel. Yo-Yo, Slick e Fontaine dichiarano di come vorrebbero cambiare aria, andando insieme in un’altra città, magari risolvendo altri misteri. Allo stesso modo la scena di cui abbiamo appena parlato, ambientata a Los Angeles con la scoperta su chi sia il Tyrone del titolo, è un grande gancio per un seguito. Così come anche i molti misteri non ancora risolti. Per ora però Netflix non ha ancora annunciato un sequel di Hanno clonato Tyrone. La situazione sciopero e il conseguente stallo legato alle produzioni cinematografiche USA sono un ulteriore freno a questa possibilità.