Netflix ha reso disponibile su Netflix il debutto dietro la macchina da presa dello spagnolo Igniacio Tatay, Jaula, un thriller dalle tinte horror capace di tenere il proprio spettatore incollato alla poltrona. Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione di Jaula, tra i pregi del film la sua capacità di tenere alta la tensione e le ottime interpretazioni dei suoi protagonisti (in particolare una splendida Elena Anaya, che abbiamo amato ne La pelle che abito di Pedro Almodóvar). Inoltre siamo rimasti particolarmente colpiti dalla parte conclusiva del film, in cui un repentino cambio di prospettiva ci fornisce la chiave di lettura dell’intera storia. In questo articolo ci concentreremo proprio sul finale del film, cercando di fornirvi una spiegazione il più possibile accurata su quanto vi accade.
Che cosa succede in Jaula?
Prima di parlare più nello specifico del finale di Jaula è necessario fare un piccolo passo indietro e tirare le fila di quanto accaduto nel corso del film. Paula (Elena Anaya) e Simon (Pablo Molinero), che provano da diversi anni senza successo ad avere un bambino, stanno tornando a casa percorrendo una strada di campagna. All’improvviso i due si imbattono in una bambina che, da sola, sta camminando sulle strisce bianche dipinte sull’asfalto, al centro della strada buia. Fortunatamente riescono a portarla in ospedale, dove si scopre che la piccola è in condizioni fisiche precarie, ha infatti i reni molto danneggiati. La bambina, inoltre, fatica a stabilire un contatto sia con i medici e le infermiere dell’ospedale che con i suoi coetanei che vi sono ricoverati, e non proferisce parola, come se non fosse in grado di parlare. La piccola, che i dottori deducono si chiami Clara per come reagisce al suono di quel nome, per sentirsi a suo agio deve muoversi in ambienti circoscritti e limitati, come se fosse terrorizzata dal mondo esterno.
Per cercare di aiutarla le psicologhe che l’hanno in cura decidono di percorrere una strada poco ortodossa, affidandola proprio a Paula e Simon, che sono gli unici con cui Clara sembra aver stabilito un legame. La speranza è quella di rintracciare al più presto i genitori della bambina, scoprendo più dettagli sul suo passato. Paula è felicissima di occuparsi di Clara, e sistema casa sua e del marito per farla sentire al sicuro: la donna disegna sui pavimenti di casa delle linee con il gesso, in cui circoscrive le possibilità di movimento della bambina. Più lei si sente a suo agio nel nuovo ambiente più Paula e Simon allargano lo spazio incluso nelle righe di gesso, così che lei possa spostarsi in casa dove vuole.
Clara sembra migliorare velocemente, riesce a pronunciare qualche parola, che Paula e la psicologa, dopo un po’ di confusione, capiscono essere in tedesco. Almeno uno dei genitori della bambina, quindi, deve provenire dalla Germania. In casa però cominciano ad accadere delle cose strane, un frammento di vetro viene ritrovato in un vaso di marmellata, ferendo gravemente una delle vicine in visita. Tutti, tranne Paula, sembrano ritenere Clara responsabile, e si chiedono se non fosse meglio riportarla in ospedale.
Le cose prendono una piega inaspettata quando la piccola improvvisamente scompare, gettando Paula nello sconforto più totale. La donna è sicura che qualcuno l’abbia presa, suo marito e la polizia sono invece convinti che sia scappata di sua volontà. La donna, incapace di arrendersi, inizia ad indagare, rubando di nascosto alcuni documenti della polizia: Paula scopre il collegamento tra una ragazzina di origini tedesche scomparsa e un’altra trovata morta qualche anno dopo (entrambe sono strabiche da un occhio), deducendo che si tratti della stessa persona. Paula nota inoltre nelle foto del cadavere una bambolina di carta molto simile a quelle che Clara faceva. Osservando i disegni della bambina la donna si rende contro di una cosa sconcertante: Clara aveva cercato di indicarle la casa del vicino, Eduardo Olivares (Carlos Santos). La donna è convinta che lui sappia che cosa è successo alla piccola, quindi si reca di corsa da lui (avvisando però prima le autorità dei suoi sospetti).
Che cosa ha fatto Eduardo?
La nostra spiegazione del finale di Jaula deve partire dall’atto conclusivo del film, in cui assistiamo ad un repentino cambiamento di prospettiva. Il punto di vista sulla vicenda passa da quello di Paula a quello di Eduardo, il vicino. Presto ci rendiamo conto – tornando alla notte del ritrovamento della bambina – che lui è il responsabile di tutto: l’uomo teneva Clara chiusa in casa, ma visti i suoi problemi di salute è stato costretto a lasciarla andare per un periodo, lasciando che le autorità la prendessero in custodia e i medici potessero curarla. L’abbandona infatti per strada perché aveva visto un posto di blocco e sperava che lei seguendo le strisce sull’asfalto (che la bambina associa a quelle di gesso) sarebbe stata trovata dalla polizia. A salvarla sono invece Paula e Simon, e Eduardo si ritrova ad osservare la piccola Clara in casa dei vicini. È lui che mette i pezzi di vetro nella marmellata, cercando così di creare problemi tra Paula e Simon e trovare l’occasione di riprendersi la bambina. Cosa che riesce presto ad ottenere, riportando la piccola nel seminterrato di casa sua, dove – come vedremo meglio tra poco – era nata e cresciuta.
Quando Paula arriva da lui con una scusa, cercando di trovare Clara, lui si rende conto di essere stato scoperto, e rinchiude anche la donna nel seminterrato, dove c’è anche la bambina.
Ed è qui che capiamo chi è Clara e che cosa le è successo, collegando tra loro i diversi elementi scoperti da Paula durante le sue indagini.
Chi è veramente Clara?
Clara è la figlia di una ragazza che Eduardo teneva rinchiusa nel suo seminterrato, che aveva rapito e tenuto prigioniera per anni. La ragazza, di origini tedesche, è la stessa che vediamo nei documenti della polizia e nel video fatto dai genitori, che non si sono arresi e sperano ancora di ritrovarla.
Rapita da Eduardo nel 2012 (come leggiamo nei documenti), quando aveva solo 12 anni, viene da lui aggredita sessualmente e messa incinta, e la bimba che nasce è proprio la piccola Clara. Nel 2017 la ragazza viene poi trovata morta, e facendo qualche calcolo ci rendiamo conto che Eduardo deve averla uccisa quando Clara era molto piccola (ragione per cui il suo vocabolario di tedesco, appreso dalla madre, era comunque piuttosto limitato). È stato lo stesso Eduardo che per mantenerla sotto controllo l’aveva abituata a muoversi esclusivamente nello spazio delimitato dalle righe di gesso, al contrario sarebbe stata punita e picchiata (per questo la bambina è così spaventata quando le linee vengono cancellate).
Eduardo metteva pezzi di vetro nel cibo di Clara?
Dai documenti della polizia in cui c’è anche l’autopsia della madre di Clara scopriamo che la ragazza era stata sottoposta per anni a sevizie ed abusi. Anche lei, come la figlia, soffriva di gravi problemi agli organi ed in particolare ai reni. Vedendo come la piccola nascondesse pezzi di vetro nei suoi giocattoli e come lo stesso Eduardo abbia usato questo espediente quando cercava di riportarla da lui, arriviamo a dedurre che l’uomo inserisse abitualmente i frammenti nel cibo che preparava per la madre e poi per la figlia. Per questo i loro organi erano così danneggiati.
Come viene scoperto Eduardo?
Quando Eduardo rinchiude anche Laura nel seminterrato, e la lega per il collo (nello stesso modo in cui probabilmente teneva legata la madre di Clara, che è stata trovata con segni molto evidenti in quel punto del corpo), la bambina assistendo a quel che sta accadendo prende coraggio e scappa. Chiudendo la porta dietro di sé (ed imprigionando temporaneamente Eduardo) riesce a fuggire cancellando e ridisegnando le linee di gesso sul pavimento, ampliando man mano così lo spazio in cui muoversi. Clara riesce addirittura ad uscire di casa, ma non riesce ad attirare l’attenzione di Simon (che sta parlando al telefono con la polizia segnalando la scomparsa di Paula) e viene trovata dalla moglie di Eduardo, Maite.
La donna riporta la piccola in casa, rinchiudendola nuovamente nel seminterrato. Perchè Maite non denuncia subito il marito? Perché vuole sfruttare la cosa a suo vantaggio, guadagnando una maggiore libertà (il marito si comporta quasi da oppressore nei suoi confronti) e poter così visitare più spesso i suoi figli, che vivono e studiano lontano, e che Eduardo non le dà il permesso di vedere.
I due sembrano quindi ricominciare la loro vita normalmente, con Maite complice di quello che di orribile il marito fa nel loro seminterrato. La polizia fa però presto irruzione in casa, arrestando entrambi e salvando sia Paula che Clara. Molto probabilmente la polizia, avvertita prima da Paula e poi da Simon (che ha denunciato la scomparsa della moglie), ha deciso di dare una seconda occhiata alla casa di Eduardo, notando così sulla porta i segni delle mani sporche di gesso lasciati da Clara. Un buffo scherzo del destino per Eduardo, a ritorcersi contro di lui infatti lo stesso strumento (il gesso) con cui teneva la bambina prigioniera.
Che cosa succede a Paula e Clara alla fine?
Negli ultimi secondi del film abbiamo la conferma che sia Paula che Clara si sono salvate, le due si sentono in videochiamata. La piccola vive ora con i nonni, rintracciati dalle autorità, in Germania. Paula e Simon invece hanno cambiato casa e stanno ricostruendo il loro rapporto lontani da dove erano avvenuti fatti così traumatici. La donna, inoltre, è finalmente incinta del loro primo figlio.