Art il Clown non è un personaggio qualsiasi: una volta fatta la sua conoscenza, non si riesce più a scordarlo. Gli stomaci delicati e gli spettatori facilmente suscettibili dovrebbero tenersi ben alla larga dai tre film in cui compare. Diventato un’icona dell’horror moderno, grazie al clamoroso successo di Terrifier 2, è considerato uno dei villain più memorabili degli ultimi anni nel panorama horror. A differenza di molti altri mostri del cinema, Art non è semplicemente un assassino: è una figura tremendamente inquietante che sfida la comprensione umana, capace di incutere terrore in modo unico e disturbante. Ha fatto star male e scappare il pubblico dalle sale di tutto il mondo: la macabra figura partorita dalla mente del regista Damien Leone è ormai sulla bocca di tutti gli appassionati dei racconti orrorifici e, in occasione della primissima uscita al cinema in Italia con l’attesissimo Terrifier 3, vogliamo sviscerarne attentamente la mitologia.
La nascita di Art il Clown
Non esiste una vera e propria storia delle origini di Art il Clown, e forse è meglio così per la sua natura estremamente distorta. La creazione di Art da parte di Damien Leone è avvenuta senza una vera e propria ispirazione basata su eventi reali, sebbene le similitudini con figure come il serial killer John Wayne Gacy possano essere evidenti. Quello che sappiamo è che il regista ha concepito il personaggio partendo da una semplice idea: un clown che importuna una donna su un autobus, isolata nel buio della notte. Inizialmente, la creatura si comporta in modo infantile, ma presto il suo atteggiamento diventa minaccioso e aggressivo. Questo concept si è concretizzato nel cortometraggio The 9th Circle (2008), seguito da un secondo, Terrifier (2011), che è stato rifiutato da numerosi festival cinematografici. Tuttavia, grazie alla pubblicazione su YouTube, quest’ultimo ha successivamente guadagnato attenzione e popolarità, accumulando oltre 120.000 visualizzazioni e attirando l’attenzione di Jesse Baget, produttore che avrebbe poi ideato All Hallows Eve (2013), una raccolta di tre cortometraggi dedicati al clown, comprensiva stessi 9th Circle e Terrifier. In questo caso, Art appare su una misteriosa VHS guardata da una giovane babysitter e dal bimbo di cui si sta prendendo cura, e avrebbe presentato Art al pubblico in modo più ampio.
Queste versioni fanno parte di una bozza un po’ primitiva e limitata di quelli che sarebbero poi diventati due classici dell’horror di culto, i lungometraggi Terrifier (2016) e Terrifier 2 (2022), entrambi incentrati sullo spietato assassino. È bene notare, tuttavia, che è già dal corto Terrifier che si stabiliscono molte delle caratteristiche distintive di Art, come la sua risata inquietante, il comportamento macabro e la sua tendenza a compiere atti di violenza assoluta. In The 9th Circle, Art aveva già il suo sacchetto della spazzatura e la sua inclinazione a infastidire le persone, ma in Terrifier questi elementi trovano uno scopo: Art è la star. Queste peculiarità hanno fatto sì che Art divenisse un simbolo dell’orrore, grazie all’assenza di un vero scopo nelle sue azioni, e che segnasse l’inizio di una saga horror che avrebbe catturato l’immaginazione degli appassionati di genere.
Il character design
Nei film di Terrifier, è David Howard Thornton a dare vita all’inquietante Art il Clown: la sua interpretazione reinterpreta la figura del mimo Marcel Marceau e di Charlie Chaplin, unendo l’innocenza mimica a una violenza spietata. In origine, il personaggio era interpretato da Mike Giannelli, che ha dato vita alla sua natura subdola e giocosa. Thornton ha però portato Art a un livello superiore, mescolando il linguaggio fisico di Chaplin con la malizia di Bugs Bunny, creando un personaggio crudele e imprevedibile. In un’intervista del 2018, Thornton ha spiegato come abbia studiato l’interpretazione di Giannelli e combinato la sua esperienza nella commedia fisica e nella clownerie con l’influenza di leggende dell’horror come Robert Englund, per dare vita a un “frappé assassino” di diabolicità. Per lui, Art è come il figlio illegittimo di Harpo Marx e Freddy Krueger.
Con il suo trucco bianco, Thornton appare visibilmente divertito mentre esegue alcune delle azioni più depravate immaginabili. Art il Clown potrebbe sembrare solo un altro “clown assassino” come Pennywise di It, ma il regista Damien Leone ha creato il personaggio come antitesi del mostro di Stephen King. Art riflette l’estetica brutale e cruda dei film grindhouse degli anni ’70, e sebbene abbia sfumature soprannaturali, si distingue per una caratterizzazione più umana e violenta rispetto a Pennywise. Art assomiglia a un autentico serial killer con un gusto per la brutalità senza compromessi. Leone, in un’intervista del 2018, ha dichiarato di aver creato Art per riempire un vuoto nel genere dei clown assassini, rendendolo diverso da qualsiasi altro personaggio visto prima.
Come Jason Voorhees, Freddy Krueger e Leatherface, Art è destinato a diventare una delle figure più memorabili del cinema slasher (e forse lo è già): osservando Thornton sfoggiare la sua minacciosa smorfia, è immediatamente chiaro che siamo di fronte a un mostro sadico, già pronto a pianificare come ridurvi a pezzi.
Qual è la vera forma di Art?
Come dicevamo, i clown sono stati protagonisti di innumerevoli storie dell’orrore, ma nessuna ha raggiunto la qualità e la quantità delle uccisioni di Art quando si mette all’opera mietendo le sue vittime. Questo successo è dovuto a diversi fattori, a cominciare dal trucco ambiguo del personaggio e a seguire con alcune delle scene gore horror più brutali di tutti i tempi.
Nel corso dei film, Art sembra trascendere la sua umanità. Anche se nelle prime fasi della saga potrebbe sembrare un normale essere umano, la sua resistenza a danni di notevole importanza e le sue capacità soprannaturali suggeriscono che non lo è del tutto. La sua morte apparentemente definitiva alla fine del primo film e la successiva resurrezione in Terrifier 2 aggiungono un ulteriore strato di inquietudine al suo personaggio, rendendolo un’entità che opera al di fuori delle normali leggi della vita e della morte.
Inoltre, la teoria secondo cui Art potrebbe essere stato un medico, vista la sua macabra ossessione per l’anatomia umana, arricchisce il suo mito. Questa supposizione è alimentata dal suo comportamento inquietante e dall’abilità di infliggere torture elaborate alle sue vittime. Art si diverte a mutilare e torturare i suoi nemici, suggerendo un’intelligenza e una predilezione per il dolore che lo distinguono da altri killer del cinema horror.
I riferimenti biblici
Pur non facendo riferimenti diretti alla religione, il regista Damien Leone dimostra di comprendere bene gli archetipi e i simboli che risuonano nel subconscio collettivo della cultura occidentale. In Terrifier 2 Art, già introdotto nei film precedenti come un killer spietato, viene elevato a proporzioni mitiche, diventando la Bestia, incarnazione del male puro. Questo è evidente alla fine di Terrifier, quando Art si risveglia nell’obitorio dopo uno sparo alla testa, richiamando un passo dell’Apocalisse in cui la Bestia, spesso identificata con l’Anticristo, sembra guarire da una ferita mortale. Il clown subisce altre due ferite fatali alla testa nel climax del film, prima di essere infine decapitato da Sienna (Lauren LaVera), la sua nemesi nonché nuova iconica final girl.
Dopo la resurrezione, Art non è più solo un essere umano, ma una creatura soprannaturale, dotata di forza sovrumana e un sadico piacere per la distruzione. La sua natura malvagia è ulteriormente confermata dal brutale omicidio della sua amica Allie, una scena interminabile che fa comprendere il livello di sadismo che può raggiungere addirittura superandosi in creatività. Il piacere che Art trae dalla tortura fisica e psicologica lo rende ancora più forte e spietato.
Sienna, d’altro canto, è rappresentata come la figura dell’angelo guerriero, pronta a combattere il male. Quando la incontriamo per la prima volta, sta creando un’armatura angelica, indossando una maglietta con delle ali, simbolo che indica una trasformazione definitiva. Il suo character design richiama quella di Dio descritta nella lettera agli Efesini e si collega al ruolo di Sienna come protettrice e guerriera. Il film culmina con Sienna che attraversa una sorta di “via crucis”, venendo flagellata da Art e infine pugnalata con la sua stessa spada. Dopo aver affrontato il suo inferno personale, si rialza, risorgendo più forte di prima, e riesce a sconfiggere Art, adempiendo la profezia contenuta nel libro di suo padre.
Un altro personaggio da segnalare è la Little Pale Girl, una “ragazzina pallida” dal design simile a quello di Art, che accompagna il clown nelle sue macabre imprese. Leone ha svelato di essersi ispirato al diavolo bambina nel film Spirits of the Dead del 1968 per questo personaggio, che incarna la pura cattiveria che ha fatto resuscitare Art. Come Satana dona potere all’Anticristo, così la “Pale Girl” sembra alimentare Art con ulteriore potere.
In arrivo per la primissima volta al cinema, con il terzo film, i fan sono ansiosi di scoprire come Art, che alla fine di Terrifier 2 viene decapitato, riuscirà a continuare la sua scia di morte e distruzione. Il futuro del clown diabolico è incerto, ma una cosa è certa: ha trovato il suo posto nel pantheon degli iconici villain dell’horror e continuerà a terrorizzare il pubblico per gli anni a venire.
Siete pronti a vedere Art il Clown trasformarsi in un Babbo Natale horror? Terrifier 3 arriverà al cinema in anteprima in tutta Italia il 31 ottobre e, dal 7 novembre, nuovamente in sala.
Anche se non necessario per poter comprendere le vicende di questo nuovo film, qualora voleste recuperare i precedenti, sono tutti disponibili sul Canale Midnight Factory su Prime Video e Mediaset Infinity.