Mercoledì 25 gennaio ha debuttato nel vasto catalogo di Netflix il pregevole La ragazza del lago, film d’esordio per il regista Andrea Molaioli che nel 2008 ha ottenuto ben 10 David di Donatello, un record assoluto per il maggior premio cinematografico italiano, ancora oggi imbattuto. A vestire i panni del burbero ma emotivo Commissario Giovanni Sanzio è Toni Servillo, in quegli anni in rapida ascesa dopo i primi successi con Paolo Sorrentino e che abbiamo elogiato nella nostra recensione al film.
Nella nostra spiegazione del finale de La ragazza del lago ci addentreremo nei meandri delle numerose indagini che compie Sanzio quando arriva nell’apparentemente placido villaggio friulano alle pendici dei laghi di Fusine, luogo idilliaco dove è stato ritrovato nudo e senza vita il corpo della giovane Anna, adolescente molto conosciuta all’interno della piccola comunità dell’entroterra. Chi sarà stato l’autore dell’assassinio che ha scosso l’intera cittadina?
La leggenda del serpente del lago
Tutto inizia quando il Commissario Giovanni Sanzio, uomo originario del Sud stanziatosi però per lavoro ad Udine, viene incaricato di dirigersi verso un piccolo villaggio friulano dell’entroterra per indagare sulla scomparsa di una bambina di sei anni; la piccola viene ritrovata poco dopo accanto a Mario, un adulto con problemi mentali che da tutti era stato ribattezzato come “lo scemo del villaggio”. Alla bambina Mario aveva raccontato la leggenda del lago di Fusine e del suo serpente: si dice infatti che nella stagione più fredda un serpente esca dal lago e che chiunque lo incontri con gli occhi viene addormentato dalla creatura. Una leggenda che però, qualche ora dopo, diventa tragicamente realtà.
Sulle rive del lago di Fusine la polizia trova il corpo senza vita di Anna, nuda ma avvolta da un giaccone in maniera molto compassionevole. L’adolescente era molto conosciuta nella comunità friulana dove viveva; bellissima, atletica, solare, appassionata giocatrice di hockey sul ghiaccio, forse morta per annegamento. Chi è stato il responsabile dell’uccisione volontaria o involontaria di Anna? Giovanni Sanzio intraprenderà un’indagine tra le famiglie che costituiscono il villaggio vicino Tarvisio dissotterrando segreti, dolori e malumori sopiti nella comunità da tantissimo tempo.
Tutti nascondono un segreto
Le indagini partono da Roberto, ragazzo che stava intraprendendo una relazione sentimentale con Anna e che è tra i primissimi sospettati della morte dell’adolescente. Difatti, Sanzio e la sua squadra scoprono dopo pochissimo tempo che il giovane Roberto era in possesso di alcuni DVD appartenenti alla ragazza, di esami medici sottoposti ad Anna e del suo zainetto, lo stesso che l’adolescente morta prematuramente portava con sé il giorno in cui era scomparsa, Dettagli che fanno sì che Roberto venga arrestato preventivamente, ma non prima di espandere le indagini alla famiglia di Angelo, il bambino di cui Anna si prendeva cura come babysitter e la cui morte prematura qualche tempo prima aveva talmente scosso la ragazza che quest’ultima aveva preso la decisione di abbandonare la pratica dell’hockey su ghiaccio.
Dopo essersi occupato di Roberto, Giovanni Sanzio indaga sulla famiglia di Angelo, in particolar modo sulle testimonianze offerte da Corrado (Fabrizio Gifuni) e Chiara (Valeria Golino), genitori del bambino morto. Corrado in particolare, rivela al commissario di essere stato probabilmente l’ultimo ad aver visto Anna ancora in vita, spiegandogli allo stesso tempo le dinamiche dietro alla tragica morte del figlioletto Angelo: bambino sempre agitato ed irrequieto perché affetto sin dalla nascita da una rarissima malattia, era scomparso per soffocamento mentre mangiava un biscotto durante la colazione mattutina; ad essere presente a quel fatidico momento, c’era soltanto il papà Corrado.
Un Commissario complesso e sfaccettato
Le indagini sulla scomparsa e la morte di Anna si infittiscono sempre di più, proprio mentre l’apparentemente imperscrutabile ispettore del Sud inizia a cedere dietro alla sua maschera burbera e scostante. Sanzio difatti, non stava affatto vivendo un periodo privato di tranquillità; spostato dalle regioni del Sud nella città di Udine, era diviso tra la figlia adolescente sempre più imprevedibile e turbolenta, e l’assenza della moglie (Anna Bonaiuto), ricoverata da tempo in una clinica psichiatrica della città friulana per alzheimer precoce. Ovvio quindi che le indagini sulla scomparsa di Anna, che diventano sempre più sinistre e drammatiche, iniziano a scalfire anche il cuore di pietra di Giovanni Sanzio, fino ad arrivare al climax del racconto.
Un punto di svolta importantissimo per La ragazza del lago avviene quando arrivano i primi risultati dell’autopsia sul corpo dell’adolescente trovata senza vita sulle rive dello specchio lacustre: i referti indicano chiaramente che Anna non aveva mai avuto rapporti sessuali o intimi con Roberto e con nessun altro e che da poco tempo le era stato diagnosticato un tumore terminale al cervello che le lasciava al massimo dodici mesi di vita. Primi risultati che scagionano definitivamente Roberto ma che conducono al vero responsabile della morte della giovane friulana…
Cosa succede nel finale del film?
Arriviamo dunque alla triplice soluzione del caso. Triplice perché sembra chiudere tre linee narrative che si erano dipanate sin dall’inizio del film ispirato al romanzo “Lo sguardo di uno sconosciuto” della norvegese Karin Fossum. Si scopre alla fine che l’assassino di Anna è Corrado, il papà di Angelo, a cui la ragazza babysitter non aveva mai perdonato il fatto di aver lasciato morire il bambino. Corrado difatti confessa a Sanzio i dettagli non solo della sua colpevolezza nei confronti della morte di Anna, ma anche del figlioletto: l’uomo racconta al commissario che la mattina del soffocamento con il biscotto, lui e sua moglie Chiara avevano lasciato deliberatamente che Angelo morisse; questo perché era da tempo che la coppia di genitori non riusciva più a vivere con serenità la rarissima condizione del figlio, affetto da una malattia che lo rendeva costantemente esagitato e, in definitiva, ingestibile. Uno stato delle cose che aveva progressivamente reso la vita famigliare di Corrado e Chiara insopportabile, tanto da indurli a pensare che l’eventuale scomparsa di Angelo avrebbe risolto la situazione.
Una doppia soluzione del caso che diventa triplice, come dicevamo all’inizio del paragrafo, perché fa in modo che Giovanni Sanzio faccia finalmente pace con i suoi demoni interiori e con la sua situazione famigliare. Nelle ultime scene de La ragazza del lago vediamo il commissario interpretato da Toni Servillo accompagnato dalla figlia Francesca nella clinica in cui era ricoverata la moglie. Anche la ragazza, che non vedeva la mamma da quando era stata trasferita nell’istituto sanitario, fa dunque pace con se stessa e con il padre, nonostante la moglie di Sanzio non riesca più a riconoscere i volti famigliari, né del marito, né della sua unica figlia. Il film si chiude con il sorriso della donna interpretata da Anna Bonaiuto, mentre se ne va sotto braccio con il paziente di cui si è perdutamente innamorata; un sorriso che sembra ricompattare una volta per tutte il rapporto tra Giovanni e la figlia Francesca, adesso una famiglia più unita che mai. A modo loro.