Yin e Yang, bianco e nero, luce e ombra. In una parola, Po. Il dolce panda protagonista dell’amato franchise della Dreamworks Kung Fu Panda torna al cinema con il quarto capitolo della sua lunga storia (di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione). Un evento che è stato salutato con grande affetto dai fan della saga. Non è difficile immaginare i motivi del successo delle mirabolanti avventure del Guerriero Dragone, doppiato da Jack Black e da Fabio Volo. In primis, ci cono le sei parole con cui abbiamo iniziato questo approfondimento. Po è un personaggio che dietro alla sua tenerezza nasconde una miriade di contrasti. E che proprio grazie all’armonia con cui coniuga gli opposti riesce a radicarsi nel cuore del pubblico.
Il suo viaggio dell’eroe è lo stesso che hanno fatto tanti protagoniste e protagonisti prima di lui, ma in Po c’è una goffaggine che lo rende ancora più amabile. Non ha il senso di sacrificio di Frodo, l’ardore giovanile di Luke Sywalker, il furente senso di vendetta di Beatrix Kiddo. Nonostante questo però la sua ricerca d’identità tocca livelli di struggente intensità. Po è un eroe gentile, morbido e incasinato. Uno a cui non daresti una lira, ma che in più di un’occasione si è fatto portatore di un messaggio pieno di saggezza. Non te lo aspetti da un panda che possa mostrarti la realtà da un punto di vista diverso, profondo e non giudicante. Ma sta qui la bellezza di questo personaggio. Ecco allora 5 momenti in cui Kung Fu Panda ci ha lasciato un insegnamento importante (facendoci ridere e commuovere).
1. Non esiste un ingrediente segreto – Kung Fu Panda (2008)
Conosciamo Po nel film del 2008 diretto da Mark Osborne e John Stevenson. Po è un panda orfano, adottato da un maschio d’oca che lo alleva non solo come fosse suo figlio, ma come fosse un esemplare della sua specie. Mr. Ping è un ristoratore che cucina tante squisitezze, a partire dalla sua leggendaria zuppa di spaghetti. Protettivo e un po’ testardo come ogni buon padre orientale, Ping ha un cuore d’oro e ama alla follia il suo erede. Ecco perché storce il naso quando l’orso bicolore scopre di essere il Guerriero Dragone destinato a salvare la Valle della Pace dal feroce Tai Lung. Cooptato, non senza drammi, da maestro Shifu e dai Cinque Cicloni (Tigre, Gru, Vipera, Scimmia e Mantide), Po deve difendere la Pergamena del Drago, che si dice possa donare incredibili poteri a chiunque la legga, dal perfido Tai Lung, desideroso di ottenere la forza suprema.
Ma c’è un colpo di scena: la pergamena è bianca e questo non fa che scatenare ancora di più la rabbia di Tai Lung. Ormai sconsolato, Po torna da suo padre. E parlando con lui riceve un’illuminazione. Mr. Ping, infatti, per consolarlo gli rivela l’ingrediente segreto della sua zuppa. L’ingrediente segreto, però, non esiste. Per rendere una cosa speciale devi solo credere che sia speciale. Ecco il senso profondo racchiuso nella Pergamena del Drago. Essa è speciale in virtù della forza di chi la possiede e non viceversa. Grazie alla rivelazione Po sconfigge Tai Lung, conquista la stima dei suoi compagni e di Shifu, e vive con una nuova consapevolezza il ruolo di Guerriero Dragone.
2. Il presente è un dono – Kung Fu Panda (2008)
Il primo atto della storia di Po e di come sia diventato un Guerriero Dragone consapevole della sua forza è costellato da tanti momenti pieni di grazia. Perché Po non è solo un eroe che deve comprendere il senso della sua missione. Egli deve abbracciare le sue fragilità che nascono dalla domanda esistenziale più bella e difficile: chi sono io? Po non ha mai conosciuto i suoi genitori, ha una ferita che lo tormenta (sulle ferite torneremo più avanti) e che non sa come curare. Almeno fino a quando non incontra Oogway.
Questa creatura maestosa e umile al tempo stesso ha insegnato il kung fu a Shifu. Ed è proprio lui a intrevedere in Po le vibrazioni giuste. Anche quando lo stesso Po (e Shifu con lui) non colgono alcunché. Così, davanti al Sacro Pesco della Celestiale Saggezza, saccheggiato da un amareggiato Po, Oogway illumina il panda con una verità assoluta. “Ti preoccupi troppo di ciò che era di ciò che sarà. Ieri è storia, domani è un mistero. Ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente“. Po (e con lui tutte e tutti noi) capisce dunque quanto sia fondamentale vivere l’attimo in cui si è. L’unica cosa che conta davvero.
3. Non ho fame – Kung Fu Panda (2008)
Una delle cose più belle di Kung Fu Panda è il rapporto che si instaura tra Po e il maestro Shifu. Diciamo la verità, Shifu non sopporta il compito che gli è stato assegnato, anzi. Preferirebbe un allievo migliore, che gli facilitasse il compito. Ma, e questa è una perla nascosta nel franchise, anche un maestro impara dall’allievo. Al cospetto di Po, per esempio, Shifu abbandona il suo narcisismo. E scopre cosa voglia dire insegnare. Lo capisce dopo qualche giorno di training del plantigrade goloso, quando scopre il motore che accende di passione Po: il cibo.
Decide così di utilizzare i ravioli al vapore per spingere il panda oltre le sue possibilità. In una sfida a metà strada tra allenamento massacrante e riflessione filosofica sulla vita, Shifu sfida Po a mangiare solo quello che riuscirà a conquistare con fatica. Il duello è davvero all’ultimo sangue, ma Po risponde con grande capacità. È talmente preso dalla gara da dimenticare di mangiare. Il coup de théâtre arriva quando Po rinuncia all’ultimo raviolo perché non ha più fame. Egli è libero dal desiderio che lo ha sempre incatenato (quello di mangiare in continuazione). Perché ha trovato qualcosa di più grande, ovvero la bellezza di fare qualcosa solo per il gusto di farla.
4. Le cicatrici rimarginano – Kung Fu Panda 2 (2011)
Kung Fu Panda 2 arriva nel 2011 e pone Po davanti a un’altra sfida. Il Guerriero Dragone è ormai certo di sé, ma cosa succede se una nuova minaccia arriva a turbare la Valle della Pace? Si tratta del pavone Lord Shen. Una sorta di Erode assetato di potere che, ascoltata la profezia di un guerriero bianco e nero arrivato per sconfiggerlo, fece uccidere tutti i panda del suo regno. Compresa la madre di Po, prima che riuscisse a mettere in salvo il suo cucciolo. Alcuni anni dopo Po è chiamato a realizzare la profezia. Non sarà facile però tornare anche solo con la mente al momento in cui ha perduto sua madre. Il faccia a faccia finale con Shen è doloroso (ma anche buffo). Po ha trovato ormai la sua pace interiore e nella sua bontà prova a parlare con l’avversario cercando di convincerlo a dimenticare il passato. Inizia così un dialogo dai tratti surreali in cui il panda risponde al pavone.
“Ti ho portato via i genitori, ogni cosa. Ti ho lasciato una cicatrice a vita”
“Vedi, Shen, le cicatrici si rimarginano”
“No, non è così. Le ferite si rimarginano”.
“Già, le cicatrici che fanno? Sbiadiscono credo”
Il cuore del discorso è che bisogna lasciar andare il peso del passato, perché ciò che conta è chi si sceglie di essere adesso.
5. Trasformare te in te – Kung Fu Panda 3 (2016)
In Kung Fu Panda 3 Po va alla scoperta delle sue radici e ritrova il suo padre biologico. Lo “scontro” tra Mr. Ping e Li Shan è esilarante e tenero. L’amore che provano per il loro figlio è immenso e sarà proprio quel sentimento espresso senza se e senza a ma ad aiutare Po nel momento più difficile, la lotta a Kai il Collezionista. Po non dovrà solo capire finalmente chi è, ma anche comprendere come fare a essere un bravo maestro. Sì, ora lo scettro è nelle sue mani, ma il compito è gravoso. Ancora una volta è Shifu a dare a Po uno spunto su cui riflettere. Un Maestro non modella gli allievi a sua immagine e somiglianza, non riempie di nozioni, non mette voti. Un maestro fa sì che il suo allievo realizzi sé stesso pienamente. Forte di questa lezione, Po riesce ad addestrare la comunità di panda in cui si è rifugiato. Lasciando che ognuno di loro lotti secondo le sue caratteristiche. “Non devo insegnarvi a essere me… Devo insegnarvi ad essere voi!“, dice ai suoi nuovi amici, prima della sfida decisiva con Kai.