L’ultima notte di Amore, dopo essere stato presentato al Festival di Berlino 2023, è arrivato nelle sale italiane il 9 marzo dello stesso anno. Da subito ha saputo raccogliere l’attenzione di tutti quegli spettatori italiani che da anni auspicano un ritorno del cinema di genere nel nostro paese. E non a torto, perché il film diretto da Andrea Di Stefano, come vi abbiamo detto nella nostra recensione, un film di genere lo è in tutto e per tutto. Nello specifico un noir poliziesco o polar, come lo chiamerebbero i nostri cugini d’oltralpe.
Di Stefano porta in scena Franco Amore, un poliziotto al suo ultimo giorno di lavoro che non ha mai sparato un colpo con la sua pistola in tutta la carriera. L’interesse riscosso dal film, come detto, è stato molto. Non solo per le capacità mostrate dal regista nella messa in scena e neanche per la grande – l’ennesima – interpretazione di Pierfrancesco Favino nel ruolo del protagonista. Ma anche per il tipo di conclusione che è stata scelta e che affronteremo in questa spiegazione del finale de L’ultima notte di Amore.
L’inizio dell’ultima notte
La prima scena de L’ultima notte di amore mette già in chiaro molte cose. Di Stefano parte con una lunga ripresa dall’alto che attraversa, a Sole ormai tramontato, il capoluogo meneghino. Ne mostra l’intreccio di luci e di strade, come Mann farebbe con la sua Los Angeles. Si conclude poi inquadrando la finestra di un appartamento, dentro si sta svolgendo una festa, l’unico a mancare è il protagonista del film: Franco Amore. Un’apertura che è una dichiarazione d’intenti. Prima di tutto stilistica, perché una scena così, ripresa da un elicottero, nel nostro cinema non si vedeva da tempo.
E poi narrativa, si tratta di un primo tassello che Di Stefano posa e a cui ruoterà attorno da varie prospettive. Segue un lungo flashback che ci mostra la vita, il carattere del protagonista e che ci porta all’accettazione di un incarico speciale. Proprio in quell’ultima sera di servizio, prima della festa, Franco Amore accetta di far parte di un’operazione irregolare su proposta del collega e amico Dino. Dovranno far da scorta a dei cinesi e al loro carico (di diamanti). Le cose vanno male e Franco si ritrova a utilizzare quella pistola che non aveva usato mai.
Il finale de L’ultima notte di Amore
Nello scontro, oltre ai cinesi che trasportavano, rimangono uccisi Dino e una poliziotta. Franco si appresta a tornare a casa, dove si sta tenendo la festa del suo pensionamento. Una volta rientrato viene chiamato dai suoi superiori che gli dicono di presentarsi nella galleria in cui è avvenuto lo scontro. Nessuno sospetta di lui. Franco arrivato sul luogo cerca di capire cosa è andato storto, chi è coinvolto e come uscirne. Per farlo chiede la complicità della moglie Viviana (una incredibile Linda Caridi), già al corrente dell’operazione. Inizia così la sequenza più corposa e centrale di tutto il film, un lungo gioco di sguardi e di accumulo di tensione.
Viviana recupera i diamanti che il marito aveva nascosto sulla scena. Franco intanto inizia a ricostruire il puzzle, intuendo il coinvolgimento di Cosimo, il cugino della moglie. A questo punto parte il terzo atto. Franco riesce a prelevare con la forza Cosimo e a portarlo al cospetto della malavita cinese, svelando il piano dell’uomo e lasciandolo nelle loro mani. I suoi interlocutori gli chiedono dei diamanti, ma l’uomo rivela che sono una sorta di garanzia per la sua vita. Noi sappiamo che il prezioso bottino è nelle mani di Viviana, a cui il marito ha chiesto di fuggire senza voltarsi indietro e portando con sé il figlio del compianto Dino. A questo punto Franco ha concluso il suo arco ed esce dall’attico dei cinesi.
Passa camminando davanti al Duomo e lo spegnimento delle luci testimoniano che ormai l’alba è prossima. La notte iniziata con quella meravigliosa scena d’apertura si sta concludendo proprio negli ultimi istanti del film. Franco sale in auto e attraverso la radio di servizio e in lacrime dà l’addio a tutti i suoi colleghi. Arrivano varie risposte e congratulazioni, intanto tutte le volanti per salutarlo accendono le sirene. In questi scampoli finali ne sentiamo i rumori in lontananza. Mentre Franco si lascia andare ad un pianto tanto liberatorio quanto colpevole, in lontananza alle sue spalle vediamo una figura avvicinarsi. Non sappiamo se si tratti di qualcuno mandato dai cinesi, di un membro delle forze dell’ordine o di un semplice passante. La notte semplicemente si è conclusa e con esso lo sguardo del regista sulla vicenda.