Classe 1969, Pierfrancesco Favino è uno degli attori più amati e giustamente celebrati del cinema italiano contemporaneo. Grazie al suo immenso talento e a un’innegabile simpatia, è riuscito a farsi strada nel cuore degli italiani destreggiandosi tra drammi emotivamente complessi, commedie ilari e incursioni hollywoodiane che ne hanno sancito il successo anche all’estero. Vincitore di numerosi premi – tra cui la Coppa Volpi al miglior attore protagonista per Padrenostro (2020) – doppiatore e ora membro ufficiale della giuria italiana votante dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, Favino continua a conquistare nuove frontiere per l’attorialità italiana. In occasione dell’uscita del suo ultimo film nelle sale – Il Colibrì, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 – vogliamo ripercorrere i 12 migliori film con Pierfrancesco Favino, dal pluripremiato Romanzo Criminale di Michele Placido alle sue più recenti interpretazioni come Nostalgia di Mario Martone.
1. Romanzo criminale
In Romanzo Criminale incontriamo una delle interpretazioni più memorabili di Pierfrancesco Favino, che brilla assieme a un cast di grande talento e si avventura con successo nel pericoloso terreno della tragedia classica, articolata intorno al potere, all’amore impossibile, all’amicizia tradita e al desiderio di vendetta. Diretto da Michele Placido e ispirato all’omonimo romanzo del 2002 di Giancarlo De Cataldo, Romanzo Criminale si rifà alle vicende della banda della Magliana, organizzazione criminale mafiosa nata a Roma nel 1977. Dopo aver scontato una pena in carcere per un reato minorile, Il Freddo (Kim Rossi Stuart) riunisce i suoi vecchi amici Il Libanese (Pierfrancesco Favino) e Il Dandi (Claudio Santamaria) e si imbarca in una serie di crimini che fanno del trio i gangster più potenti di Roma. Il Libanese è entusiasta dello status che si sono guadagnati e cerca di diffondere la loro influenza in tutta la malavita, mentre gli altri due perseguono desideri più carnali. Per decenni, la banda commette crimini stravaganti, finché la paranoia minaccia di dividere gli amici.
2. Saturno contro
Passiamo poi a Saturno Contro di Ferzan Ozpetek, in cui Favino ci regala una delle sue interpretazioni più intense nei panni di Davide (Pierfrancesco Favino), un famoso scrittore che fa coppia con Lorenzo (Luca Argentero), un ambizioso pubblicitario. L’attore si cala perfettamente nei panni di un personaggio che incarna il senso del lutto, una performance che si sposa con la finezza ed eleganza stilistica del film, che hanno fatto raggiungere a Ozpetek una notevole maturità narrativa. I due organizzano spesso cene a cui invitare amici: Antonio (Stefano Accorsi), un insicuro impiegato di banca che tradisce la moglie (Margherita Buy), psicologa di successo, con un’altra donna (Isabella Ferrari); Neval (Serra Yilmaz), traduttore dal turco sposato con un timido agente di polizia; Sergio (Ennio Fantastichini), sarcastico ex amante di Davide; e Roberta, una giovane donna appassionata di astrologia.
3. Le cronache di Narnia
Con la sua perfetta padronanza della lingua inglese, Pierfrancesco Favino ha anche lavorato spesso all’estero. Incursione hollywoodiana degna di nota dell’attore è quella in Le Cronache di Narnia – Il Principe Caspian, in cui recita a fianco del collega Sergio Castellitto, che interpreta il malvagio sovrano Lord Miraz, nemico giurato di Narnia. Favino interpreta invece il Generale Glozelle, che comanda l’esercito di Lord Miraz. Entrambi gli attori sono stati voluti fortemente da Andrew Adamson, regista dei primi due capitoli dei film ispirati ai libri di C. S. Lewis. con William Moseley, Anna Popplewell, Georgie Henley e Skandar Keynes nei panni dei quattro fratelli Pevensie che, attraverso un armadio, scoprono un mondo incantato chiamato Narnia in cui si rifugeranno, mentre a Londra imperversa la seconda guerra mondiale.
4. Baciami ancora
Menzione speciale alla performance intrisa di fragile emotività di Pierfrancesco Favino in questo film. Dieci anni dopo L’ultimo bacio (2001), Gabriele Muccino torna dai suoi personaggi, interpretati per lo più dagli stessi attori, per vedere cosa succede nelle loro vite. Un graditissimo regalo per tutti i fan del film originale, ma anche i nuovi arrivati scopriranno in fretta che non è difficile abbracciare la storia di questi amici. Carlo e Giulia (Stefano Accorsi e Vittoria Puccini) si sono separati e sono in attesa di divorzio, anche se si vedono spesso per via della figlia Sveva; Carlo si rende conto di essere ancora profondamente innamorato della sua ex e cerca di riconquistarla. Marco (Pierfrancesco Favino), invece, sente di starsi allontanando dalla moglie, che per anni ha desiderato invano un figlio. Adriano (Giorgio Pasotti) torna dopo dieci anni di assenza, di cui due passati in un carcere colombiano per droga, e ciò che desidera più di tutto è stare con il figlio che ha lasciato quando era appena nato. La madre del bambino, Livia (Sabrina Impacciatore), ha da poco iniziato una relazione con Paolo (Claudio Santamaria), il perdente del gruppo, divorato da una depressione che lo separa da tutti. Alberto (Marco Cocci), invece, è l’unico che cerca ancora una vita al di fuori della routine.
5. ACAB – All Cops Are Bastards
Tra le altre migliori performance di Pierfrancesco ricordiamo quella in ACAB – All Cops Are Bastards in cui interpreta Cobra che, assieme a Negro (Filippo Nicro) e Mazinga (Marco Giallini) è un poliziotto a contatto quotidiano con la violenza, sbruffone, riservato e con un senso etico difficile da decifrare. L’esordio alla regia di Stefano Sollima, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini, si è guadagnato 6 nomination ai David di Donatello 2012. Così come in Suburra – in cui rinnova il sodalizio con Favino – Sollima dimostra ancora una volta di riuscire a trattare al meglio narrazioni incentrate sull’apparato statale italiano. Spostando il focus dai politici corrotti alla polizia antisommossa, l’interpretazione di Favino svela la disgregazione di uomini condannati all’esterno e che decidono di vivere solo secondo regole stabilite internamente.
6. Suburra
Nella seconda prova registica di Stefano Sollima, tratta dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, Favino interpreta Filippo “Pippo” Malgradi, un deputato disonesto che cerca di trasformare il lungomare di Ostia a Roma in un parco giochi per giocatori d’azzardo stile Las Vegas. L’attore cuce su questo personaggio una vera e propria aura da mostro, che calza a pennello con il ritratto di una Roma piena di politici, criminali, figure istituzionali, ecclesiastici e mafiosi che, invece di essere danneggiati dagli scandali di corruzione, aumentano il loro potere in modo esponenziale. Oltre a quella di Pierfrancesco Favino nei panni di Filippo Malgradi, grandissime le interpretazioni di Claudio Amendola (Samurai), Alessandro Borghi (Numero 8) ed Elio Germano (Sebastiano).
7. Il traditore
Nei panni del boss della mafia siciliana Tommaso Buscetta, Pierfrancesco Favino ci regala un’interpretazione da brividi. È il suo sguardo che ci racconta trent’anni di politica italiana e di Cosa Nostra nel film di Marco Bellocchio, presentato in concorso a Cannes 2019. Favino unisce una forte carica drammatica a un umorismo cupo nella performance che gli ha fruttato il David di Donatello al miglior attore maschile.
All’inizio degli anni ’80, scoppia una guerra tra i boss della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), un uomo che si è fatto da sé, decide di fuggire per nascondersi in Brasile. I suoi figli vengono uccisi mentre lui non può fare nulla per impedirlo. Quando viene estradato dalla giustizia brasiliana, Buscetta prende una decisione del tutto inaspettata sia per lui che per tutti coloro che lo conoscevano: decide di incontrare il giudice Giovanni Falcone, tradendo così il giuramento fatto con Cosa Nostra.
8. Hammamet
Nonostante il film di Gianni Amelio abbia ricevuto prettamente recensioni negative dalla critica, è indubbio che la performance di Favino sia totalizzante: agisce e si muove sotto il peso delle protesi facciali di Andrea Lanza, che gli conferiscono un’inquietante somiglianza con il leader del Partito Socialista Italiano Bettino Craxi. Ne imita perfettamente la voce e ne ricalca il linguaggio del corpo, tracciando accuratamente le sfumature della sua personalità al contempo determinata e arrogante. Hammamet racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, in cui il controverso politico si è recato in Tunisia dopo essere stato al centro della più grande inchiesta giudiziaria italiana.
9. Nostalgia
Forse la performance recente più carica di emotività di Pierfrancesco Favino è quella in Nostalgia di Mario Martone. Una malinconia infinita traspare dal suo ritratto dell’uomo d’affari cinquantenne Felice Lasco (Favino), che torna dal Medio Oriente per visitare l’anziana madre (Aurora Quattrocchi) nel Rione Sanità di Napoli. L’attore ci restituisce perfettamente la ricerca di redenzione, quanto di futuro, del suo personaggio, in ogni angolo dei nostri ricordi, delle strade, degli odori di un’altra epoca. Vagando per le strade, Felice riscopre la città, i suoi codici e rituali e i ricordi che ancora lo tormentano. Nonostante il prete locale Don Luigi (Francesco Di Leva) gli consigli di lasciarsi il passato alle spalle, cerca il suo amico d’infanzia Oreste (Felice come Tommaso Ragno di Lazzaro), ora temuto mafioso locale.
10. Corro da te
Il talento comico di Pierfrancesco Favino è indubbio: per questo abbiamo voluto includere in qusta lista dei suoi migliori film da vedere una pellicola dal tono più leggero, ma non per questo meno d’impatto. Corro da te è un fedele remake della commedia francese Tutti in piedi, primo film del regista Franck Dubosc, che per anni ha portato in scena in televisione e al cinema l’immagine di Gianni, quella del playboy un po’ mitomane. In questa versione italiana, Gianni (Pierfrancesco Favino) si diverte a sedurre le donne, considerandosi un pezzo da novanta; tuttavia, il suo stile di vita deve cambiare drasticamente dopo l’incontro con Chiara (Miriam Leone), una donna paraplegica. Correre, muoversi, avvicinarsi e allontanarsi sono il fulcro emotivo di questa commedia romantica messa in scena da Riccardo Milani, che poggia su una scrittura accurata e sulla chimica tra Favino e Miriam Leone.
11. Ultima notte di Amore
L’ultima notte d’amore poggia sulle spalle di un magistrale Pierfrancesco Favino, la cui espressività sembra sempre prestarsi bene a questo tipo di performance strutturata. L’attore ci dà accesso al chiaroscuro esistenziale di un uomo incorruttibile che, in qualche modo, si è lasciato tentare, inseguire su tre fronti: dalla legge e dallo Stato, dai suoi colleghi corrotti, e infine dal crimine. È l’affresco di un essere umano alla frontiera: da una parte la giustizia e dall’altra l’inganno. Favino ci consegna senza alcun difetto i dubbi, le turbolenze emotive, il senso di oppressioneon del suo personaggio, confermandosi come uno dei migliori attori del panorama cinematografico italiano. Il film, a cui abbiamo dedicato un approfondita spiegazione del finale, racconta l’ultima notte di servizio prima della pensione del tenente di polizia Franco Amore, che viene chiamato a indagare sulla scena del crimine in cui è stato ucciso il suo migliore amico e compagno di una vita, Dino.
12. Comandante
Comandante, film di apertura di Venezia 80, è guidato dalla carismatica interpretazione centrale del numero uno dei protagonisti italiani di oggi, Pierfrancesco Favino. Il dramma storico di Edoardo De Angelis rievoca un episodio della Seconda guerra mondiale che funge da monito per il presente, con un approccio registico che sfida i film di guerra internazionali, aspetti che analizziamo nella nostra recensione di Comandante. All’inizio della Seconda guerra mondiale, Salvatore Todaro è al comando del sommergibile Cappellini della Regia Marina Italiana. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga nell’Atlantico, scorge la sagoma di un mercantile che naviga senza luci nel buio della notte. Si tratta del Kabalo, che poi si scoprirà essere una nave belga, e che improvvisamente apre il fuoco contro il sommergibile e il suo equipaggio italiano. Ne segue una breve ma feroce battaglia in cui Todaro affonda la nave nemica a colpi di cannone. È a questo punto che il comandante prende una decisione che passerà alla storia.