In diverse serie e film, horror per lo più, si assistono a scena dove i personaggi si concedono atti di cannibalismo. Il cannibalismo è ciò che porta un individuo di una specie a cibarsi dei propri simili. Parlando di essere umani, sarebbe più corretto parlare di antropofagia, ovvero l’abitudine di mangiare esseri umani. Questo tema ricorre nel film di Luca Guadagnino, Bones and All, e precedentemente nella serie su Jeffrey Dahmer, su Netflix. Ma cosa spinge un essere umano a mangiare un altro essere umano? Le cause psicologiche possono essere diverse.
Come abbiamo già spiegato a proposito del profilo psicologico di Jeffrey Dahmer, il cannibalismo permette al killer di fermare e tenere sotto controllo per sempre la propria vittima: pensiamo ad un padre assente nell’infanzia che le fantasie infantili del killer vogliono tenere con sé.
Esistono addirittura motivi di tipo transgenerazionale: nel film francese Raw (2016, titolo originale: Grave) di Julia Ducournau, la protagonista Justine all’università con Alexia, sua sorella, si ritroverà a mangiare un pezzo di carne umana non potendone fare a meno. Come mai se l’intera famiglia era da sempre vegetariana? Scopritelo, ma a stomaco vuoto.
Inoltre, secondo la psicologia antropologica, questa abitudine era immersa in un rituale: si mangiavano i corpi degli avversari sconfitti per impossessarsi delle loro virtù e abilità. Successivamente, nel corso della storia, alcuni personaggi sono ricorsi ad episodi di cannibalismo per semplice sopravvivenza: pensate a sopravvissuti di disastri aerei come nel film Alive (1993) di Frank Marshall, basato sulla storia vera del “disastro delle Ande” che coinvolse una squadra universitaria di rugby uruguaiana che restò bloccata sulla catena montuosa che delimita il Cile.
(Francesco Marzano è psicologo, psicoterapeuta e psicodrammatista, si occupa di rapporti tra psicologia e cinema e dell’impatto sugli spettatori.)