Il finale del film Piove rivela che il male che affligge Roma, rappresentato da una pioggia nera e tossica, è strettamente legato al trauma familiare dei protagonisti. Quando Thomas, il giovane protagonista, riesce finalmente a esprimere il suo dolore per la perdita della madre, il fenomeno sovrannaturale sembra placarsi. Insieme a suo padre, Lorenzo, e alla sorella, Elena, i tre iniziano un processo di guarigione, segnando un ritorno alla speranza dopo una lunga discesa nell’oscurità.
Nel corso del film, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione, la pioggia nera emerge come una manifestazione simbolica dei conflitti irrisolti e delle emozioni represse che avvolgono i protagonisti. Lorenzo, dopo la perdita della moglie, si è isolato emotivamente dai suoi figli, aggravando la loro sofferenza. Elena cerca rifugio nella rabbia e nell’aggressività, mentre Thomas si chiude in se stesso, sviluppando un legame inquietante con le presenze misteriose generate dalla pioggia.
L’apice della narrazione, come abbiamo analizzato nella nostra spiegazione del finale, si raggiunge quando Thomas affronta la sua paura e il suo dolore, un gesto che rompe il circolo vizioso dell’alienazione familiare e innesca la risoluzione del conflitto soprannaturale. La riconciliazione tra i tre protagonisti non solo sconfigge il male, ma suggerisce che la vera salvezza risiede nell’affrontare i propri demoni interiori e nel ritrovare il legame con le persone care.
Piove, diretto da Paolo Strippoli, è un film horror psicologico italiano del 2022 che intreccia elementi di sovrannaturale con una profonda analisi delle dinamiche familiari e delle emozioni represse. Ambientato in una Roma cupa e inquietante, la storia ruota attorno a una misteriosa pioggia nera che, oltre a contaminare l’ambiente, scatena negli abitanti della città una violenza incontrollabile, rivelando i loro traumi nascosti.
I protagonisti della vicenda sono Lorenzo (interpretato da Fabrizio Rongione), un uomo devastato dalla perdita della moglie, e i suoi due figli, Elena (Aurora Menenti) e Thomas (Francesco Gheghi). La famiglia vive una situazione di profonda alienazione: Lorenzo si rifugia nella routine per evitare il confronto con il dolore, Elena canalizza la sua frustrazione in atteggiamenti ribelli, e Thomas, il più giovane, è il più vulnerabile, sviluppando una connessione quasi paranormale con gli eventi legati alla pioggia.
Il film, come dicevamo, è carico di simbolismo: la pioggia nera diventa una metafora delle emozioni represse che, se non affrontate, corrodono lentamente le persone dall’interno. La regia di Strippoli, insieme a una fotografia fredda e claustrofobica, crea un’atmosfera opprimente che riflette il malessere interiore dei personaggi e l’inevitabile esplosione di violenza.