Psycho, il capolavoro di Alfred Hitchock, non è la rievocazione di una storia vera, perché il film è tratto da un romanzo di Robert Bloch. Tuttavia, lo scrittore americano, si ispirò ad alcuni elementi del caso di Ed Gein, il serial killer del Wisconsin che fu arrestato nel 1957, tre anni prima dell’uscita del film di Hitchcock. In effetti, pur essendo due personaggi diversi, il protagonista di Psycho e Ed Gein hanno alcuni punti in comune, come vedremo di seguito. Attenzione: l’articolo contiene descrizioni molto crude, che potrebbe turbare i lettori più sensibili.
Il protagonista di Psycho è Norman Bates (Anthony Perkins) un giovane uomo, titolare di un motel isolato nei pressi di Fairvale, in California, che sostiene di vivere insieme all’anziana madre, inferma di mente, in una sinistra casa che si trova nelle vicinanze del motel. Come intuiamo nelle prime scene del film, Norman è molto timido, ha evidenti difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso, e fatica anche solo a pronunciare parole che riguardano la sfera privata, come “bagno”. Inoltre è un appassionato tassidermista, e le pareti della sua abitazione sono popolate da uccelli imbalsamati che incombono sul visitatore, con aria giudicante. In realtà, come viene svelato nel finale del film, Norman è un serial killer affetto da disturbo dissociativo dell’identità che custodisce il cadavere mummificato dell’anziana madre in casa, e quando uccide, lo fa indossando gli abiti di sua mamma. Norman infatti si convince che sia sua madre a uccidere le clienti del motel che lui accoglie e che lei considera donne poco serie. A Norman tocca solo pulire tutto in fretta e sbarazzarsi dei cadaveri in uno stagno che si trova nelle vicinanze, tutto per proteggere sua madre ed evitarle il carcere.
Da questo punto di vista, gli elementi che Norman Bates e Ed Gein hanno in comune, è aver avuto una madre autoritaria e bigotta, che continua ad avere un’influenza su di loro anche dopo morta, l’interesse per l’artigianato macabro su cadaveri o animali morti. Anche Ed, come Norman, era descritto come una persona timida e strana e come scrive CrimeReads, sua madre rimproverava costantemente lui e suo fratello Henry, ostacolava in tutti i modi i loro tentativi di socializzare, arrivando anche a punirli. Arrivò anche a farsi promettere dai figli che sarebbero rimasti vergini per sempre, perché per lei le donne erano tutte prostitute e il sesso era uno strumento del demonio. Quando la madre di Ed morì, nel 1945, a causa di un ictus, Ed rimase praticamente solo, perché suo padre alcolista e violento era morto ne 40, e suo fratello era morto in un misterioso incendio nella fattoria di famiglia. Ed isolò l’area della casa in cui sua madre soggiornava, lasciandola praticamente intatta, mentre casa sua diventava sempre di più un tugurio. Smise di lavorare nella fattoria e iniziò a lavorare per altri braccianti. Nel tempo libero iniziò ad interessarsi di anatomia umana, leggeva storie pulp sui cannibali, sulle atrocità dei criminali nazisti come Ilse Koch, che realizzava paralumi con la pelle degli ebrei uccisi nei campi di concentramento. Più avanti, con l’aiuto di un amico, Gein iniziò a dissotterrare cadaveri per sezionarli, portarli a casa e lavorarli. Quando fu arrestato per l’omicidio di una commerciante, di cui egli aveva appeso il cadavere squartato a testa in giù per le caviglie, in casa sua trovarono numerosi oggetti, tra cui sedie fatte con la pelle dei cadaveri, abiti interi fatti la pelle di donne che aveva scuoiato, ma anche teste e crani. Da questo punto di vista, Ed Gein ha ispirato, oltre a Norman Bates, altri celebri serial killer del cinema: Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti e Leatherface di Non aprite quella porta.
Anche Norman Bates tiene la camera di sua madre come un museo, con tutti i suoi effetti personali intatti e pur non avendo cimeli così macabri, in casa sua nasconde un cadavere e ama impagliare uccelli e altri animali. Come Ed Gein, anche Norman è un personaggio che vive isolato, in un’attività ereditata dalla famiglia, e che occasionalmente si veste da donna perché ha una sessualità repressa. Gein infatti aveva manifestato la volontà di cambiare sesso, e indossava un costume fatto con la pelle di una donna, per identificarsi con più efficacia in una donna o forse proprio in sua madre.
Robert Bloch rimase colpito dalla storia di Ed Gein, tanto che gli dedicò anche un saggio dal titolo The Shambles of Ed Gein, in cui raccontava la sua vicenda. Sembra inoltre, che per il personaggio di Bates in Psycho, lo scrittore si sia ispirato a Calvin Beck, editore di una rivista di cinema horror e fantastico degli anni ’50 che si intitolava Castle of Frankenstein, ma su questo non vi sono conferme precise.
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