No, Seven di David Fincher non è basato su una storia vera: nonostate racconti dei crimini di un serial killer efferato nella città di New York, questo personaggio misterioso e i suoi omicidi non sono direttamente legati a nessun caso di cronaca realmente accaduto, né la sceneggiatura si è vagamente ispirata a pluri-omicidi americani del passato.
Il celebre thriller del 1995 diretto dal regista statunitense e con un parterre di attori quali Brad Pitt, Morgan Freeman, Kevin Spacey e Gwyneth Paltrow ha fatto la storia del cinema, anche grazie allo scioccante ed enigmatico finale che ha lasciato più dubbi che risposte agli spettatori di ieri e di oggi.
Il film è basato su una sceneggiatura originale firmata da Andrew Kevin Walker, da cui il regista David Fincher (qui al suo secondo lungometraggio dietro la macchina da presa) ha preso ovviamente le fondamente per costruire il prodotto che possiamo vedere ancora oggi. Seven, in breve, racconta di un killer astuto e spietato che uccide a raffica, nei modi più raccapriccianti, alcuni personaggi scelti con cura. Sulle sue tracce ci sono il giovane e ambizioso Mills (Brad Pitt), alla prima missione, e l’esperto Somerset (Morgan Freeman), ormai prossimo alla pensione; personalità opposte che mal si tollerano a vicenda. Impareranno però a “convivere” man mano che la caccia all’assassino si fa più serrata e il mistero comincia a districarsi: il mostro difatti sceglie le vittime e le uccide seguendo i sette peccati capitali (gola, avarizia, accidia, lussuria, superbia, invidia e ira).
Come suggerito da The Cinemaholic, in realtà la sceneggiatura di Andrew Kevin Walker una base di realtà ce l’ha; difatti, durante la stesura dell’agghiacciante script, quest’ultimo ha preso ispirazione dalle condizioni affollate e sporche di New York, dove trascorse un po’ di tempo cercando di diventare scrittore. Commentando il film, Walker ha descritto come camminando per strada nel cuore della Grande Mela riuscisse a vedere almeno uno dei sette peccati venire commessi con grande facilità. Walker ha più volte sottolineato che, nonostante non gli sia affatto piaciuto il suo periodo newyorkese, gli è stato di grandissimo aiuto nello scrivere poi la sceneggiatura di Seven.
Una sceneggiatura dove, guarda caso, lo psicopatico serial killer si nasconde alla perfezione proprio nella caotica città di New York, nella sua pancia e nei suoi bassifondi, senza lasciare traccia. Ad oggi, Seven è uno dei thriller più celebrati ed influenti della storia del cinema americano. Nella nostra spiegazione del finale, ci siamo addentrati anche noi nel cuore di tenebra che avvolge l’atmosfera del film di David Fincher, cercando di offrire una interessante chiave di lettura.