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Home » Film » News cinema e film » Sharon Tate, perché fu uccisa dalla Family di Charles Manson: tutte le teorie

Sharon Tate, perché fu uccisa dalla Family di Charles Manson: tutte le teorie

Scopriamo insieme tutte le possibili motivazioni dell'eccidio di Cielo Drive dell'8 agosto 1969, in cui perse la vita la giovane attrice Sharon Tate.
Simone FrigerioDi Simone Frigerio19 Dicembre 2023
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A più di cinquant’anni da quel 8 agosto 1969, le reali motivazioni del brutale omicidio di Sharon Tate non sono state ancora definitivamente chiarite. Negli anni si sono succedute diverse teorie sui movente del massacro, ma nessuna ha mai realmente preso il sopravvento sulle altre. A essere messo in dubbio più volte, è stato persino il diretto coinvolgimento di Manson negli omicidi. Come noto, l’uomo non era presente quella sera, nella casa di Cielo Drive, ma in interviste rilasciate successivamente, Manson ha persino negato di avere avuto a che fare con gli omicidi, in qualsiasi veste.

Ad ogni modo, secondo alcuni, l’omicidio di Tate e degli occupanti della villa sarebbe dovuto servire da pretesto per scatenare una guerra razziale tra bianchi e neri, che Manson aveva soprannominato Helter Skelter.
Un’altra teoria presenta invece gli omicidi come la vendetta di Manson nei confronti di Terry Melcher, un produttore musicale, precedente inquilino della villa di Cielo Drive, che aveva rifiutato di fargli incidere un disco.
Ancora, l’omicidio Tate potrebbe essere stato un modo per distrarre l’attenzione della polizia da uno dei membri della Manson Family, Bobby Beausoleil, accusato del ferimento di Bernard Crowe, uno spacciatore, e dell’omicidio di Gary Hinman, un maestro di musica.

L’odio di Manson per gli afroamericani, e per le Pantere Nere in particolare, era noto a tutti. Alla base dell’attività omicida del clan, vi sarebbe quindi la visione, propugnata dallo stesso Manson, di un conflitto razziale su larga scala tra bianchi e afroamericani, l’Helter Skelter (espressione mutuata dall’omonima canzone dei Beatles); gli omicidi sarebbero quindi serviti da miccia per l’esplosione definitiva dello scontro generazionale.
Al proposito, Tex Watson riporta queste parole di Manson, nel corso di una testimonianza giudiziaria: “Helter Skelter sta per iniziare, ma un nero non fa mai niente se prima un bianco non gli insegna come; Helter Skelter sta arrivando, ma a quanto pare dobbiamo fare vedere ai neri come si fa”. Nel corso di una testimonianza al processo Tate, Manson avrebbe specificato: “Helter Skelter è confusione; non c’entrano le guerre; nessuno ucciderà mai nessun altro… Helter Skelter è solo confusione; se ti ritrovi la confusione accanto, ma non riesci a vederla con chiarezza, puoi darle il nome che preferisci“.

Nel 1967, Manson, intenzionato a perseguire una carriera nella musica, si trasferì, insieme ai suoi seguaci, in California. Qui conobbe Dennis Wilson, membro storico dei Beach Boys, che lo prese sotto la sua ala e gli prestò dei soldi per incidere un disco, facendogli conoscere Terry Melcher, produttore musicale, figlio di Doris Day. Melcher in quel periodo frequentava la giovane attrice Candice Bergen, che occupava in affitto una villa al 10050 di Cielo Drive. Qui Wilson e Manson fecero spesso visita a Melcher, il quale non era però troppo convinto delle possibilità di Manson di sfondare.

Su pressione della madre e dello stesso Wilson, che aveva cominciato a nutrire dubbi sull’equilibrio psicologico dell’amico, Melcher, nel giugno 1969 comunica a Manson la rottura del loro preaccordo. Secondo quanto dichiarato da Tex Watson, uno dei partecipanti all’eccidio, Manson avrebbe dunque ordinato loro di assaltare la casa, simbolo dell’establishment che aveva osato rifiutarlo; non è chiaro se Manson, allora, fosse a conoscenza del fatto che la villa, nel frattempo, era stata affittata da Roman Polanski e Sharon Tate. Secondo Susan Atkins, un altro membro della Famiglia, il crimine fu compiuto per “scioccare il mondo; dovevamo farci notare”.

Ma i contatti della Famiglia con il mondo esterno e, specialmente, con il sottobosco criminale, non erano rari. Le connessioni di Tex Watson con il mondo della droga hanno fatto pensare a una compravendita di stupefacenti finita male fra Watson, Sebring e Frykowki, che portò Manson, nel maggio 1969 a sparare a Bernard Crowe, un piccolo spacciatore di Los Angeles, senza ucciderlo. Due mesi dopo, Gary Hinman, un giovane insegnante di musica, entrato in contatto con alcuni membri della comune, fu accoltellato da Bobby Beausoleil, un membro della Famiglia, per questioni di denaro, al termine di due giorni di atroci torture.

Da questa prospettiva, dunque, gli omicidi di Cielo Drive sarebbero serviti a persuadere gli inquirenti dell’innocenza di Beausoleil; si spiegherebbero così le scritte ritrovate su entrambe le scene del crimine: sul muro di casa Hinman fu ritrovata la scritta “Porco politico”, simile alla scritta “Porco” vergata con il sangue di Sharon Tate sulla porta d’ingresso della villa. Peraltro, sul muro di casa Hinman fu ritrovato anche il disegno di una zampa di gatto nera, un maldestro tentativo di indirizzare gli inquirenti verso l’ambiente delle Pantere Nere e della comunità afroamericana in generale.

Negli anni a seguire, la vicenda ha ispirato film come C’era una volta a… Hollywood, sia pure con molte libertà narrative, e il film 10050 Cielo Drive.

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