Zac Efron ha raccontato l’imbarazzo di girare in mutande sul set di The Iron Claw, ricordando il dettaglio esilarante di non sapere dove mettere le mani! Parlando con Metro, l’attore ha ammesso che ci è voluto del tempo per abituarsi a trascorrere i tempi morti sul set in mutande in mezzo a così tante persone. “È una sensazione diversa. Non l’ho mai provata prima“, ha aggiunto l’attore, che interpreta il wrestler Kevin Von Erich nel film.
“Uno dei momenti più strani che non mi aspettavo era quando il wrestling si fermava, o c’era un taglio, o tra un set e l’altro o tra una ripresa e l’altra, dovevi stare in piedi con tutta la folla intorno, in mutande“, ha detto. “E non c’è nulla di concreto“.
Efron interpreta il wrestler professionista Kevin Von Erich in The Warrior – The Iron Claw, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione, che ripercorre la storia vera della famiglia di wrestler professionisti Von Erich. Jeremy Allen White interpreta il defunto Kerry Von Erich, mentre Harris Dickinson e Stanley Simons interpretano gli altri fratelli defunti di Kevin, David e Mike Von Erich. Il film segue i fratelli mentre lottano per essere all’altezza delle aspettative del padre Fritz Von Erich (Holt McCallany) nei loro confronti nell’industria del wrestling professionistico.
“Devi solo… tipo, dove mettere le mani? Sui fianchi? Non puoi fare a meno di guardare in alto, c’è gente dappertutto, non puoi avere qualcuno che non ti guarda! Quindi è stato un po’ innaturale“, ha aggiunto Efron a Metro.
Il film si è rivelato un successo per l’attore, il regista Sean Durkin e il distributore A24. Su Rotten Tomatoes ha ottenuto un’alta valutazione da parte della critica e del pubblico e ha guadagnato più di 34 milioni di dollari al botteghino nazionale dalla sua uscita a dicembre.
“Interpretare qualcuno che è reale e ancora vivo aggiunge un ulteriore livello di complessità, credo“, ha detto Efron a proposito dell’interpretazione di Kevin Von Erich durante un Q&A per il film a New York City a novembre. “Come attore, è una linea sottile. Vuoi fare tutto il possibile per assicurarti che sia un ritratto onesto del personaggio, senza andare così oltre da risultare un’imitazione. E per questo film, sapendo che lui sarebbe stato là fuori e che alla fine lo avrebbe visto, non sapevo se avrei fatto un buon lavoro o meno“.