Sono passati quasi cinquant’anni da quando Damien Thorn, l’Anticristo cinematografico per eccellenza, è entrato nell’immaginario collettivo grazie al regista Richard Donner e lo sceneggiatore David Seltzer. La sua è una saga (qui trovate il nostro approfondimento e l’ordine in cui vedere i film) che, tra alti e bassi, ha fatto la storia dell’horror, e ora continua in una nuova veste con il prequel Omen – L’origine del Presagio: il racconto di come il figlio di Satana sia venuto al mondo, un antefatto che si ricollega direttamente al capostipite di Donner ma lascia anche delle porte aperte per nuovi film incentrati su aspetti inediti della saga della famiglia Thorn (potete leggere di più al riguardo nella nostra recensione). A creare questo bivio è l’ultima parte della pellicola, una conclusione prevedibile e sorprendente allo stesso tempo, che vogliamo cercare di analizzare con la nostra spiegazione del finale di Omen – L’origine del Presagio. Ovviamente, questo articolo contiene spoiler (per tutto il franchise).
Cosa succede nel finale di Omen – L’origine del Presagio

Dopo aver inizialmente sospettato che la giovane orfana Carlita Scianna fosse la ragazza scelta dalla Chiesa per dare alla luce l’Anticristo, la novizia Margaret Daino scopre che in realtà è lei la prescelta, una di due bambine frutto degli esperimenti blasfemi clericali a essere in vita e in salute (l’altra è appunto Carlita). Cerca di abortire, ma viene intercettata dal cardinale Lawrence e dai suoi scagnozzi, incluso un dottore che le fa un cesareo e svela che Margaret aspettava due gemelli: una femmina e, per la gioia della setta, un maschio.
Margaret cerca di uccidere il neonato, ma viene fermata e lasciata a morire mentre la cripta dove ha avuto luogo l’operazione va a fuoco. Con l’aiuto di Carlita riesce a fuggire insieme alla figlia femmina, dopo aver avuto una visione dello sciacallo demoniaco che l’ha ingravidata che muore tra le fiamme. La setta affida il maschio a Robert Thorn, dando il via agli eventi del primo film della saga. Alcuni anni dopo, Padre Brennan contatta Margaret, che vive isolata in mezzo alle montagne con Carlita e la bambina, per metterla in guardia: la setta sa che sono ancora vive, e verrà a cercarle perché la sorella dell’Anticristo sarà importante in futuro. Prima di andarsene, le svela che suo figlio ha un nome: Damien.
La maternità maledetta

La regista Arkasha Stevenson si è avvicinata al progetto specificamente per come proponeva di affrontare l’argomento della filiazione demoniaca mettendo l’accento su un aspetto che nei film precedenti era appena accennato (per quanto in modo decisamente forte e stomachevole): l’identità della madre di Damien. Nel film di Donner era identificata come uno sciacallo, e ne vedevamo i resti in una tomba a Cerveteri (con il cognome Scianna, che qui scopriamo essere il nome in codice per tutte le bambine nate dagli esperimenti perversi della Chiesa).
In questa sede viene chiarito che lo sciacallo in questione è in realtà il padre – e il nonno, poiché lui ha generato anche le varie Scianna – del bambino, l’iniziatore di un circolo vizioso a base di incesto e protagonista delle due sequenze più esplicite di body horror, prima quando esce dal corpo di una donna incinta (con inquadrature frontali della vagina di lei che hanno provocato non pochi grattacapi alla censura statunitense), la seconda quando vìola il corpo di Margaret in un inquietante flashback che svela l’identità della giovane come madre di Damien. Due scene che nel clima politico odierno non passano inosservate, poiché il film stesso, pur essendo ambientato nel 1971, parla apertamente alle spettatrici di oggi condannando senza mezzi termini una mentalità che tratta la donna come semplice incubatrice dei maschi che domineranno il mondo.
Sorella, dove sei?

La principale novità in vista del futuro della saga è l’introduzione della sorella di Damien, una figura inedita che potrebbe potenzialmente avere diritto a un proprio sequel le cui vicende si svolgerebbero in parallelo con l’ascesa dell’Anticristo. Fino ad arrivare a una possibile convergenza che i fan del franchise ben conoscono: e se la misteriosa bambina, senza nome in questa sede, saltasse fuori qualche decennio dopo con il nome Kate Reynolds? L’abbiamo vista nel terzo Omen, quello dove Damien è adulto e pronto a concretizzare la profezia che lo accompagna dalla nascita, e Kate è una giornalista che lui seduce, anche se lei finirà per pugnalarlo alle spalle, letteralmente, una volta appresa la sua vera identità.
Le parole di Brennan sul fatto che la Chiesa voglia eliminare la sorella di Damien darebbero un certo credito a questa ipotesi, poiché al di là della mentalità patriarcale del clero l’idea che lei diventi importante in futuro lascia intendere che il suo sia un ruolo potenzialmente dannoso nel percorso del gemello. E va ricordato che, secondo i fan (la conferma esplicita sullo schermo non c’è mai stata), Kate sarebbe la madre dei due gemelli destinati a raccogliere l’eredità di Damien nel quarto film, quello che ha segnato la chiusura della saga originale prima che uscisse il remake del 2006. Di nuovo due gemelli, forse frutto di un altro incesto. Tutto tornerebbe, secondo un qualche perverso disegno divino professato dal cardinale Lawrence e i suoi seguaci.