Possibile che il mondo del cinema, il luogo di tutte le storie d’amore, sia diventato un posto inospitale dove il romanticismo non funziona più? La questione non è campata per aria: le rom-com classiche, quelle che abbiamo imparato ad apprezzare negli anni ’90 e 2000 non le fanno più, almeno su grande schermo. Che sia un bene o un male (ed è un male) è tutto da vedere, ma il tema ci offre qualche spunto di riflessione. Soprattutto ora che nelle sale italiane arriva Tutti tranne te, il film di Will Gluck con Sydney Sweeney e Glen Powell, da più parti definito come quello in grado di far rifiorire un genere un po’ in crisi (spoiler, la risposta è sì). Come vedremo in questo approfondimento, sono tre i motivi principali per cui non si investe più nelle rom-com: la difficoltà a misurarsi con un genere complesso, il rischio produttivo, i grandi cambiamenti nel modo di raccontare il femminile.
Perché non si fanno più rom-com al cinema?
Cos’è una commedia romantica? La commedia romantica è un genere e quindi qualcosa di narrativamente definito e soprattutto riproducibile, che deve avere dei canoni specifici. Se è commedia deve far ridere e se è romantica deve far palpitare il cuore. Facile, giusto? Insomma. Perché tra tutti i generi, la commedia romantica è forse tra i più insidiosi. Spesso infatti è considerata un genere minore, un po’ fiabesco nella migliore delle ipotesi, banale nella peggiore.
Quindi, per rispondere alla domanda che dà il titolo al paragrafo diciamo che non si fanno più tante rom-com perché sono difficili da fare. Si tratta di un genere su cui, almeno al cinema, non si scommette più. Al cinema funzionano gli action movie, i thriller, i comic movies (e non se la passano bene neanche loro). La rom-com, invece, con le sue trame pulite e l’autenticità dei sentimenti, mettiamoci anche la convenzionalità, non dà certezza del risultato. Chi ci punta ancora sono entità come come Netflix e Prime Video che commissionano commedie sentimentali a rotta di collo. Sacrificando pero troppo spesso la qualità sull’altare della quantità.
Il mezzo è il messaggio
Si clicca play, si attiva lo smartphone o il PC, e si pulisce casa, senza prestare troppa attenzione alla storia scelta tra le centinaia di un catalogo sterminato. Molto variegato anche dal punto di vista geografico. Commedie romantiche spagnole, francesi, indiane, turche, persino scandinave. Oggi possiamo cambiare latitudine a piacimento, con film esili esili, le cui trame sembrano scritte con lo stampino. Però, basta un pizzico di zucchero in più e si vira verso la soap. Anzi: la soap tedesca, ma ambientata in Irlanda, con la protagonista orfana che scopre di essere una ricca ereditiera. E si innamora del giardiniere del suo castello di 8000 metri quadrati, naturalmente principe.
Al contrario, un eccesso di umorismo sarcastico e si va invece dalle parti del cinico pamphlet sulla vita (a quel punto, meglio rivedersi l’opera omnia di Lars von Trier). Pensate a Harry, ti presento Sally, la rom-com di tutte le rom-com. Perché è assolutamente perfetta? Perché fa spaccare dalle risate, perché i due protagonisti sono pieni di difetti, ma anche perché è disgustosamente romantica. In una parole è equilibrata in tutte le sue anime.
Cambiano i tempi
Che i tempi siano durissimi per le rom-com lo dimostra anche il trionfo dei rapporti online. Se abbiamo delegato ai social, da Facebook in giù, la “gestione” dei rapporti umani (e di quelli sentimentali), con l’arrivo delle dating app siamo andate oltre. Adesso ci creiamo da sole e da soli le nostre rom-com. E se siamo fortunate, ne diventiamo le protagoniste fortunate. Al contrario, quelle sfigatissime. Insomma, perché vedere una rom-com quando le nostre vite sono già incasinate?
Andate a curiosare sulle pagine social delle love coach: questo è il mondo dei casi umani. Ci si ghosta con facilità, si immaginano vite future assieme e poi tutto scoppia come una bolla di sapone. L’amore sano è un miraggio, ma per le mentori del sentimento è possibile raggiungerlo solo se si lavora tanto su sé stesse. Perché siamo ancora noi donne a cercare l’amore e a essere spesso deluse. Ma, con un importante distinguo che affrontiamo nel prossimo paragrafo.
Cambiano le donne
Noi donne stiamo subendo una trasformazione potente. Stiamo cercando un nuovo modo di raccontarci, di tirare fuori la nostra voce. Facciamo lo slalom tra seimila modi diversi di concepire il patriarcato, persino quello che inconsciamente alberga nei nostri cuori. Sì, cerchiamo l’amore, ma non a costo di perdere di vista noi stesse. E sì, se una relazione sana è un miraggio, allora siamo disposte a stare ferme qualche giro. Sappiamo, vogliamo, possiamo stare da sole. O le rom-com iniziano a raccontare anche questo, o è difficile rinfrescare il genere.
Peccato che Nora Ephron non sia più con noi, però. Altrimenti, da fiera sostenitrice dell’everything is copy (tutto è materiale narrativo) avrebbe trovato le parole giuste per raccontare questo nuovo mondo. Ecco allora, che a soddisfare questo bisogno ci pensano le serie. Show che non hanno paura a mescolare amore, sentimenti, tragedie e comicità e che danno ai protagonisti la possibilità (e il tempo narrativo) di evolvere e di far evolvere il loro rapporto. Anche questo è un fattore decisivo al lento deperimento delle rom-com.
È stato detto tutto?
Come si fa a rinnovare un genere che ha dato dei capolavori assoluti come Accadde una notte di Frank Capra o il già citato Harry, ti presento Sally (senza dimenticare i gioielli di Billy Wilder come Sabrina)? Questa forse è la domanda a cui sarà più difficile rispondere. Il presupposto di una buona rom-com è sempre quello: due esseri umani si incontrano, si innamorano, hanno paura di dirselo, si separano e tornano insieme più felici che mai. Tutto questo con battute al fulmicotone e tanto sentimento. Può darsi che sia stato già detto tutto, ma è vero che cambiano i contesti sociali e questo può e deve rappresentare uno spunto virtuoso per autrici e autori.
E se la soluzione fosse l’Australia?
All’inizio abbiamo citato Tutti tranne te, che vede come protagonista proprio Miss Sweeney con Glenn Powell. Rilettura molto libera di Tanto rumore per nulla, questa rom-com scritta col bilancino da Will Gluck e Ilana Olpert ci sembra interessante per la soluzione che fornisce al problema, Non ci sono più le rom-com di una volta. E la soluzione è nascosta tra le pieghe di una storia che è un omaggio spudorato al cinema di P.J. Hogan, autore di una delle commedie romantiche più belle di sempre, Il matrimonio del mio migliore amico. Nato in Australia, che guarda caso è proprio la nazione in cui Tutti tranne te è ambientato, viene celebrato da Gluck attraverso la presenza di due personaggi molto simpatici.
I genitori di Sweeney infatti sono Rachel Griffiths, meravigliosa eroina dell’esordio registico di Hogan, Le nozze di Muriel. E Dermot Mulroney, partner di Julia Roberts (e promesso sposo di Cameron Diaz) in Il matrimonio del mio migliore amico. Insomma, forse è un ritorno a quelle storie, a quelle atmosfere, rilette però con il gusto di oggi, lo scioglimento del nodo. Gluck questo lo fa con diligenza, seguendo le orme di un predecessore così bravo, forte di un’esperienza pregressa in film godibili come Amici di letto. E sfruttando la grandezza di William Shakespeare (che è stato anche un grande autore di rom-com). Se volete leggere la nostra recensione del film, la trovate qui.
Tocca a voi, autrici e autori
Autrici e autori, ci rivolgiamo a voi. Ok, ci sono motivi fondati che hanno portato a un impoverimento del numero di commedie romantiche al cinema: la difficoltà di un genere insidioso, il poco coraggio dei produttori, la crescente potenza delle serie televisive, la profonda trasformazione delle donne e anche l’assenza di vere facce da commedia romantica. Ma… Ridateci le rom-com! Quelle belle, scritte bene, dove si ride e si piange in contemporanea. Guardatevi attorno, non spaventatevi per i cambiamenti di questa società che azzera ogni reale interesse per gli esseri umani, perché i sentimenti non sono mai banali.
Trovate storie autentiche, non artificiose. Dimenticate i manieri in Scozia, ed entrate nei palazzi delle periferie. Raccontate di donne e uomini con corpi normali e occhi belli. Parlate la loro lingua. Ecco, create delle rom-com proletarie, in linea con questi tempi incerti. Dateci storie che ci rendano felici di pagare un biglietto per andare al cinema. Scappate dalle banalità e dalle soluzioni preconfezionate. Siamo Sally che sognano un Harry (e viceversa). E lo faremo per sempre.