È cosa nota che Rambo, uscito quarant’anni or sono, è tratto dal romanzo First Blood (che è anche il titolo del film in inglese) di David Morrell, di cui il film riprende la trama a grandi linee, cambiando però alcuni dettagli cruciali. Quello che forse non molti sanno, invece, è che alla base di quel romanzo c’è la storia vera di un reduce della guerra in Vietnam, o meglio degli elementi reali che sono stati romanzati.
Per l’esattezza, David Morrell, che all’epoca insegnava all’università dell’Iowa, ebbe la prima ispirazione per quello che divenne il suo romanzo d’esordio (dato alle stampe nel 1972) ascoltando le testimonianze dei suoi studenti, rientrati dal Vietnam. A questo si aggiunse l’influenza di un libro inglese, Rogue Male, dove un cecchino britannico dà la caccia a un anonimo dittatore europeo (l’ambiguità sull’identità del villain – o Hitler o Stalin – era voluta, dato che il romanzo fu pubblicato nel 1938). Infine, per la caratterizzazione del protagonista l’autore si ispirò alla vera vita di Audie Murphy, soldato americano pluridecorato che, al rientro dal secondo conflitto mondiale, era rimasto talmente traumatizzato che non riusciva più a dormire senza una pistola carica sotto il cuscino.
Per la trasposizione cinematografica furono apportate delle modifiche: a Rambo fu dato un nome proprio, John, che rimandava alla canzone When Johnny Comes Marching Home (un motivetto risalente alla Guerra di Secessione, sul desiderio di rivedere i propri cari partiti per il fronte); si optò per un happy end (sperando nei sequel, fu modificato il finale, dato che nel libro Rambo muore) e, su richiesta di Sylvester Stallone per rendere il personaggio più simpatico agli occhi del pubblico, nel film Rambo non uccide direttamente nessun rappresentante delle forze dell’ordine. Di seguito, la nostra recensione di Rambo, con Sylvester Stallone.