Giovedì 2 febbraio ha finalmente debuttato nelle sale italiane Bussano alla porta, il nuovo film diretto da M. Night Shyamalan e distribuito da Universal Pictures. Un attesissimo ritorno dietro la macchina da presa per il cineasta cult, che stavolta prende un romanzo pubblicato da Paul Tremblay dal titolo “La casa alla fine del mondo” e lo adatta a modo proprio, modificando pesantemente anche il finale del film rispetto alla fonte letteraria.
Una decisione che ha letteralmente ribaltato il punto di vista e il significato stesso dell’ultimo atto di Bussano alla porta, lasciando perplessi alcuni spettatori, mentre altri sono rimasti scioccati, a bocca aperta e desiderosi di condividere la loro impressione e la loro teoria su cosa sia accaduto veramente alla fine del film. Per questo motivo nella nostra spiegazione del finale di Bussano alla porta cercheremo di diradare le nebbie del dubbio e dell’ambiguità del film di Shyamalan fornendo allo stesso tempo una possibile e stimolante lettura.
I quattro cavalieri dell’Apocalisse
Come vi avevamo già anticipato nella nostra recensione di Bussano alla porta, il nuovo film di M. Night Shyamalan conserva al suo nucleo la provocatoria storia originale pubblicata da Paul Tremblay nel 2018, ma ne modifica il finale e parte del suo significato. Per questo motivo, e vista la natura fortemente ambigua degli eventi narrati sia nel romanzo che nella pellicola, dobbiamo fare qualche passo indietro per capire meglio l’atto finale del lungometraggio del regista americano. Tutto inizia con la piccola Wen (Kristen Cui), che si trova a giocare nel prato antistante la baita nel bosco dove all’interno si trovano i suoi due papà adottivi, Eric (Jonathan Groff) ed Andrew (Ben Aldridge). All’improvviso si avvicina alla bambina un uomo corpulento di nome Leonard (Dave Bautista), che non soltanto cerca di fare amicizia con Wen, ma le chiede di poter entrare in casa per spiegare una cosa ai suoi genitori.
Poco dopo, Leonard viene raggiunto in lontananza da altre tre persone: il giovane ma irrequieto Redmond (Rupert Grint), la stramba Adriane (Abby Quinn) e quella che dice di essere un’infermiera di nome Sabrina (Nikki Amura-Bird). Wen, spaventata e sospettosa, entra in casa e avverte i suoi due papà. Peccato che i quattro loschi figuri, armati ognuno di differenti armi contundenti, fanno irruzione in casa forzando la porta principale. Sarà l’inizio di un incubo apocalittico.
Una scelta che potrebbe cambiare le sorti del mondo
Spaventati, Eric ed Andrew cercano di allontanare i quattro capitanati da Leonard e dissuaderli dal fare loro del male, ma il leader macilento gli spiega che sono tutti lì perché i quattro, provenienti da diverse parti del mondo, si sono conosciuti all’interno di alcuni forum online perché accomunati da una patologia incredibile: sia Leonard che Redmond, Adriane e Sabrina hanno avuto delle visioni che hanno poi concretizzato in alcuni disegni; visioni che rappresentavano l’imminente arrivo dell’Apocalisse sulla Terra e il modo per fermarla, ovvero dirigendosi verso quella precisa baita nel bosco abitata da Eric, Andrew e la piccola Wen.
L’inquietante combriccola spiega loro che dovranno compiere una scelta terribile per fermare la fine del mondo, proprio come gli è stato suggerito dalle visioni: uno tra Eric, Andrew e Wen dovrà stabilire quale membro della famiglia uccidere; soltanto così facendo, l’Apocalisse cesserà di mettersi in moto. Un destino, quello dell’intera umanità, letteralmente sulle spalle di questa incredula e spaventata famiglia arcobaleno. Ovviamente, Eric e Andrew non credono alle parole del sinistro gruppo, ma quando i primi due vengono legati a una sedia e costretti a guardare cosa accedeva al telegiornale in TV in tempo reale, rimangono progressivamente senza parole.
L’importanza di credere
Leonard, Redmond, Adriane e Sabrina erano consci che i due papà di Wen non avrebbero creduto alle loro strambe parole, per questo motivo fanno in modo di convincerli nella maniera più scioccante possibile; costretti a guardare la tv, Eric e Andrew si accorgono che tutto ciò che i quattro predicevano, succedeva in diretta: catastrofi naturali a iosa che venivano precedute da un violento rituale che prevedeva la morte di uno dei “quattro cavalieri dell’Apocalisse”; ogni qual volta il rituale veniva messo in atto prima della predizione, quest’ultima accadeva sul serio in qualche parte del mondo.
Il primo a sacrificarsi nel corso del rituale predittivo è Redmond, a cui seguono Adriane e Sabrina; a rimanere per ultimo è proprio il personaggio interpretato da Dave Bautista, che dovrà vedersela con due genitori stanchi, scioccati ma arrabbiatissimi. Dei due, il primo a cedere alle parole di Leonard è proprio Eric, quello che in alcuni flashback narrativi appare allo spettatore come il papà dall’animo e dall’inclinazione più religiosa, a differenza di Andrew, ateo e fortemente legato alla preservazione del suo nucleo famigliare. Proprio un curioso evento del passato tra i due uomini sarà una delle micce che metterà definitivamente in moto il gran finale di Bussano alla porta e chiarificherà ogni dubbio legato all’apparente ambiguità del film.
Cosa succede nel finale del film?
In uno dei flashback più significativi del film, scopriamo che anni prima Eric e Andrew erano stati molestati da un ragazzo rude e violento in un bar, un evento che aveva avuto conseguenze irreparabili nella psiche del papà interpretato da Ben Aldridge; colpito da una bottiglia di vetro dal misterioso ragazzo dai capelli rossi nel bar (più avanti scopriremo che quel ragazzo era Redmond), Andrew venne prima ricoverato, poi seguì un corso di autodifesa per proteggere se stesso e la sua famiglia. Per preservare l’incolumità di Eric e della piccola Wen, comprò addirittura una pistola, la stessa che userà per uccidere il marito. Sarà difatti l’uomo con il volto di Jonathan Groff a implorare Andrew di ucciderlo con l’arma da fuoco e di salvare non soltanto la vita della loro Wen, ma dell’intera umanità.
Dopo che Leonard compie l’ultimo gesto rituale e sacrifica la sua vita, Andrew, con le lacrime agli occhi, prende la pistola e spara un colpo letale verso suo marito, prendendo con sé Wen e fuggendo con la loro automobile, lontano dalla baita della tragedia. Quando papà e figlia si fermano a una stazione di servizio, notano le persone all’interno piangere di gioia e tirare un sospiro di sollievo con gli occhi puntati alla tv: le svariate catastrofi naturali e non che stavano accadendo attorno al globo erano magicamente cessate. Nessuna causalità quindi, Leonard e i quattro cavalieri dell’Apocalisse avevano ragione: le loro visioni erano veritiere e la famiglia formata da Eric, Andrew e Wen era l’unica speranza di sopravvivenza per la razza umana; una sopravvivenza in equilibrio su una scelta terribile e impossibile da compiere. Ma, come correttamente predetto dalla cricca che aveva bussato alla loro porta, la morte di uno dei tre membri della famiglia della baita avrebbe bloccato il conto alla rovescia verso la fine del mondo. Tutto quello che bastava fare era mettere da parte egoismi e amor proprio per un bene più alto, ovvero quello di salvare l’umanità stessa. In fondo, come nei migliori film di Shyamalan, tutto quello che Eric, Andrew e Wen dovevano fare era imparare a credere.