Il film: Con le musiche di John Williams (Music by John Williams), 2024. Regia: Laurent Bouzereau. Cast: John Williams, Steven Spielberg, George Lucas, Kathleen Kennedy, Alan Silvestri. Genere: documentario. Durata: 105 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ (screener), in lingua originale.
Trama: La carriera di John Williams, grande autore di musiche per il cinema.
A chi è consigliato? Agli appassionati di colonne sonore e dei film a cui ha lavorato John Williams.
Nel 1993, dopo aver visto un primo montaggio di Schindler’s List, John Williams disse a Steven Spielberg “Questo film merita un musicista migliore.” La risposta di Spielberg fu “Lo so, ma sono tutti morti.” Uno degli episodi più belli e divertenti del pluridecennale sodalizio fra i due (dal 1974 a oggi, solo quattro dei 36 lungometraggi di Spielberg sono stati musicati da altri), ovviamente evocato in quello che è il nuovo documentario targato Lucasfilm, Amblin e Imagine (la casa di produzione di Brian Grazer e Ron Howard) e realizzato per Disney+ da Laurent Bouzereau, prolifico regista di documentari sul cinema, principalmente come contenuti speciali delle edizioni home video dei film presi in esame (molti dei quali proprio di Spielberg e George Lucas, di cui è assiduo collaboratore da anni). È di questo lungometraggio che parliamo nella nostra recensione di Con le musiche di John Williams.
Le note sullo schermo
Il documentario inizia proprio con un’interazione fra Spielberg e Williams, a casa del secondo che per l’occasione ostenta il pianoforte con il quale ha inventato molti dei temi musicali a cui lo associamo, a cominciare da quello de Lo squalo (Spielberg ammette candidamente che la prima volta che sentì il motivo principale del film pensava si trattasse di uno scherzo). Da lì si susseguono immagini d’archivio e interviste nuove per ricostruire, in maniera più o meno lineare, un percorso che è all’insegna della musica a 360 gradi, dalla passione ereditata dai genitori ai primi passi nell’industria audiovisiva, dal successo commerciale e gli Oscar alle composizioni originali per le orchestre con cui Williams collabora in pianta stabile quando non è impegnato a incidere brani epocali per saghe come quelle di Harry Potter, Indiana Jones e Star Wars.
Amici di cinema
Williams e Spielberg sono, per forza di cose, le presenze dominanti nel documentario, ma non mancano i pareri di altri illustri collaboratori del compositore, da George Lucas a Ron Howard passando per Kathleen Kennedy. Tra i colleghi e ammiratori del musicista spicca Alan Silvestri, uno dei pochi ad aver sostituito Williams come compositore per un film di Spielberg (per l’esattezza Ready Player One), ed è toccante il contributo del violinista Itzhak Perlman, che eseguì il tema principale di Schindler’s List su esplicita richiesta dell’autore della partitura. Alcuni pareri provengono anche da persone che non hanno nulla a che fare con il cinema o l’ambiente orchestrale, tra cui Chris Martin dei Coldplay, forse il meno interessante dei vari intervistati.
Accenni di grandezza
Come menzionavamo in apertura di articolo, Laurent Bouzereau viene dal mondo dei bonus realizzati per i DVD e i Blu-ray: ricchi e completi, ça va sans dire, ma raramente girati con particolari ambizioni artistiche. E se in questa sede sono soprattutto le parole e le note a emozionare (come svelato nei titoli di coda, Williams ha anche firmato le composizioni originali di questo film), compito che svolgono egregiamente, rimane comunque l’impressione del compitino, del lavoro scolastico che non sa o non vuole scavare più in profondità (soprattutto per quanto concerne la porzione extra-cinematografica del percorso del protagonista, probabilmente meno nota anche ai fan più incalliti). 105 minuti lordi non bastano per restituire tutta la grandezza di una carriera che va avanti da decenni, e che il documentario, forse anche per una palese questione di conflitto di interesse, dato chi l’ha prodotto, tende a limitare alle opere più note, sacrificando molte di quelle che esulano dal gruppo Spielberg-Lucas (la collaborazione con Oliver Stone, per esempio, viene liquidata in un attimo). Poi però parte di nuovo la nota giusta – con Spielberg che sottolinea l’amore di Williams per le composizioni che sfruttano l’orchestra intera – e si torna a ricordare la prima volta che la si è udita, in una sala oscura o davanti al televisore. Con la speranza che il musicista, novantenne ma tutt’altro che intenzionato ad andare in pensione, continui a regalarci nuovi sogni uditivi sullo schermo.
La recensione in breve
Con approccio scolastico ma efficace, il documentario su John Williams rende omaggio a una grande carriera a base di colonne sonore.
PRO
- Le interviste sono per lo più interessanti
- Viene voglia di rivedere tutti i film menzionati
- Sentire le musiche di John Williams è sempre emozionante
CONTRO
- L'approccio del regista è molto didascalico
- La durata è troppo breve per coprire tutte le fasi della carriera di Williams
- Voto CinemaSerieTV