Il film: Einstein e la bomba, 2024. Regia: Anthony Philipson. Cast: Aidan McArdle. Genere: Drammatico, storico, documentario. Durata: 76 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix in lingua originale.
Trama: Einstein è costretto a lasciare la Germania a causa dell’odio antisemita di Hitler: si rifugerà prima in Inghilterra e poi negli USA. Le sue teorie faranno da base per gli studi sulla bomba atomica e questo peserà moltissimo sulla sua coscienza…
I documentari nel senso più classico del termine sembrano quasi passati di moda, almeno su Netflix. Negli ultimi prodotti di stampo documentaristico arrivati sulla piattaforma, sono le ricostruzioni storiche – ossia quella parti in cui attori e attrici interpretano personaggi realmente esistiti -a occupare la maggior parte della narrazione, dedicando più spazio a testimonianze e materiali d’epoca. È proprio alle ricostruzioni sui cui ultimamente sembra venir dirottato gran parte dell’interesse della sceneggiatura – vi facciamo l’esempio di Cleopatra o Alessandro Magno: Come nasce una leggenda – e docufilm e docuserie si trasformano in prodotti ibridi tra documentari e opere di fiction.
Come vedremo in questa recensione di Einstein e la bomba, il film diretto da Anthony Philipson si colloca proprio in questa categoria, dedicando una grande porzione della narrazione proprio al lavoro di attori che ridanno vita al famoso fisico tedesco e al suo entourage. Quest’opera si pone l’obiettivo di ricostruire un momento particolare della vita di Einstein, quello della fuga dalla Germania in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, raccontando il difficile periodo storico e l’influenza che le sue scoperte ebbero sui successivi studi fatti sulla bomba atomica. Come vedremo in questa recensione di stratta di un intento un po’ azzardato, la mole di materiale a cui si attinge è vastissima e, riunendola in un film di poco più di un’ora, il risultato è confuso e tutt’altro che esaustivo. Si tratta comunque di un approccio interessante, che può catturare gli amanti del personaggio e del periodo storico in cui è vissuto.
Ripudiato dalla Germania
Einstein deve lasciare la Germania a causa delle politiche antisemite di Hitler. Il grandissimo scienziato si rifugia prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, dove diventerà professore a Princeton. Durante questo periodo di esilio l’uomo affronterà non poche difficoltà e, insieme a lui, assisteremo ai drammatici cambiamenti in corso nell’Europa dell’epoca, dalla salita al potere di Hitler fino alla corsa per la creazione della bomba atomica. Le conversazioni tra Einstein e chi lo ospita in Inghilterra ci aiuteranno a comprendere anche la genesi di alcune delle sue teorie più famose, in particolare quella sulla relatività, e sul ruolo che queste svolgeranno nelle scoperte scientifiche successive.
Il documentario di Anthony Philipson dà grande importanza al senso della morale di Einstein, che da convinto pacifista si vede costretto ad ammettere che solo con la violenza si potrà arginare la orza distruttiva scatenata dal partito nazista in Germania. La “bussola morale” del fisico viene poi messa a dura prova quando si diffondono voci su come gli scienziati tedeschi siano ad un passo dalla scoperta della bomba atomica, e per questo si sente obbligato a scrivere al presidente Roosevelt di aumentare gli sforzi sul fronte americano (con la nascita del progetto Manhattan). Con il senno del poi sarà proprio la lettera scritta all’allora presidente statunitense a pesare di più sulla coscienza di Einstein, soprattutto visto quanto accaduto ad Hiroshima e Nagasaki.
Fiction o realtà?
Come vi anticipavamo in apertura, in Einstein e la bomba trovano grandissimo spazio le ricostruzioni: questo purtroppo ha un effetto straniante sullo spettatore, che assiste a segmenti di narrazione interpretati da attori intervallati in continuazione a filmati storici, registrazioni e fotografia d’epoca. Se in un film chi guarda ha il tempo di “abituarsi” all’aspetto dell’attore che interpreta un personaggio storico famoso, qui l’obbligato confronto tra fiction e realtà risulta purtroppo un po’ ridicolo ed impietoso: l’Einstein “interpretato” sembra posticcio, la sua recitazione artificiosa ed il suo accento forzato proprio perché siamo costretti a compararlo con l’Einstein della realtà, di cui rimane tantissimo nelle fonti storiche e tra i materiali di repertorio.
Detto questo l’approccio di questo documentario è interessante e per realizzarlo è stato fatto senza dubbio un grande lavoro di ricerca. Basti pensare che ogni frase pronunciata dal personaggio di Einstein proviene da dichiarazioni reali dello scienziato. Ci ha inoltre colpito la scelta di raccontare l’ascesa del partito nazista attraverso gli occhi di Einstein, ne abbiamo un ritratto un po’ affrettato, questo sì, ma comunque completo e visto sotto una luce nuova. Se non fosse per uno sviluppo a tratti un po’ confuso – c’era troppo da dire, in poco tempo – Einstein e la bomba sarebbe davvero un ottimo documentario, anche per l’approccio unico dato alla figura del grande fisico tedesco. Resta un prodotto interessante, ma dubitiamo possa distinguersi nel vastissimo catalogo Netflix.
Einstein e la bomba è un documentario ambizioso e complesso, che purtroppo a tratti risulta un po' confuso: troppo da raccontare in poco tempo. Le ricostruzioni, inoltre, risultano un po' posticce ed hanno un effetto straniante sullo spettatore.
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