Il film: Godzilla e Kong – Il nuovo impero (Godzilla x Kong: The New Empire), 2024. Regia: Adam Wingard. Cast: Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Dan Stevens, Kaylee Hottle.
Genere: azione, fantascienza. Durata: 115 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Una nuova minaccia mostruosa, rimasta nascosta per eoni, attira l’attenzione di Godzilla e Kong.
Sono passati quasi dieci da quando, nel maggio del 2014, il Godzilla di Gareth Edwards inaugurò il cosiddetto MonsterVerse, un’operazione della Legendary Entertainment, in collaborazione con Warner Bros., volta a riportare sullo schermo le celebri creature della giapponese Toho (con l’approvazione di quest’ultima) e farle interagire con un certo gorilla del cinema americano, integrato nel franchise a partire dal secondo episodio, Kong: Skull Island. Le due icone si sono scontrate nel 2021 in Godzilla vs. Kong, uno dei pochi film Warner a incassare in quell’anno (segnato dalla decisione un po’ folle di far uscire tutti i lungometraggi dello studio in sala e allo stesso tempo in streaming su HBO Max). Un esito che ha incoraggiato tutte le parti ad affidare di nuovo la regia a Adam Wingard, tornato in pista con il film di cui parliamo nella nostra recensione di Godzilla e Kong – Il nuovo impero.
Mi sale la scimmia!
Sono passati alcuni anni da quando Godzilla e Kong si sono alleati per distruggere Mechagodzilla, e da allora non si sono più incontrati, in base a un tacito accordo: il primo rimane in superficie a preservare l’armonia del pianeta, con occasionali pisolini all’interno del Colosseo (dopo aver ucciso un Titano che voleva radere al suolo Roma); il secondo rimane sotto la superficie, come sovrano della Terra Cava, monitorato dagli scienziati della Monarch. Ma un giorno un misterioso segnale proveniente dal regno sotterraneo spinge Godzilla a prepararsi per una battaglia epica, assorbendo energia atomica in eccesso per avere le forze necessarie. Kong, dal canto suo, scopre per conto proprio la nuova minaccia che potrebbe mettere in pericolo tutto il genere umano: una tribù nascosta di primati capeggiati dal perfido Scar King (letteralmente “re con le cicatrici”), che intende dominare l’intero pianeta. E siccome lui ha un proprio kaiju a disposizione (un rettile di nome Shimo), anche a Kong potrebbe fare comodo un alleato dalle sembianze mostruose. Ma riusciranno ad andare d’accordo il tempo necessario per sconfiggere il nemico comune?
Più kaiju per tutti!
Dai film precedenti tornano solo Rebecca Hall (la scienziata incaricata di monitorare Kong), Brian Tyree Henry (il podcaster complottista) e Kaylee Hottle (la ragazza originaria di Skull Island), terzetto a cui si aggiunge, per completare il cast principale umano, Dan Stevens (alla seconda collaborazione con Wingard dopo The Guest) nei panni di Trapper, simpatico ed esuberante veterinario specializzato in creature gigantesche. E su quest’ultimo versante il film non delude affatto, tra vecchie glorie e nuove presenze come la succitata tribù nascosta, quasi un pianeta delle scimmie in versione MonsterVerse. Da notare che non mancano le scene, anche piuttosto estese, in cui appaiono solo le creature, spesso in dialogo tra loro, forse un preambolo a un film completamente privo di personaggi umani (opzione che Wingard ha apertamente contemplato in sede di intervista).
Shimo e più Shimo
Seguendo il percorso del franchise giapponese della Toho, iniziato in modo serio e solenne e poi a periodi alterni aperto al massimo dell’ignoranza a base di mostri che fanno a botte, il MonsterVerse si è inizialmente rifatto al Godzilla originale, figlio della paura legata alle armi nucleari, ma sempre con l’intenzione di farlo interagire in maniera violenta con Kong (non ancora King). Oggi il filone più drammatico continua sul piccolo schermo, con la serie Monarch: Legacy of Monsters su Apple TV+ (che ha riuscito a dare una certa dignità alle figure umane, finora l’elemento più debole del franchise), mentre qui è chiaro dopo pochi minuti come Godzilla vs. Kong fosse la prova generale per una rivincita che è soprattutto quella di Wingard, più libero di esplorare potenzialità e limiti di questo universo mescolando ingredienti e generi (è evidente, in sede di scrittura, il ritorno del suo sceneggiatore abituale, Simon Barrett). Il tutto elevato alla decima rispetto all’ultima volta, un inno alla più gioiosa mancanza di ogni freno inibitore sul piano tonale. Un film fracassone perfettamente consapevole di esserlo (con tanto di scena in Egitto che sembra quasi voler fare il verso ai Transformers di Michael Bay), che fa il suo, spudoratamente, per quasi due ore e poi toglie il disturbo prima che l’ipertrofia si incarti su sé stessa. E senza bisogno di post-credits: molto probabilmente il duo tornerà, ma per ora basta questa monumentale, magnifica avventura priva di pretese.
La recensione in breve
Godzilla e Kong si incontrano/scontrano di nuovo con risultati spettacolari, in un film che riconosce e sfrutta al massimo l'ignoranza insita nella sua premessa.
- Voto CinemaSerieTV