Il film: I tre moschettieri – D’Artagnan (Les Trois Mousquetaires: D’Artagnan), 2023. Regia: Martin Bourboulon. Cast: François Civil, Vincent Cassel, Pio Marmaï, Romain Duris, Eva Green, Lyna Khoudri, Louis Garrel, Vicky Krieps, Jacob Fortune-Lloyd.
Genere: azione, avventura. Durata: 121 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Prima parte di un dittico basato sul celebre romanzo di Alexandre Dumas, sulle avventure di D’Artagnan e dei suoi amici moschettieri.
Testo emblematico della letteratura francese, il romanzo di Alexandre Dumas è tra i più adattati di sempre per grande e piccolo schermo, spesso in lingua inglese (tra gli esempi più recenti la versione steampunk di Paul W.S. Anderson, con Milla Jovovich nei panni di Milady, e la serie televisiva della BBC dove il perfido Richelieu era Peter Capaldi, uscito di scena dopo la prima stagione per diventare il protagonista di Doctor Who). Mancava da diverso tempo una nuova trasposizione di matrice transalpina (nei primi anni Novanta vi si era cimentato Bertrand Tavernier, guarda caso con il padre del nuovo regista Martin Bourboulon tra i produttori), ed eccola qua, grazie a Pathé che con altri partner ha investito 72 milioni di euro in un ambizioso progetto in due parti, sulla falsariga del celeberrimo film di Richard Lester degli anni Settanta (ma in quel caso la decisione di dividere in due fu presa a posteriori, con tanto di disputa legale con il cast che aveva firmato per un solo lungometraggio). E della prima parte si parla nella nostra recensione de I tre moschettieri – D’Artagnan.
La trama: i quattro dell’Ave Maria
Francia, prima metà del Seicento. Il paese è roso dal conflitto tra il cattolicesimo dominante e le rivolte protestanti degli ugonotti, e Luigi XIII deve decidere se reagire o meno in maniera più definitiva. A manipolare gli eventi dietro le quinte c’è il suo principale consigliere, il cardinale Richelieu, aiutato dalla letale Milady de Winter, e nessuno osa opporsi a loro. Nessuno, a parte il giovane Charles D’Artagnan, arrivato a Parigi per diventare moschettiere e subito inviso ai tre principali esponenti della professione, Athos, Porthos e Aramis. Una volta chiarito l’equivoco, i quattro diventano amici e un inaspettato elemento di disturbo per i piani di Richelieu, che sperava di controllare segretamente la Francia servendosi delle debolezze del sovrano, in particolare prendendo di mira la regina…
Il cast: uno per tutti, tutti per uno
D’Artagnan, arrogante e carismatico al punto giusto, è François Civil, già lanciato in patria e con questo ruolo destinato a farsi strada anche a livello internazionale. I tre mentori, perfettamente in parte, sono Vincent Cassel (Athos), Pio Marmaï (Porthos) e Romain Duris (Aramis), quest’ultimo già diretto da Martin Bourboulon in Eiffel. Lyna Khoudri, uno dei volti nuovi del cinema francese contemporaneo, è Constance Bonacieux, la donna amata dal protagonista, mentre il re e la regina sono rispettivamente Louis Garrel, idealmente pretenzioso, e Vicky Krieps, ormai abituata a personaggi di fattura nobile che vogliono sfogare passioni represse. E poi c’è la sempre conturbante e impeccabile Eva Green, presenza speciale come suggerito dai credits e destinata ad avere un ruolo ancora più importante nella seconda parte, intitolata Milady…
Il ritorno dell’epica
In un mercato dove i budget più elevati sono destinati soprattutto a certe commedie, a film tratti da fumetti (come il recente quinto live-action di Astérix) o produzioni che cercano di rifarsi al modello hollywoodiano (praticamente l’intera filmografia di Luc Besson), è quasi una boccata d’aria fresca vedere l’ambizione al servizio di qualcosa di molto più “tradizionale”, al ritorno al film in costume intriso d’azione e ironia, dove un certo tocco moderno (vedi Porthos, aggiornato in modo divertente) si sposa perfettamente con lo spirito d’altri tempi (in lingua originale alcuni termini hanno un sapore squisitamente desueto, eppure calzante). Scenografie imponenti, coreografie avvincenti e un uso minimo della CGI trasformano la prosa di Dumas in puro spettacolo, con un certo gusto pulp che ha del filologico poiché il romanzo fu inizialmente pubblicato a puntate. E quel gusto è talmente ben calibrato che quando appare la fatidica scritta “Continua” dispiace non poter assaporare subito le altre due ore previste per un’avventura all’insegna dell’uno per tutti, tutti per uno. Anzi, tutti per due.
La recensione in breve
La prosa di Alexandre Dumas ritrova la sua dimensione epica ed avventurosa in questa prima parte di un adattamento francese intriso di ambizione e spirito cavalleresco.
- Voto CinemaSerieTV