Il film: Kraven – Il Cacciatore (Kraven the Hunter), 2024. Regia: J.C. Chandor. Cast: Aaron Taylor-Johnson, Ariana DeBose, Fred Hechinger, Alessandro Nivola, Christopher Abbott, Russell Crowe. Genere: azione, fantascienza. Durata: 127 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Sergei Kravinoff, figlio di un noto gangster, diventa un vigilante che uccide i criminali con tecniche animalesche.
A chi è consigliato? Ai fan degli avversari di Spider-Man, e degli attori Aaron Taylor-Johnson e Russell Crowe.
Una curiosa coincidenza vuole che, al cinema, il centenario della Columbia Pictures abbia avuto ai due estremi dei titoli del franchise noto come il Sony’s Spider-Man Universe: ad aprire le danze, a febbraio, è stato Madame Web, e dieci mesi dopo la chiusura spetta al lungometraggio di cui parliamo nella nostra recensione di Kraven – Il Cacciatore, flop talmente annunciato (gli unici film del cosiddetto SSU che hanno funzionato a livello commerciale sono quelli incentrati su Venom) che si parla già del pensionamento – per ora provvisorio, ma difficile aspettarsi un cambio di rotta in futuro – dell’intero filone che la Sony aveva messo in piedi per sfruttare la vasta gamma di personaggi del mondo di Spider-Man mentre Peter Parker e il suo alter ego in costume continuano a popolare il Marvel Cinematic Universe. E fa un po’ sorridere che la fine arrivi proprio nel momento in cui la major dimostra di aver finalmente capito come impostare questo improbabile franchise.
Che la caccia abbia inizio

Sergei Kravinoff, figlio del gangster Nikolai, si è allontanato dalla famiglia anni addietro poiché non aveva voglia di ereditare l’attività del padre. Un episodio mistico in Africa gli ha conferito capacità fisiche al di là del normale, che unitamente alle sue doti di cacciatore – l’unica lezione positiva del genitore – lo rendono uno dei più temuti vigilanti del pianeta. Noto appunto come il Cacciatore, Kraven va in giro per il mondo a uccidere criminali, in particolare quelli legati alla malavita russa. Una volta all’anno torna a Londra per festeggiare il compleanno del fratellastro Dmitri, ma a questo giro si ritrova coinvolto in una lotta per il potere causata da uno dei suoi omicidi. E potrebbe finalmente aver incontrato un avversario capace di dargli del filo da torcere: Aleksei Sytsevich, alias Rhino. Ed è meglio non scoprire come ha ottenuto quel soprannome…
Strani animali

Mescolando liberamente elementi dei fumetti di Spider-Man in generale e delle storie di Kraven in particolare, il regista J.C. Chandor e gli sceneggiatori hanno ideato un mondo colorito con le fattezze di un gangster movie misto al racconto di supereroi (anzi, supercriminali), dominato da Aaron Taylor-Johnson nei panni del Cacciatore, con al suo fianco Ariana DeBose, un po’ sprecata nel ruolo di Calypso. Divertente la partecipazione di Fred Hechinger nella parte di Dmitri, alias il Camaleonte (riferito alle sue capacità imitative), e simpaticamente gigione Alessandro Nivola, anche se il suo Rhino non raggiunge le vette istrioniche della versione di Paul Giamatti in The Amazing Spider-Man 2. E poi c’è Russell Crowe, felice di apparire poco ma fare tanto con il suo accento russo posticcio, da apprezzare in lingua originale.
Il mondo è suo

Il grande difetto del Sony’s Spider-Man Universe è sempre stato insito nel nome stesso: a che pro creare un franchise che ruota intorno a comprimari e nemici del Tessiragnatele se poi quest’ultimo non apparirà? Anche perché i film precedenti hanno fatto di tutto per sfruttare il marchio, dal primo Venom che in sede di interviste era venduto in termini sufficientemente vaghi come una specie di gatto di Schrödinger del Marvel Cinematic Universe (forse ne faceva parte e forse no) fino ad arrivare a Madame Web che mostra proprio la nascita di Peter Parker, senza però farne esplicitamente il nome. Ed ecco che Kraven – Il Cacciatore, per distacco, si eleva al di sopra dei colleghi perché non finge neanche una volta di avere un Uomo Ragno dietro l’angolo (malgrado riferimenti a personaggi come il professor Miles Warren, figura fondamentale della famigerata Saga del Clone che dominò le testate di Spider-Man negli anni Novanta). Il rampollo della famiglia Kravinoff esiste in un proprio universo, con elementi fumettistici rielaborati per essere coerentemente parte di un microcosmo che non ne vuole sapere del Multiverso e annesse trame farraginose.
A questo aggiungiamo che, negli Stati Uniti, questo è il primo film del franchise ad avere un divieto ai minori, soprattutto per le brutali sequenze in cui Kraven elimina gli avversari. È ironico, quindi, che le vicende del SSU sembrino destinate a concludersi proprio quando esce l’unico lungometraggio disposto a fregarsene – a livello narrativo e promozionale – della macrostoria confusa dietro le quinte e abbracciare con sanguinaria gioia una dimensione pulp che, in altre circostanze, poteva essere l’inizio di qualcosa di familiare eppure bastevolmente diverso nel panorama delle produzioni supereroistiche della Sony/Columbia. Nel contesto attuale, invece, paga il prezzo di cinque film precedenti che, per quanto divertenti nel loro essere fuori tempo massimo, hanno irrimediabilmente compromesso l’integrità strutturale di un sedicente franchise che già di suo nasceva su basi non particolarmente solide.
La recensione in breve
Il Sony's Spider-Man Universe chiude i battenti - probabilmente - con le avventure di Kraven il Cacciatore, un racconto brutale in salsa gangster che convince per la sua dimensione pulp.
Pro
- Aaron Taylor-Johnson è molto carismatico
- Le scene d'azione sono costruite molto bene
- Il film funziona senza rimandi posticci e pretestuosi a Spider-Man
Contro
- La CGI è altalenante
- Gli attori secondari non hanno sempre materiale degno del loro talento
- Voto CinemaSerieTV