Il film: La verità secondo Maureen K. (La Syndicaliste), 2022. Regia:Jean-Paul Salomé. Cast: Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, François-Xavier Demaison, Pierre Deladonchamps, Alexandra Maria Lara, Gilles Cohen, Marina Foïs, Yvan Attal. Genere:drammatico. Durata: 122 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in lingua originale.
Trama: La vera storia di Maureen Kearney, rappresentante sindacale la cui vita fu messa a soqquadro dopo che aveva iniziato a denunciare degli accordi segreti all’interno del settore nucleare in Francia.
Correva l’anno 2020, e il regista francese Jean-Paul Salomé conquistava il pubblico con la sua commedia La Padrina – Parigi ha una nuova regina, storia di madri e narcotraffico con protagonista un’esilarante Isabelle Huppert, in una delle sue sporadiche ma sempre benvenute incursioni in ambito più apertamente comico. Due anni dopo, cineasta e attrice si sono ritrovati per una seconda collaborazione, questa volta di matrice più seria e ispirata a eventi reali, l’aura giusta per partecipare alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti. Ed è di quel film, basato sulle esperienze Maureen Kearney, che parliamo in questa nostra recensione de La verità secondo Maureen K.
La trama: dietro la verità
Francia, 2012. Maureen Kearney, irlandese arrivata in territorio transalpino tempo addietro, è da anni al servizio di Areva, gigante del nucleare, e nello specifico è la sindacalista incaricata di far sì che i diritti dei lavoratori siano rispettati. Un giorno viene a sapere di un accordo segreto tra Francia e Cina che potrebbe danneggiare Areva per quanto riguarda la forza lavoro nazionale, eliminando svariati impieghi in seno all’azienda. Avendo a cuore le proprie responsabilità nei confronti della classe operaia, lei non esita a rendere pubblica la faccenda, facendo andare su tutte le furie diversi individui legati alle realtà coinvolte. E mentre lei continua imperterrita a perorare la causa dei lavoratori, cominciano ad arrivare minacce anonime che potrebbero degenerare in qualcosa di ancora più grave.
Il cast: Isabelle contro tutti
Al centro di tutto, ovviamente, c’è Isabelle Huppert, il cui stile di recitazione molto diretto unito a un’affinità per personaggi non esattamente simpaticissimi la rende perfetta per la schiettissima Maureen, determinata ad andare fino in fondo con quella che diventa quasi una guerra aperta contro i suoi datori di lavoro. Grégory Gadebois, grande caratterista francese, le dà manforte nei panni del compagno di Maureen, Gilles Hugo, mentre Pierre Deladonchamps sfrutta il suo talento per l’ambivalenza nei panni di un poliziotto non interamente convinto della veridicità delle presunte minacce e altri atti violenti nei confronti della donna. Tra gli altri interpreti alcuni nomi notevoli del cinema transalpino ed europeo tra cui Yvan Attal, Marina Foïs e Alexandra Maria Lara.
Biopic sindacale
Impostato come un elegante thriller, il film in realtà abbandona presto ogni pretesa di suspense nel senso classico del termine (non vi è mai un vero dubbio su dove andrà a parare la storia vera raccontata da Salomé) perché l’elemento complottistico è del tutto secondario alla performance di Isabelle Huppert, presenza centrale che riduce l’intera trama a un elemento quasi irrilevante quando tutto comincia a ruotare attorno al suo quotidiano stravolto. È un esempio lampante e affascinante di un regista talmente innamorato – artisticamente, si intende – della sua protagonista che l’elemento di denuncia all’origine dell’intero progetto finisce in secondo piano, il che è abbastanza ironico considerando che le azioni di Maureen Kearney erano motivate da un altruismo che il lungometraggio a tratti sembra dimenticare.
La recensione in breve
La premessa intrigante e la grande performance di Isabelle Huppert alimentano un biopic con ambizioni da thriller ma un po' carente sul piano della suspense.
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Voto CinemaSerieTV