Il film: Monkey Man, 2024. Regia: Dev Patel. Cast: Dev Patel, Sharlto Copley, Pitobash, Vipin Sharma, Sikandar Kher, Sobhita Dhulipala, Ashwini Kalsekar, Adithi Kalkunte, Makarand Deshpande.
Genere: azione, thriller. Durata: 121 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Un giovane in India se la prende con i poliziotti corrotti che hanno causato la morte di sua madre.
A chi è consigliato? A tutti gli appassionati di film d’azione, in particolare il filone più brutale con elementi filosofici e mitologici alla John Wick, di cui questo film è un discepolo dichiarato.
Doveva inizialmente essere un progetto di Neill Blomkamp, propostogli da Dev Patel che lui aveva diretto in Humandroid. Su suggerimento del cineasta sudafricano, l’attore inglese di origine italiana ha poi deciso di dirigere lui stesso questo film d’azione ambientato a Mumbai, firmando così il suo esordio come regista. Un esordio che ha rischiato di non vedere la luce a causa della pandemia, arrivata proprio nel momento in cui dovevano iniziare le riprese in loco (successivamente spostate su un’isola dell’Indonesia per ridurre il budget), e che fino al 2023 doveva essere un Netflix Original. A un certo punto durante la post-produzione Jordan Peele ha visto il film e, convinto che meritasse una distribuzione cinematografica tradizionale, l’ha acquistato tramite la sua casa di produzione Monkeypaw, dando il via libera alla Universal per far arrivare in sala quello di cui parliamo nella nostra recensione di Monkey Man.
Il risveglio dell’istinto animale
Un anonimo giovane (i titoli di coda lo identificano solo come Kid, il ragazzino) divide le sue giornate fra piccoli furti e combattimenti in un locale clandestino dove lui è noto come Monkey Man, l’uomo scimmia, per la maschera che indossa. Un giorno entra in contatto con l’imprenditrice Queenie, e la convince ad assumerlo per gli incarichi più umilianti, quelli che nessun altro accetterebbe. E questo è solo il primo passo in un lungo, sanguinoso percorso di vendetta: il ragazzo sta sfruttando questa occasione per arrivare a Rana Singh, il poliziotto corrotto che ha ucciso sua madre anni addietro. E la sua strada si incrocerà con quella degli altri cittadini che, dopo un’eternità di angherie, vogliono ribellarsi a una classe dirigente che maltratta i più poveri fino quasi allo sterminio.
Giovane talento triplo
Oltre a firmare la regia e la sceneggiatura, Dev Patel esibisce la sua personalità action davanti alla macchina da presa interpretando il protagonista senza nome, un ruolo che gli consente di applicare la propria caratteristica intensità in un contesto ben più spettacolare e spudoratamente mainstream rispetto ai progetti piccoli, strambi e a tratti intimisti a cui è più prevalentemente associato. Dopo di lui, l’interprete più noto al grande pubblico (e forse un omaggio all’associazione con Blomkamp che abbiamo menzionato in precedenza) è il sudafricano Sharlto Copley, che ha l’occasione di sfoggiare il suo vero accento in originale nei panni dell’organizzatore dei combattimenti illegali. Il resto del cast è composto da talenti del cinema indiano, alcuni dei quali anche con una certa visibilità internazionale: Sikandar Sher (Rana), per esempio, ha recitato in Sense8, e prossimamente apparirà su Prime Video nello spin-off indiano della serie Citadel.
Indian Wick
Il film nasce dal desiderio di Patel di portare, nel proprio contesto culturale di origine (le leggende indiane di un tempo e la società odierna, con una carica politica non trascurabile che è forse – sostengono esperti della regione – alla base della scelta di Netflix di cedere i diritti a Jordan Peele), l’estetica action contemporanea di un universo come quello di John Wick, di cui Kid è palesemente un emulo, dalla presenza di un cane (che però a questo giro non è il motivo della vendetta) alla menzione esplicita del personaggio in una scena in cui il protagonista vuole comprare una pistola e gli propongono il modello usato da Keanu Reeves nella tetralogia ideata da Derek Kolstad. E se rispetto al prototipo americano si sente una certa inesperienza del neoregista, con un ritmo che non è esattamente il crescendo vertiginoso a cui ci ha abituati Wick, resta il fatto che le macrosequenze non abbiano nulla da invidiare al collega in termini di pura, spudorata brutalità coreografata in maniera eccelsa, delizioso biglietto da visita di un nuovo nome da tenere d’occhio, ormai, anche dietro la macchina da presa.
La recensione in breve
Dev Patel esordisce come regista firmando un action movie brutale e pieno di energia, applicando la metodologia americana nel contesto della società e cultura indiana.
Pro
- Dev Patel ha un ottimo occhio per la costruzione visiva dell'universo narrativo
- Gli interpreti sono tutti in sintonia con la visione del regista
- Le scene d'azione sono coreografate in maniera eccelsa
Contro
- I tempi narrativi sono talvolta un po' altalenanti
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Voto CinemaSerieTV