La serie: Citadel, del 2023. Creata da: David Weil. Cast: Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas, Stanley Tucci Genere: Azione, spionaggio. Durata: 40 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo vista: Su Prime Video.
Trama: Mason Kane e Nadia Sinh sono due spie di Citadel, un’organizzazione segreta internazionale. Nel bel mezzo di una missione, prima di perdere i sensi, i due apprendono però che Citadel è stata appena annientata. Privo di ricordi, Mason inizia una nuova vita con il nome di Kyle Conroy…
“Una nuova era per lo spionaggio“: è questa la promessa rilanciata a più riprese dalla campagna promozionale di Citadel, la nuova serie tv creata da David Weil per Prime Video dopo le due stagioni di Hunters con Al Pacino (qui la nostra recensione).
E in effetti, questa volta la scala è ancor più ambiziosa: a produrre la serie sono addirittura i fratelli Russo, e il budget è di 300 milioni di dollari (lo stesso di Avengers: Infinity War!).
Fin dal primo annuncio, Citadel si è affacciato sulla scena televisiva promettendo di portare sul piccolo schermo le emozioni, l’azione e l’adrenalina di titoli come James Bond, Mission Impossibile e Kingsman, inaugurando un progetto narrativo a lungo termine: oltre al rinnovo della serie madre per una seconda stagione, Prime Video ha anche annunciato la realizzazione di varie miniserie a taglio locale appartenenti allo stesso universo narrativo, che avranno il compito di approfondire ed espandere la storia in tutto il pianeta.
Quattro, ad ora gli spin-off già confermati, che saranno prodotti e ambientati rispettivamente in India, Spagna, Marocco e Italia: la miniserie nostrana verrà realizzata da Cattleya, e vanterà come protagonista nientemeno che Matilda de Angelis.
Ma torniamo alla serie madre, di cui abbiamo visto le prime due puntate in anteprima, e scopriamo se è davvero all’altezza delle aspettative: ecco la recensione di Citadel.
La trama: Citadel è caduta, il mondo è a un passo dal baratro
Coraggiosi, inarrestabili e sempre pronti a entrare in azione, Mason Kane e Nadia Sinh non lavorano per la CIA, l’Mi6 o altre “categorie minori”: i due ex amanti sono agenti segreti di Citadel, un’organizzazione internazionale che da oltre un secolo si occupa di garantire pace e stabilità all’intero pianeta sventando attentati, guerre e cataclismi di ogni tipo.
Durante una missione sulle Alpi italiane, però, qualcosa va terribilmente storto: il loro bersaglio sembra già attendere il loro arrivo, e si rivela essere un emissario dell’oscura organizzazione criminale Manticore. I suoi colleghi, rivela compiaciuto, hanno appena fatto a pezzi l’intera Citadel, approfittando di un tradimento che ha consentito di eliminare tutti gli agenti operativi dell’agenzia.
Otto anni dopo, Mason Kane ha perso la memoria ed è convinto di chiamarsi per davvero “Kyle Conroy”, il suo ultimo alias utilizzato per infiltrarsi sotto copertura: si è sposato e ha una figlia piccola, ma non riesce a capacitarsi dei suoi strani sogni e delle strane cicatrici presenti sul suo corpo.
L’intero pianeta, nel frattempo, si trova nella morsa di Manticore, e, tra attacchi terroristici e conflitti imminenti, la situazione internazionale è ormai a un passo dal baratro: come se non bastasse, la spietata organizzazione criminale sta per mettere le mani anche su una valigetta segreta contenente i codici di attivazione delle testate nucleari dei vari governi, nonché i ricordi di tutti gli ex agenti di Citadel. Per sventare questa minaccia apocalittica, Bernard Orlick, un ex collega di Mason, decide di rompere gli indugi e reclutarlo per la missione, sconvolgendo completamente la sua tranquilla vita di provincia.
Falsa partenza: Citadel è prevedibile e derivativo
Anzitutto, una doverosa premessa: questa recensione copre soltanto le prime due puntate (su sei), e ci auguriamo con tutto il cuore che la situazione possa mutare già dal terzo episodio: da parte nostra continueremo a fare il tifo per Citadel, e ci auguriamo davvero che riesca ad avere successo, mantenendo le sue ambiziose promesse.
Ad ora, però, la serie spy-action prodotta dai fratelli Russo non cambia le gerarchie del genere spionistico più di quando il Black Adam di Dwayne Johnson non abbia cambiato “le gerarchie del potere nell’Universo DC“. Tradotto, per chi non segue i supereroi: Citadel è un mezzo disastro, e inizia nel peggior modo possibile, proponendoci una sceneggiatura vuota, ingenua e incredibilmente derivativa.
Nessuno si aspettava una spy story lenta e ricca di atmosfera come Homeland e Slow Horses di Apple TV+, né un intreccio cerebrale e ricco di dialoghi come The Diplomat di Netflix. Citadel ambiva piuttosto a proporci una narrazione all’insegna dell’adrenalina allo stato puro, con tanta azione, emozioni e incredibili colpi di scena: il problema è che, durante i primi due episodi, la serie si limita invece proporci una sequela ininterrotta di banalissime situazioni narrative già viste e riviste, estrapolate dai altri titoli e gettate sullo schermo alla rinfusa senza mai darci alcun motivo per lasciarci coinvolgere emotivamente nell’avventura.
Una pioggia di assurdi luoghi comuni
Il campionario dei cliché dello spionaggio è davvero al gran completo: c’è l’immancabile valigetta segreta, c’è il codice nucleare, c’è il siero che iniettato ristora i ricordi perduti (va bene la sospensione dell’incredulità, ma… veramente?) e, come se non bastasse, c’è perfino una scena analoga a quella in cui il Batman di Justice League lancia un oggetto affilato contro l’ignaro Flash per costringerlo a rivelare al mondo i suoi poteri. Con la non trascurabile differenza che qui il bersaglio non sta affatto fingendo, ed è davvero ignaro delle proprie capacità latenti!
C’è la sinistra super-organizzazione criminale di turno, che però non ha motivazioni così chiare come quelle della SPECTRE di Bond. O, quantomeno, per ora non ci è dato conoscerle: Manticore ha eliminato Citadel da otto anni e in mancanza di un nemico serio sta giocando a far scoppiare attacchi terroristici a caso in tutto il mondo.
Non paga, ora vuol mettere le mani sulle testate atomiche dei vari governi per… cosa? Bernard teme addirittura che gli agenti di Manticore possano attivarle, facendo saltare in aria mezzo pianeta (e verosimilmente anche se stessi!). Questa, peraltro, è anche l’unica reale motivazione che spinge all’azione il nostro protagonista, che sulle prime si rituffa nella mischia soltanto per difendere la sua famiglia dall’ombra di una minaccia nucleare.
Da parte sua, il nostro Mason Kane perde la memoria proprio come Jason Bourne, ma sul suo volto non intravediamo mai alcun segnale di genuino turbamento. Mason non sembra mai aver neppure preso in remota considerazione l’idea di poter essere un agente segreto o di avere un nome falso, malgrado il fisico scolpito e le cicatrici non lasciassero esattamente pensare a una vita precedente da tabaccaio, o da commercialista!
Ma soprattutto, davvero qualcuno non si aspettava i colpi di scena al termine delle prime due puntate?
“E io che pensavo che le mie battute fosse stupide…”
Al cospetto dei dialoghi delle prime due puntate di Citadel, è davvero impossibile non citare il Joker di Heath Ledger.
I magniloquenti discorsi dei nostri eroi risultano quasi sempre fuori luogo, troppo enfatici e talora del tutto assurdi: durante la sequenza iniziale, ad esempio, Nadia rivela apertamente al suo bersaglio la propria identità di agente di Citadel sotto copertura, per il solo gusto di vantarsi con lui di “non giocare in un campionato minore”.
Da parte sua, il suo interlocutore mette in scena un incomprensibile teatrino, fingendosi dapprima sconfitto e terrorizzato, per poi improvvisamente rivelare, senza che nulla sia cambiato, di conoscere già ogni cosa e di essere un agente di Manticore. Anche stavolta la spia ritiene opportuno spifferare ad alta voce la propria identità, ma in questo caso quantomeno la scelta può essere giustificata dalla volontà di gongolare di fronte a un avversario sconfitto. Avversario che poi, in realtà, puntualmente sopravvive, ma almeno su questo punto ci sentiamo di soprassedere…
Ben meno credibile è però il dialogo in cui il segretario di stato americano, a fronte di una richiesta da parte della perfida antagonista della serie, dapprima si rifiuta altezzosamente di obbedire, credendo che la richiesta provenga dal governo inglese (di cui la sua interlocutrice fa parte) per poi mostrarsi pochi istanti dopo terrorizzato quando questa gli ricorda che fa parte della terribile Manticore. Sì, avete letto bene: “ricorda”, perché a quanto pare il segretario già sapeva dell’affiliazione della donna, ma ha ritenuto di poterla contraddire.
Ma davvero un politico affiliato alla malavita deve precisare ogni volta che sta chiamando per conto della mafia per ottenere un po’ di rispetto? Vien da compatire il povero Nucky Thompson di Boardwalk Empire…
Ad ogni modo, i dialoghi di Citadel sono un autentico disastro! Per tacere delle tremende sequenze in italiano…
Qualcuno faccia scoppiare qualcosa!
D’accordo, la sceneggiatura è un mezzo colabrodo, ma verrebbe da sperare che, con un budget di ben 300 milioni di dollari, almeno il comparto degli effetti speciali sia in grado intrattenerci con roboanti esplosioni alla Michael Bay, o con spettacolari combattimenti coreografici degni della saga cinematografica di John Wick.
Forse, in quel caso, ci saremmo persino sentiti autorizzati a sorvolare sugli svarioni narrativi, concentrando la nostra attenzione sui prodigi della sola componente action. Il problema è che, al netto della dimenticabile esplosione iniziale, anche per gli occhi resta ben poco da banchettare: nessun clamoroso bullet time, nessuna spericolata sequenza mozzafiato, nessun inferno di fuoco e fiamme, ma soltanto delle discrete sequenze di corpo a corpo che però, a conti fatti, non riescono certo a riscattare il disastro narrativo, né giustificano un budget di queste dimensioni.
Almeno su questo punto di vista vien da pensare che le prossime puntate abbiano senz’altro in serbo qualcosa di più…
Il cast: Richard e Priyanka non colpiscono
Concludiamo segnalando la nota più dolente, ossia la pessima prova dei due protagonisti, Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas. Scialbi, monoespressivi e del tutto privi di carisma, i nostri eroi sembrano recitare in un lungo spot pubblicitario che non ci consente mai neppure di intravedere l’umanità dei loro personaggi.
Durante le scene in cui i due agenti segreti smemorati apprendono la loro vera identità e si trovano dinanzi alla scelta di tornare a vestire i panni della spia o continuare con la loro tranquilla identità civile, sembra di trovarsi di fronte a un’involontaria autoparodia all’insegna dell’apatia.
L’unica nota positiva va alla (consueta) ottima prova di Stanley Tucci, che si cala con brio e sarcasmo nei panni dell’agente Bernard Orlick, sempre pronto a guidare i nostri eroi da dietro lo schermo del PC con la sua immancabile presunzione, condite da tanta scanzonata ironia. Se qualcosa funziona per il verso giusto, nelle prime due puntate di Citadel, è soprattutto merito suo!
La recensione in breve
Tra consumati cliché, svolte narrative prevedibili e dialoghi autenticamente assurdi, Citadel debutta con una falsa partenza davvero disarmante. I due protagonisti sembrano davvero incapaci di salvare il racconto, che non riesce mai a fare breccia nello spettatore.
- Voto CinemaSerieTv